In un’intervista esclusiva rilasciata a Barbara Schett, inviata di Eurosport, Federer ha scavato nei ricordi della sua carriera, nominando prima la partita in cui ha sentito di aver giocato il suo miglior tennis, e successivamente la sconfitta più cocente.
“Non è che mi sia messo a ripensarci dicendomi ‘fammi dare un po’ un’occhiata alla lista’”
“Per me la finale dello US Open contro Leyton Hewitt in cui ho vinto 6-0, 7-6, 6-0 è speciale. Cose del genere non succedono nelle finali Slam: decollare a quel modo nel primo set, barcollare nel secondo ma poi dominare di nuovo il terzo”.
“Per me quella partita è stata perfetta. Ero in cima al mondo. Ero il n.1 e ho dimostrato al mondo che meritavo di esserlo, e l’ho fatto contro qualcuno che rispetto moltissimo”.
“All’inizio della mia carriera ho davvero fatto fatica e poi arrivare lì mi era sembrata come una specie di tempesta perfetta. A guardare indietro mi piacerebbe giocare di nuovo quella partita”.
Quanto alla nota dolorosa per eccellenza, Federer ha detto: “Probabilmente Wimbledon 2008. Per il modo in cui è finita nella penombra con Rafa. C’era così tanto in gioco. Ci voleva un vincitore. La spuntò lui; ed è stato straziante”.
L’aver condiviso sul campo momenti del genere ha contribuito a cementificare la loro rivalità ma anche amicizia e stima reciproca, tanto che per l’ultima partita della sua carriera, quel doppio in programma venerdì sera, Federer vorrebbe avere affianco proprio Nadal: “Naturalmente mi piacerebbe moltissimo giocare con Rafa. Vedremo se questa settimana succederà. Ne parleremo con Borg e Rafa. Credo sarebbe un bel momento per due rivali proprio alla fine unire le forze. Giocare un’altra partita ancora assieme dallo stesso lato sarebbe molto speciale”.