Holger Rune e Mirra Andreeva sono due talenti cristallini del tennis contemporaneo, entrambi però faticano a trovare un equilibrio mentale costante
Avete letto il nostro articolo sul Mental Coaching? Bene, l’argomento è caldo non solo a livello agonistico o amatoriale, ma ovviamente anche fra i professionisti. Che il tennis sia uno sport provante dal punto di vista mentale è ben noto, e ora che il tema del benessere mentale sta smettendo di essere un tabù si parla sempre più spesso dei crolli dei giocatori.
Già quest’anno abbiamo assistito a dichiarazioni allarmanti da parte di top player come Zverev, Rublev e Medvedev, che hanno parlato di come il tennis li abbia svuotati di ogni emozione positiva dal punto di vista mentale. È chiaro che spesso si tratta di sfoghi dovuti a un periodo negativo, ma se non si è tranquilli mentalmente diventa impossibile gestire le pressioni e la routine di una vita frenetica come quella del professionista.
Enorme talento, enormi pressioni, Mirra deve trovare una quadra
Se questo tipo di problemi affliggono giocatori più esperti, figuriamoci che effetti possono avere su una tennista come Mirra Andreeva. La giovanissima russa, appena 18enne, è ormai da un anno sulla cresta dell’onda e si trova a dover sostenere la nomina di “futura stella del circuito WTA”. Per raggiungere determinati obiettivi però non basta festeggiare le vittorie, ma bisogna saper digerire le sconfitte e imparare dai momenti di difficoltà. Questo è il compito che ancora non sembra aver portato a termine la giovane russa, che più volte in questa stagione ha dovuto fare i conti con la delusione per una giornata no.

Durante il WTA 1000 di Wuhan l’ultimo caso. In occasione del match d’esordio contro la 37enne Laura Siegemund, la siberiana è totalmente crollata sotto le proprie emozioni. L’essere super favorita, in quanto numero 5 del ranking, e avere solo 18 anni, sono due realtà che spesso collidono nel caso di Mirra. Nonostante il vantaggio di un set, Andreeva è stata più volte sul punto di crollare del tutto.
Fra pianti, singhiozzi, urla, alla russa è anche uscito fuori un “Sono stufa di questo fottuto tennis“, oltre alla richiesta di non essere filmata dalle telecamere durante un cambio campo. La partita l’ha poi vinta la veterana Siegemund, ma l’attenzione dei fan è andata interamente sulla giovane stella Andreeva.
Fra l’altro non è la prima volta che la russa si lascia andare a esternazioni emotive che destano clamore. A Montreal Andreeva era stata protagonista di autolesionismo nel match contro Kessler, e anche lì era scoppiata in lacrime in campo. Per la campionessa russa ci sarà tempo per lavorare su queste fragilità, ma si dovrà fare un grande lavoro affinché la mente diventi tanto forte da sostenere le pressioni derivate da un talento smisurato.
Capitolo Rune
Spostandoci nel circuito ATP c’è un altro enorme talento che deve fare i conti con qualche fragilità caratteriale: Holger Rune. Nell’arco della sua ancora breve carriera, il danese si è spesso lasciato andare a esagerazioni in campo e dichiarazioni fuori luogo.
A Shanghai però è finito sotto i riflettori per un gesto offensivo nei confronti del nuovo preparatore atletico, Marco Panichi. Durante il match contro la sorpresa Valentin Vacherot, Rune ha avuto un importante calo fisico, con tanto di crampi, durante il terzo set. Il danese allora non ci ha pensato due volte, e anziché ascoltare i consigli del proprio preparatore atletico gli ha rivolto il più classico degli insulti, mandandolo a… “quel paese”. Non si parla tanto di scricchiolii nel rapporto fra i due, quanto di un bisogno di Rune di sfogare la frustrazione un po’ alla Novak Djokovic. E se Panichi ha retto per anni le urla dell’ex numero 1 al mondo, magari aiuterà Rune a trovare una soluzione per ovviare al problema.
L’unica cosa certa è che anche per Holger si prospetta una carriera di lustri e vittorie, ma solo se riuscirà a trovare un equilibrio fra le ambizioni dovute al talento e la gestione delle pressioni in campo.



