Sui versanti collinari dello Sporting Club Moruzzo accorrono in 128 per il terzo appuntamento del Circuito Gruppo Taboga Tennis Team, momento di aggregazIone agonistica che s’interseca con il secondo Trofeo Sporting del circolo ospitante.
Per la rodata gestione del giudice di gara Mauro Degano in simbiosi con l’onnipresente direttore di gara Sergio Tosoni il lavoro per approntare le liste delle donzelle é routinario, ma richiede un’attenzione supplementare il dover incastrare le numerose correnti ascendenti dei 101 protagonisti.
In campo femminile irrompono dal tabellone di Terza la 19enne Manuela Turolo e la 14enne Aurora Piccinini. La prima in forza al G.T. Tennis studia e compete per Texas University A & M, College che milita nella 2a categoria Usa, mentre la minuta Piccinini difende i colori del Tc Martignacco. Le due ragazze, entrambe con classifica 3.1, si affrontano anche per il primato di Terza, dando vita ad un match molto combattuto che vede la caparbia ed instancabile allieva di Filippo Miconi affermarsi con il punteggio di 3-6 6-4 10-6. Per la Turolo comunque la soddisfazione per l’esordio nel tabellone finale con un risultato positivo a spese della 2.7 triestina Elena Plesnicar, compiacimento che accompagna anche la 2.8 Elisa Iuri capace di soverchiare la seconda del seeding, la 2.7 Serena D’Ercole per 6-1 6-4 e di prenotarsi per la passerella decisiva contro la forte compagna del GT Tennis, l’ancora 16enne Margherita Marcon.
Atto conclusivo tra due under 18 piuttosto scontato, vista la disparità dei valori a confronto, legittimata da un punteggio di 6-1 6-1 a favore della prima testa di serie con ranking ondeggiante da 2.5, che forse poco rispecchia il valore della ragazza, ma é conseguenza delle canalizzazioni competitive che impegnano la brava Margherita. C’è il percorso dei tornei Itf Junior che potrebbe schiuderle possibili approdi nel 2023 negli ultimi Slam come under 18, sempre che riesca a polverizzare l’attuale status che la vede al n. 349, ci sono le gare Pro Itf che danno punti Wta, ma che spalancano, lontano dai puntuali privilegi regionali, ad andar bene, le paludi delle qualificazioni, e poi ci sono gli appuntamenti nazionali dove il ranking può cangiare molto nei tornei Open settore gettonato saltuariamente.
Tre strade da gestire in contemporanea sono davvero troppe. Ma tra input federali e conciliaboli genitoriali le risoluzioni ad hoc lampeggiano per il timing residuo!
Sul versante maschile dall’affollamento dei Terza emergono le racchette del pordenonese Enrico Peressin e del martignacchese Gabriel Variano, quest’ultlmo eversore a fatica del lanciatissimo Massimo Del Prato già con le insegne da 2.8.
I due giovani qualificati non fanno molta strada nel tabellone superiore stoppati dai futuri semifinalisti, personificati da Matteo Turci e Michele Comuzzi.
Nella corsa verso il palcoscenico più atteso le due teste di serie non fanno sconti di sorta. Il 2.5 Mauro Commisso, primo della lista trancia le speranze del gradese con un secco 6-1 6-2, mentre Comuzzi, sorpreso in partenza dai colpi ficcanti del 2.6 Carlo De Nardi, gioca un secondo parziale tinto di generosità e grinta, ma non può evitare la resa per 0-6 4-6. Così per il titolo si dispongono due atleti divisi da un gap anagrafico consistente: 41 anni per il maestro udinese contro i 24 del trevigiano.
La gara intensa ed avvincente finisce per nebulizzare il diverso carico degli anni, visto che l’anima lunga friulana dalle sette vite agonistiche non smette per l’intero match di creare gioco, destabilizzando spesso le pericolose fiammate di dritto del mobile rivale, invischiandolo con iniziative di colpi in chop (marchio della casa) e smorzate ben dissimulate, seguite da discese a rete in contro tempo. Commisso mantiene la carica e la rotta della fiducia anche quando deve recuperare un pesante 0-3 del primo set e un allarmante 1-4 del secondo tempo, evitando d’abbattersi anche dopo aver dissipato millanta break point sul 4 pari del secondo parziale, momento che lancia il veneto sul punteggio di 5-4.
I puntuali recuperi del friulano sono privi di alcun scoramento pur di fronte ad un rivale che con i due fondamentali non smette di bersagliare gli angoli, costringendolo ad affannose rincorse di copertura ed a risposte rasenti il terreno per il ritardo di posizionamento.
Alla fine di un’autentica battaglia vinta da Mauro per 6-4 7-5 conta la diversità e l’ampiezza del repertorio tra i due, la capacità del maturo giocatore di smarcarsi da una tattica monotona con colpi inaspettati, alternando carezze misurate a qualche svarione per eccesso teatrale di foga, ma sempre lucido ed imprevedibile con il gioco propositivo in mano e con intatta la convinzione del successo davanti ad un avversario temibile in continua crescita con in tasca già la nuova classifica da 2.4. Atleta che esce un po’ frastornato da un testa a testa inedito che in diverse fasi della sfida pensava di poter dominare, così alla fine si consola per il trofeo sfuggito ritenendosi in parte avversato da troppe congiunture sfortunate.
fausto serafini