Nella conferenza stampa post-partita Novak Djokovic ha parlato ampiamente della difficile partita vinta ai quarti contro il giovane italiano.
La tua opinione riguardo la partita.
“Una partita emozionante a cui aver partecipato, non poi così entusiasmante per me nei primi due set, ma poi dopo quello dall’inizio del terzo ho in certo senso giocato una nuova partita, e nei tre set restanti ho giocato un tennis molto solido e di alta qualità. All’inizio del terzo, quando gli ho subito rubato il servizio ho sentito di aver trovato il mio ritmo e il mio timing sui colpi e sì, sono state come due differenti partite e dall’inizio del terzo mi sono sentito del tutto diverso”.
In campo (intervista post-partita sul campo) hai detto che dopo il secondo set ti sei fatto un piccolo discorsetto a te stesso durante il toilet break, c’era aggressività in quello che ti sei detto?
No, davvero. Non c’era dell’aggressività, è stato solo un discorso d’incoraggiamento, un discorsetto positivo. Per quanto giù ti senta, per quanta negatività tu senta in quel genere di momenti, credo che anche se suona falso ha un effetto su di te (il discorsetto positivo), e ti è d’aiuto se stai cercando di trovare le frasi giuste, positive e ripetertele per in un certo senso rianimarti. Questo è quel che ho fatto. L’avevo fatto anche alla finale del Roland Garros, dopo che ero finito sotto di due set contro Tsitsipas e l’ho fatto oggi e ha funzionato. Non funziona sempre, non c’è la garanzia che funzioni sempre, ma semplicemente sentivo di dover cambiare qualcosa perché non stavo giocando bene, in campo non mi sentivo bene, ero dominato da Sinner. Fortunatamente gli Slam si giocano al meglio dei 5 per cui ho avuto l’opportunità di rientrare.
Cosa è andato storto nei primi due set?
“Beh, ho pensato di essere partito molto bene, ero avanti 4-1 e ho avuto il break point per un doppio break. Lui ha servito bene, io ho giocato contro vento e ho avuto quel game davvero brutto con due doppi falli, due palle corte lisciate, ho perso due volte il servizio, l’inerzia è passata dalla sua parte, ho cominciato a dubitare dei miei colpi, lui ha iniziato a credere di più in se stesso, in campo era lui che aveva la mentalità migliore, aveva la fiducia per farsi avanti e dettare il punto. Io non riuscivo a reggere gli scambi prolungati, sbagliavo, ero troppo passivo. Sono cose che capitano a questo livello, in particolare sull’erba, dove tutto accade talmente velocemente, specie se non servi bene, e io dalla fine del primo e per tutto il secondo set non ho servito per niente bene. Lui leggeva il mio servizio e lo attaccava, quindi a essere onesto ero davvero sulla difensiva, con poche cose positive su cui contare quanto al mio gioco. Ma ho sempre creduto di poter rientrare, sapevo che l’esperienza che ho poteva eventualmente farmi prevalere in questo tipo di situazioni. Non avevo problemi fisici o niente del genere, quindi era solo questione di cambiare l’inerzia, e sentivo che l’inizio del terzo set era cruciale per cominciare bene, per cercare di rubargli subito il servizio e questo è quel che è successo.
Quello contro Sinner è stato il tuo 42° quinto set negli Slam, quando il quinto set inizia lo percepisci come routine?
“(Ride). Dipende dall’avversario e dalla superficie, ma più è migliore il tuo record nel quinto set e più ti senti meglio a ogni nuovo quinto set che giochi, è logico, naturalmente. In particolare se giochi contro giocatori giovani come Sinner che nella loro vita non giocato molti quinti set e per lui erano i primi quarti (a Wimbledon), poche partite sul Centrale nella sua carriera qui a Wimbledon. Tutte queste cose giocano un ruolo, quanto questo ruolo davvero sia grande dipende da entrambi i giocatori, non credo giochi un ruolo decisivo anche se può sembrarlo se guardi il punteggio di oggi, ma sicuramente mentalmente aiuta sapere che hai vissuto queste situazioni particolari nel passato e hai avuto successo: il tuo approccio quando sei sotto di due set è più calmo, più fiducioso, credi di più in te stesso per così dire, mentre se non hai quell’esperienza magari alle volte non hai niente da perdere e ti senti però come se non stessi valutando più scenari futuribili, ma il più delle volte in questo genere di situazioni i giocatori giovani hanno l’occasione di sperimentare qualcosa che magari non hanno mai vissuto prima. Penso che Sinner sia sceso in campo senza troppo da perdere, ma quando era avanti 2 a 0 aveva parecchio da perdere, lo sentivo, sono sicuro che migliorerà col tempo. È un giocatore fantastico, molto concentrato mentalmente, uno che impegna molto, professionale, sono sicuro che lo vedremo parecchio sui palcoscenici importanti”.