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    TennisTalker MagazineTennis TTIntervisteIl Prof. Salvatore Buzzelli e il “SensoBuzz”
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    Il Prof. Salvatore Buzzelli e il “SensoBuzz”

    Abbiamo incontrato il Prof. Salvatore Buzzelli, figura nota nell’ambito internazionale della preparazione fisica. Una personalità oggi conosciuta e apprezzata anche nel mondo del tennis. Diverse sono le sue esperienze professionali e le innovazioni dallo stesso prodotte. Per queste semplici ragioni, e in particolare per l’importanza che ricopre la preparazione fisica nel tennis, abbiamo ritenuto opportuno intervistarlo in modo da farlo conoscere anche al nostro vasto pubblico di appassionati.

    Chi è Salvatore Buzzelli?

    Di me stesso posso dire che sono un appassionato di sport. Ne ho voluto conoscere e studiare ed approfondire tutti gli aspetti fisiologici, prima sul mio fisico praticando il decatlon da giovane, ed in seguito su atleti promettenti e di spicco, cercando soluzioni efficaci ,tecniche di allenamento, applicando metodi, programmazioni, analisi, e strategie innovative atte al miglioramento delle prestazioni. Non vorrei tediarvi con la mia lunga storia nel mondo dello sport e soprattutto nel mio preferito: il Tennis. Perciò credo sia opportuno rimandare il lettore interessato, al mio sito web www.salvatorebuzzelli.it, dove può trovare tutto quello che riguarda gli ormai 50 anni di esperienze sul campo.

    Come nasce il “SensoBuzz”?

    Questa idea ha una storia lunga più di trenta anni. Infatti, sul finire degli anni ottanta mi serviva un sistema per allenare la capacità di accelerazione dei tennisti, utilizzando segnali direzionali emessi da un computer a scansione temporale randomizzata. Ma è nel 2006 che, necessitando di uno strumento per la valutazione dei tempi di reazione, realizzai il primo prototipo dì “ SensoBuzz”. Era uno strumento elettromeccanico, contenuto in una valigetta e, se programmato ad hoc, emetteva tre segnali colorati e due acustici in maniera casuale. Allo strumento erano collegati pedane e tasti per rilevare il tempo che l’allievo impiegava per toccarli dopo l’emissione di uno stimolo, non a caso chiamai quello strumento  “Sensotouch”.

    Naturalmente, portai quello strumento anche in campo per allenare alcune caratteristiche senso motorie dei miei allievi, e notai immediatamente che lavorare in quel modo acuiva aspetti attentivi migliorando la reazione motoria,  in quanto partendo dall’attenzione si possono migliorare aspetti reattivi, fondamentali per un giocatore di tennis e per tutti gli sportivi di situazione (scherma, pugilato, karatè, ecc…). Tra i primissimi ad utilizzare quel modo di allenarsi furono due miei atleti dell’epoca: Tatiana Garbin (ex 22 WTA e attuale capitana di Fed Cup) ed Enrico Burzi (ex 254 ATP e n. 1 italiano di paddle). Subito dopo realizzai una versione dello strumento che fosse utile come un laboratorio portatile aggiornandolo e chiamandolo “SensoBuzz”. Per praticità nel 2019 fu convertito in comoda applicazione per smartphone: l’App “SensoBuzz “ che oggi conta numerosissimi utilizzatori.

    A cosa serve il “SensoBuzz”?

    Come già detto, serve per allenare tutte quelle qualità motorie indispensabili nella prestazione sportiva. In particolare quello che in definitiva gli sport di situazione come il tennis, richiedono. In pratica, l’atleta viene chiamato a decodificare i segnali, in gesti, movimenti o spostamenti concordati con l’allenatore che a sua volta deciderà che tipo di segnali utilizzare, il numero delle ripetizioni, delle serie e dei tempi di recupero e pausa, al fine di incrementare questa o quella qualità neuromuscolare o organica. Il lavoro si trasforma in un impegno globale (mente-corpo) che risulta efficace e spesso divertente, rimanendo legati alle direttive scientifiche, proprie della metodologia dell’allenamento. Questo modo di organizzare il lavoro è alla base del metodo da me creato a cui ho dato nome “Coordinabolico” in quanto si va ad agire a livello cognitivo, condizionale, coordinativo e metabolico, di cui il “SensoBuzz” rappresenta il fulcro. Naturalmente l’assegnazione del carico di lavoro, viene attribuito individualmente e secondo l’obiettivo da raggiungere, eseguendo un test specifico e unico nel suo genere da me studiato ed introdotto nel 2009, chiamato “Sigma Test”, di cui la rivista internazionale “ITF COACHING & Sport Science Review” nel 2020 e 2021 ha pubblicato i fondamenti scientifici e metodologici in ben due articoli distinti.


