Caro talker,
la settimana scorsa ti stavo raccontando di quando sono andata in posta a pagare la multa di mia sorella e ho ideato la ricetta-non-ricetta per creare un tennista d’eccezione.
Un’articolo totalmente ironico che, se non ti ha fatto ridere, lo capisco. A volte ho le stesse capacità ironiche dei violinisti del Titanic prima dell’affondamento: eccessive e inopportune. Un po’ come me.
Se te lo sei perso e anche tu hai voglia di sapere che fine abbia fatto il tampone antigenico di Djokovic, puoi farlo qui!
Oggi no, non sono andata in posta. Peggio. Sono stata dalla commercialista. Una santa donna che cura le mie finanze con la stessa dedizione di un controllore del traffico aereo.
A volte sono così accorta che se svolgessi io quel lavoro, gli aerei farebbero riti scaramantici prima di atterrare. Un po’ perché sanno che al controllo ci sono io e un po’ perché..
No. Forse basterebbe la mia presenza a farli desiderare di non essere mai diventati piloti.
Ed è proprio a questo che pensavo oggi: ai riti dettati dalla superstizione.
Ognuno di noi li ha, chi più chi meno, ed eliminano in parte quell’ansia anticipatoria che precede un match importante o qualsivoglia attività.
Ad esempio, io il venerdì 17 esco di casa serena, perché certa che peggio di così non potrebbe andare e + sfiga – sfiga uguale meno. Giusto?
E’ la regola di segni nelle operazioni algebriche.
La ricordo bene perché all’esame di maturità capitato, secondo il calendario cinese, nell’anno della disgrazia, la prof di matematica esterna è stata chiara: signorina, se non sa le cose, si ammutolisca. E’ così portata per il calcolo che se facesse la commercialista a quest’ora saremmo tutti in bancarotta.
Avete capito ora perché definisco la mia una ‘santa donna’?
Ritornando al discorso di prima, perché io mi perdo, chiacchiero con voi come foste degli amici, ci sono vari rituali che precedono un match e che caratterizzano anche i tennisti più famosi.
Partiamo con: Andy Roddick.
Tira giù il cappello, quindi di nuovo su, annusa l’ascella sinistra, scuote il polso sinistro, tira su la maglietta sulla spalla destra, poi la sinistra, fai rimbalzare la palla con forza e finalmente colpisce.
Talker, la routine è tutto.
La Sharapova ha paura delle righe che, prima di giocare, non calpesta mai.
Nadal indossa i calzini della stessa identica altezza, si mette i capelli dietro le orecchie e sistema pantaloncini o mutande (la famosa ‘smutandata‘) prima di ogni servizio.
Djokovic.. Nel libro Serve to win, dichiara di non avere particolari riti scaramantici. Parlando di Nadal, dice: «Le sue abitudini non sono altro che una serie di tic nervosi e rituali superstiziosi».
Ma noi sappiamo che anche Nole ha il suo piccolo rito: prima di ogni servizio fa rimbalzare la pallina almeno due dozzine di volte, così tanto, da arrivare un’anno ad infastidire l’avversario che, spazientito, si girò di spalle.
Talker, che rituali hai? Anche tu hai una bambolina voodoo del tuo avversario?
Facci sorridere! E non crederti un folle se li riveli, qui siamo tutti un po’ matti, nel caso non te ne fossi già accorto.
Alla prossima!
Giulia Guidetti for Tennistalker