Cosa vuol dire veramente allenare la testa?
Quante volte hai sentito queste frasi?
“..non hai la testa per vincere la gara”
“..sarai anche forte fisicamente, ma ti manca la testa”
Vi suonano familiari?
Il contributo della Psicologia dello Sport parte proprio da qui. Dal cercare di aiutare l’atleta ad allenare la propria mente oltre che il proprio corpo per far sì che queste componenti crescano in sinergia tra loro.
Ma partiamo per gradi.
Brevi cenni storici:
Da sempre si è cercato di capire come alcuni atleti fossero in grado di ottenere migliori risultati rispetto agli sportivi con maggior talento fisico. Pur riconoscendo l’importanza della relazione tra stati mentali e prestazioni fisiche, la Psicologia dello Sport è recente. Nasce intorno agli anni ‘60, come disciplina associata alle scienze motorie.
L’obiettivo di questa branca della Psicologia è quello di lavorare per sviluppare e potenziare le abilità mentali degli atleti.
Cosa vuol dire “non avere la testa”:
Nello sport, ma in generale in qualsiasi situazione agonistica, gli atleti arrivano a raggiungere livelli di competitività molto alti dove necessariamente aumentano le aspettative e di conseguenza vengono messi costantemente in discussione.
I ritmi giornalieri diventano molto frenetici e tutto questo può aumentare la dose di stress che l’atleta sperimenta rischiando di incidere negativamente sulla sua performance sportiva.
Motivo per cui appare estremamente necessario avere gli strumenti per gestire queste situazioni di tensione e demotivazione. Gli atleti, oltre ad allenare le proprie capacità motorie, hanno infatti bisogno di abilità mentali per imparare a gestire i vari livelli di attivazione sperimentati oltre che i propri pensieri.
Il contributo della Psicologia dello Sport:
Il tasso competitivo è direttamente proporzionale all’incidenza della componente mentale sulla prestazione. Maggiore è il livello sportivo richiesto e maggiore è l’influenza degli aspetti mentali.
Tutti sono a conoscenza del ruolo che gioca il talento e le abilità fisiche nel successo dell’atleta, ma non tutti riconoscono l’importanza della testa e di come poterla utilizzare ed allenare.
Martens (1987) sostiene che, uno dei compiti primari della Psicologia dello Sport, sia quello di aiutare gli sportivi a diventare “psicologicamente superiori”.
In questo senso, la Psicologia dello Sport può aiutare gli atleti a:
- Utilizzare la visualizzazione e l’immaginazione per aumentare la performance;
- Aumentare e mantenere la fiducia in sé stessi;
- Incrementare e consolidare alti livelli di motivazione;
- Imparare a gestire i propri pensieri;
- Riuscire a gestire i propri livelli di attivazione anche sotto pressione;
- Impostare e raggiungere efficacemente i propri obiettivi;
- Gestire i propri livelli di energia;
- Creare routine funzionali alla preparazione ed esecuzione della competizione;
- Allenare l’attenzione e la capacità di focalizzazione e concentrazione;
- Recuperare da momenti di pausa o di infortunio in modo ottimale;
- Migliorare la comunicazione interna con i propri compagni o membri dello staff sportivo.
Continua a leggere la nostra rubrica per toccare piano piano tutte le tematiche qui citate.
Sara Bordo Mental Coach
Psicologa dello Sport
Perform-up Team
Ideatrice della prima applicazione di mental training