Oggi parliamo della stretta collaborazione che ci dovrebbe essere tra il fisioterapista e il preparatore fisico e dei vantaggi che possiamo ottenere da questa collaborazione
Ne abbiamo parlato con il dottor Gianluca Piccoli – fisioterapista e osteopata nonché giocatore di 2a categoria – e Maristella Parisi – chinesiologa clinica, preparatore fisico ed allenatrice di tennis. Il risultato è una “chiacchierata” fra due figure professionali che ci raccontano la loro esperienza vissuta stando a stretto contatto con atleti professionisti.
Gianluca Piccoli: Fisioterapista, osteopata e preparatore fisico ricoprono un ruolo fondamentale nel campo della prevenzione e della cura per il recupero dagli infortuni. Il rapporto tra le figure si basa su una collaborazione intensa e flessibile, nel rispetto delle competenze e dei ruoli e nella consapevolezza che sommando le abilità e le conoscenze si possa più facilmente risolvere il problema dell’atleta o incrementare la performance, anche solo facendo in modo che si infortuni meno possibile.
Maristella Parisi: Hai ragione. “Meno possibile” potrebbe sembrare una brutta parola, ma bisogna partire da un punto di vista reale e oggettivo: lo sport agonistico/professionistico è stupendo ma usurante. In più colpire e ricevere la palla (spesso ad una velocità alta) implica sempre il rischio di impattare la palla in maniera meno pulita, più contratta, la palla può rimbalzare male, il giocatore può colpire con un grado di estensione maggiore e così via. Per questo e altri motivi, sappiamo che il rischio infortuni è sempre dietro l’angolo. L’attività agonistica comporta uno stress intenso e l’elemento chiave per la prevenzione infortuni da parte del preparatore fisico è rappresentato da tutto ciò che succede all’interno della periodizzazione, ovvero pianificazione e programmazione; quindi la gestione ottimale dei carichi, dell’alternanza dei tempi di lavoro-recupero e del bilanciamento sensato delle componenti (forza, resistenza, velocità, mobilità, ecc… ) o dell’allenamento delle parti del corpo (parte alta, parta bassa, core, ecc…).
Gianluca Piccoli: Proprio per questo motivo l’attività svolta dal fisioterapista è molto importante. Il fisioterapista si occupa, in fase preventiva, di consigliare esercizi volti ad un riallineamento posturale ed un riequilibrio muscolare (rinforzo e allungamento) nella consapevolezza che uno sport affrontato con l’intensità di un agonista comporta un maggiore sviluppo di alcuni gruppi muscolari rispetto ad altri. Alcuni gesti tecnici ripetuti possono generare sovraccarichi e tensioni fasciali e bisogna lavorare attraverso la terapia manuale e le varie tecniche di allungamento per riequilibrare il sistema.
Maristella Parisi: E’ anche vero che purtroppo spesso le due figure vanno in conflitto di supremazia o si ignorano del tutto, lasciando ad altri la gestione dell’atleta. Il problema però è facilmente evitabile grazie alla comunicazione, al lavoro di squadra, ma soprattutto creando una mentalità in cui le due figure si sentono in diritto e in dovere di confrontarsi prima, durante e dopo i vari interventi. Facciamo un esempio: in caso di infortunio, il primo passo sarà ottenere una diagnosi medica volta a comprendere l’entità della patologia e la sua gravità.
Gianluca Piccoli: Esattamente, prima di tutto va sempre fatta una diagnosi medica. Poi in fase acuta il lavoro è esclusivamente fisioterapico ed è mirato alla riduzione dei processi infiammatori e alla rigenerazione tessutale attraverso terapie fisiche quali Laser ad alta potenza e Tecar. Il riposo assoluto per un tempo prolungato non è consigliato. E so che su questo anche tu Maristella sei d’accordo con me. Al primo miglioramento (il tempo dipende dalla gravità della situazione) bisognerà iniziare con esercizi graduali leggeri al fine di promuovere la ripresa del gesto funzionale senza riattivare l’infiammazione nel rispetto del dolore dell’atleta. Solo nel momento in cui le funzioni saranno completamente ristabilite e il dolore ridotto al minimo, si potrà passare ad una fase di ripresa graduale del gesto tecnico seguita dal preparatore fisico e dal maestro.
Maristella Parisi: Sicuramente la ripresa sarà graduale partendo da esercizi più leggeri di mobilità, propriocezione (ndr: cioè la ricezione di segnali propri, provenienti dal proprio corpo. È la capacità di riconoscere la posizione nello spazio e lo stato di contrazione dei propri muscoli senza l’ausilio della vista), lavoro con elastici e in isometrie. Ma parte integrante della prevenzione infortuni passa per la forza, partendo da dei pesi leggeri fino agli allenamenti con i sovraccarichi (approfondiremo questo concetto nel prossimo articolo dedicato alla prevenzione degli infortuni).
Gianluca Piccoli: Il consiglio è quindi quello di assicurarvi che i vostri ragazzi possano svolgere la loro attività in una struttura che preveda una collaborazione tra queste due figure al fine di preservare la salute degli stessi. Meglio lavorare tre settimane in più per ottenere la performance fisica prestabilita che dover fermare l’atleta per mesi o addirittura anni per un infortunio che si sarebbe potuto evitare.
Maristella Parisi: Nei prossimi articoli con il fisioterapista e l’osteopata inizieremo a parlare di casi specifici come una distorsione alla caviglia, il crampo durante un match o la semplice prevenzione infortuni quotidiana e di come sarebbe opportuno intervenire, con consigli pratici ed esercizi mirati.
Diteci la vostra
Ci sono aspetti di questo articolo che ti piacerebbe conoscere meglio? Il tuo preparatore fisico conosce il tuo fisioterapista? Le due figure lavorano a stretto contatto per ottimizzare la tua prestazione?
La crescita passa sempre attraverso il confronto!
Sicuramente una guida importante per chi si approccia allo sport ed al tennis in particolare , ma anche nei rapporti intercorrenti tra le figure professionali che compaiono in occasione di infortuni o nella loro prevenzione..complimenti!!!
Detto da una figura come la sua, dottore, è davvero un onore! Grazie e speriamo presto di coinvolgerla nei prossimi articoli!