Ricorre il centenario della fondazione della sezione tennistica del Legia Varsavia, istituita da 30 ufficiali appassionati di questa disciplina. L’anniversario sta vivendo la sua magnificazione grazie al sorprendente momento della numero uno del mondo, la polacca Iga Natalia Swiatek, da 70 settimane sulla sommità del ranking planetario
Quante coincidenze concorrono a rendere indimenticabile questo fine luglio tennistico nella capitale della Polonia: il torneo Wta 250 che sposa la ricorrenza secolare dell’associazione, la presenza come concorrente della figlia tennistica più blasonata, formatasi sui campi del sodalizio da under e da junior ed il contemporaneo trionfo della stessa in uno stadio in completo visibilio!
Potenza della celebrità e del momento storico che riescono ad incidere anche sulle scelte strutturali!
Il Legia Varsavia Tenis e Golf, unitamente al comune della città, intervengono per tempo sulla superficie storica in mattone tritato dei tre campi principali trasformandola in cemento, così da poter rappresentare anche un adatto prologo per l’imminenti tenzoni che la frotta dei professionisti affronterà nel Nord America.
Con questa novità prende avvio il Bnp Paribas Warsaw Open Wta 250 dal monte premi di $259,303, il cui seeding vede al vertice ovviamente la Swiatek ed al lato opposto Karolina Muchova: le due strenue finaliste del recente Slam del Roland Garros che, secondo logica di ranking, dovrebbero in teoria animare la finale dell’Open.
Al secondo turno la giocatrice della Repubblica Ceca abbandona la compagnia ed i possibili fasti, sconfitta in tre tempi dalla slovacca n. 174 Wta Rebecca Sramkova.
Risultato inatteso che vanifica le speranze di tutti quelli che prefiguravano la ripetizione della sfida con in testa l’organizzatore Tomasz Swiatek, padre di Iga. Personalmente se non l’avessi visto con i miei occhi non avrei creduto allo sviluppo di questa sconfitta che tratteggio in breve.
Una svagata Muchova cede in mollezza il primo parziale, poi cambia ritmo e motivazione e si appropria del secondo tempo.
Con tempestive e raffinate chiusure a rete e con insidiose traiettorie dal fondo si porta in un baleno sul punteggio di 5-1, costruendosi in alternanza 4 match point, davanti ad una rivale rassegnata e rabbiosa, che immersa nel cruccio trova un guizzo per guadagnare il secondo game e con questo punto un briciolo di fiducia.
Sull’onda della montante speranza la 26enne di Bratislava mette a regime frustate di dritto e grandi recuperi, stampandosi cinque giochi consecutivi tra l’impalpabile reazione della n. 18 Wta, travolta dalla sua effervescenza ed in rottura prolungata. Una resa incomprensibile per una giocatrice di rango!
Nella stessa parte del tabellone esordisce la brava toscana Lucrezia Stefanini, capace con una gara magistrale di scardinare in due tempi la potenza della praghese teenager Linda Fruhvirtova, già presente al gradino numero 55 del mondo.
Eliminata l’inglese Jodie Burrage con pari moneta agonistica, la pratese affronta l’ostacolo teutonico rappresentato dall’esperta Laura Siegemund dal buon pedigree.
Due set di massimo equilibrio con colpi profondi e scambi allungati, intervallati da qualche riuscito drop shot da parte della tedesca e dai precisi diagonali in contropiede dell’italiana. Tutto rimandato al set decisivo che vede Siegemund scattare sul 3-1, ma subito raggiunta dalla reazione tutto cuore e cervello della Stefanini.
Purtroppo lo scatto determinante esalta le gesta della sua avversaria che butta nella mischia alcuni imperiosi dritti lungolinea e smash vincenti su alcuni deboli lob dell’atleta di Carmignano.
Quanto basta per piazzarsi in semifinale con lo score di 7-6 5-7 6-3.
Nel dopo partita commento con la nostra giocatrice la ghiotta occasione sfumata nello sbandamento finale. La dolce Lucrezia, pur essendo soddisfatta della sua prova nell’insieme del torneo, ammette la superiorità della rivale nel momento topico e si rammarica di non essere stata in questa fase più propositiva, nonostante i reiterati inviti del suo angolo.
Non smarrisce l’interessante varco la Siegemund ed in rimonta ( 5-7 6-3 6-4) fa fuori anche l”affettatrice“ Tatiana Maria, regina accreditata del back e del chop, in uno scontro tra racchette 35enni. E così Laura di Fildestad fila in finale, dopo sei anni dalla vittoria nel Porsche Grand Prix Wta 500, verso le fauci rabbiose della padrona di casa, Iga Swiatek.
Non senza qualche perplessità la marcia di avvicinamento di Iga alla passerella conclusiva. Non tanto per i primi due turni dove non dilaga usualmente nel punteggio e nella lucidità esecutiva, ma a cominciare dal match contro la ceca 18enne Linda Noskova, (talento puro che ingenuamente gioca sovraritmo senza mai rifiatare) dove qualche piccola crepa appare nella prima del mondo proprio nella gestione delle emozioni.
Va detto che fin dall’esordio la 22enne di Raszyn (questo il nome del suo villaggio a un pugno di km da Varsavia) ha dichiarato che giocare davanti al suo entusiasta pubblico le fa aumentare la motivazione, ma nello stesso tempo le crea più stress da prestazione.
Così avviene nel match di semifinale contro la sagace Yanina Wickmayer la quale dopo l’1-6 destabilizzante della prima frazione, rassetta colpi ed e’ abile nel secondo set nel risalire dal 2-5 al 5 pari in un momento in cui sta scendendo l’oscurità in campo e nella scorta mentale dell’aulica rivale.
Alla ripresa del giorno dopo la belga n. 79 Wta fa ancora soffrire il pubblico con la coda del tiè-break, ma nel tempo aggiuntivo commette due doppi falli e diventa preda delle chiusure della polacca che passa il sofferto turno per 6-1 7-6(6). Dopo questa prestazione poco entusiasmante molti si chiedono come si comporterà la stella del torneo contro la finalista Siegemund.
Dubbio immediatamente risolto dalla sfrenata Iga che, ritrovata la solidità interiore e la freschezza mentale, trafigge ripetutamente l’inerme tedesca in ogni lato del campo, fugando ogni incertezza, grazie ad una prestazione intensa e lucida, assimilabile ad una spietata mattanza tale il predominio visto in campo e marcato con il punteggio di 6-0 6-1.
Alle premiazioni la vincitrice tra le ovazioni del pubblico amico si scusa di non aver sempre giocato al meglio a causa della pressione del particolare evento di casa, tensione analoga a quella provata al Roland Garros e che trovava un motivo aggravante nel padre in veste di organizzatore dell’Open, ambizioso incarico che Iga spera si fermi a questa esperienza.
FaustoSerafini