    A quali utenti è destinato questo dispositivo?

    I campi di applicazione del SensoBuzz sono molteplici. Il ruolo primario però è quello sportivo, quello per cui è nato. Quindi il SensoBuzz va bene per tutti i tipi di utenti a partire dai tre anni di età. L’applicazione “SensoBuzz”, invece, ha avuto una grande richiesta ed un grande successo anche durante la pandemia, in quanto gli atleti, non potendosi allenare al campo, hanno potuto continuare a mantenersi in forma a casa, ed in poco spazio, proprio lavorando con l’applicazione. A questo proposito mi piace sottolineare che sull’argomento ho scritto tre libri, su cui si trovano oltre alle basi scientifiche e metodologiche, anche svariati esercizi con cui lavorare.


    Esistono atleti di vertice mondiale che usano la sua invenzione?

    Grazie al passaparola e all’entusiasmo di preparatori atletici professionisti, molti sono gli  atleti di vertice mondiale che vengono sottoposti a sessioni dedicate al SensoBuzz durante gli allenamenti e immediatamente prima delle competizioni. Mi piace ricordare i nomi di alcuni di essi che mi hanno dato fiducia nell’utilizzo di questo strumento a partire dal 2009, nel mondo del tennis, preparatori come Stefano Baraldo, che ci ha allenato Potito Starace, Zarina Dyias, Pennetta, Dulko , Volandri, Bolelli, Kleibanova, e tanti altri. Davide Cassinello che ci ha allenato Travaglia e ora Sinner. Damiano Fiorucci che ci allena Sonego. Umberto Ferrara che ci ha allenato Cecchinato e ora la Samsonova. Ma la punta dell’iceberg èMarco Panichi che utilizza il SensoBuzz da più di dieci  anni lavorando con i migliori al mondo, tra questi Novak Diokovic rappresenta il livello massimo. Nel mondo della scherma, dal 2016, Annalisa Coltorti che ci ha allenato Elisa di Francisca e Daniele Garozzo (campioni olimpici di fioretto) e Alice Volpi (campionessa mondiale e n. 1 di fioretto). Anche nel pugilato ci sono nomi di spicco come Simone Federici (cintura intercontinentale dei pesi massimi) e tanti altri allievi di un Mental Coach. Nel Karatè è usato dai migliori karateki italiani. Ultimamente, anche ballerini di danza sportiva che hanno vinto competizioni mondiali, seguiti dal preparatore Marco Cavacini. Insomma, una compagine di sportivi di altissimo livello che mi gratifica sapere utilizzino il SensoBuzz con grande soddisfazione e con risultati di alto spessore.

    Il “SensoBuzz” è usato anche fuori dai confini italiani?

    Certamente! Chi ne ha capito le potenzialità sugli atleti, non esita ad utilizzarlo. E per questo basta vedere l’incisività con cui si allenano ed i risultati che raggiungono. Ultimamente, sono stato invitato da un noto allenatore di Visual Training spagnolo, José Tomas, a tenere corsi di formazione a Madrid, Alicante e forse a Barcellona, per far conoscere il Metodo Coordinabolico ed il SensoBuzz che lui ha reputato geniale. Lo stesso invito l’ho ricevuto anche dalla Federazione Spagnola  e dalle più prestigiose accademie di tennis. Per questo mercato è già stato tradotto ed è disponibile un mio libro intitolato “El SensoBuzz, historia y metodo del instrumento que ha revolucionado l’entrenemiento deportivo moderno”. Tramite Josè, siamo già in contatto con professionisti dello Sport Vision e tecnici sportivi del Sud America di lingua spagnola che già utilizzano il SensoBuzz e che mi mandano foto e video dei loro allievi mentre ci lavorano. Una bella soddisfazione!


    La nostra federazione usa o almeno promuove l’utilizzo del “SensoBuzz”?

    Per adesso no! In un paio di occasioni la FIT mi ha invitato a presentarlo nei suoi corsi di formazione. Immagino, o almeno mi auguro, che apprezzino il mio lavoro. Del resto, credo che il mio carattere schietto e diretto non si addica a protocolli e gerarchie, quindi a un certo tipo di sistema. Comunque, grazie al web, adesso esiste la possibilità di far conoscere il proprio lavoro ad un vasto pubblico. Attraverso i risultati ottenuti tramite i social, mi sento stimolato a continuare per una mia strada, ma rimango sempre aperto a valutare eventuali proposte. Ovviamente, quelle interessanti e di spessore.

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