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    Intervista a Paula Badosa

    In quest’intervista – rilasciata a dicembre a Eurosport e che qui riproponiamo, – Paula Badosa ripercorre l’annata appena vissuta e parla dei suoi obiettivi futuri, da quelli più immediati (il prossimo Australian Open) a quelli più lontani (i Giochi Olimpici di Parigi 2024).  

    D (domanda) R (risposta)

    • D. Come sono andate le vacanze? Da quel che hai mostrato sui social, si vede che te le sei godute…
    • R. Sì, non mi posso lamentare (ride). Me le sono godute. Sono pochi giorni all’anno, per cui ho cercato di approfittarne al massimo. Ma avevo voglia di tornare alla routine. Sono contenta di allenarmi già da una settimana.
    • D. A ogni modo, voi tennisti non vi fermate mai, nemmeno in vacanza…
    • R.  A essere onesta, durante le vacanze mi sono allenata tutti i giorni in palestra. La sola cosa che ho lasciato stare è stata la racchetta. Più che altro per la situazione: è stato un anno molto intenso e abbiamo poco tempo per prepararci per l’anno che arriva. Non è che potessi permettermi di fermarmi a lungo visto che tra due settimane devo essere in Australia. Ma anche così è qualcosa che mi piace fare e non mi pesa. E, siccome sono andata in posto tanto paradisiaco, ho potuto disconnettermi mentalmente.
    • D. Come sarà quest’anno in Australia? Ci saranno meno restrizioni?
    • R. Credo che, a tal proposito, quest’anno sarà più tranquillo grazie ai vaccini, per cui ci saranno meno restrizioni che la scorsa stagione. Per i tennisti è stato molto difficile, e non vogliamo attraversare nuovamente una situazione del genere. L’idea è facilitarci il lavoro e la competizione. 
    • D. Si inizia con Adelaide (dal 2 di gennaio), con nove tenniste nella top-10 in gara. È richiesto un certo livello fin da subito.  
    • R. Sì, io la prima cosa che penso quando guardo la lista è che sarà molto dura (ride). Giocano tutte, perché tutte han voglia di iniziare l’anno. È tutto talmente intenso che sembra che se ti perdi un torneo perdi molto, quindi dobbiamo essere preparate, non c’è altra scelta. Mi sono iscritta perché mi aiuterà a prendere il ritmo, a recuperare un’attitudine competitiva e a preparare meglio il Grande Slam.
    • D. Dopo essere risultata positiva, essere rimasta in isolamento 21 giorni e aver subito un’eliminazione prematura nella passata edizione, avrai voglia di rivincita all’Australian Open…
    • R. Sì, un po’ sì. L’anno scorso non mi sono divertita per niente. Mi piacerebbe andarmene con un altro retrogusto in bocca, perché è stato molto difficile. Adesso ci arrivo in un altro modo, in più inizio l’anno con un altro ranking; spero che tutto questo mi aiuti, anche nell’avere una fiducia diversa.
    • D. Allora al tuo arrivo eri 70ª in classifica e adesso 8ª. Senti che le rivali ti studiano di più?
    • R. Sì, certo. Non è tanto che ti studino di più, è che sei nel loro mirino. Adesso tutte vogliono batterti. Le tenniste giocano con meno pressione contro di te e tu con l’obbligo di vincere. È delicato, ma nel mondo del tennis succede sempre qualcosa. Quando sei la 70ª al mondo lotti per arrivare in alto, e quando sei in alto lotti per rimanerci. Ti impone una sfida costante, ma questo è il bello di questo sport.
    • D. Ti vedi nelle condizioni di lottare per il titolo agli Australian Open?    
    • R. Ci proverò. In allenamento do il cento per cento perché il mio obiettivo è arrivare ai round finali nei grandi tornei e nei Grand Slams. Il mio obiettivo adesso è andare in Australia e fare il meglio possibile, vincere il maggior numero di partite.
    • D. Tornando alla questione della tua positività, come hai affrontato la situazione? È stata dura uscire da quella buca o sentivi di essere matura a tal punto da non affondare e rigirare la situazione?
    • R. Ero preparata, ero abituata all’idea di un anno difficile. Avevo degli obiettivi, ma sapevo che per raggiungerli avrei dovuto soffrire, lottare molto. Ciò che più mi ha infastidita è stato che avevo fatto un pre-stagione molto buono e mi è toccato isolarmi, stare 21 giorni senza fare esercizio e senza poter respirare aria fresca. È stato complicato. Dal punto di vista fisico mi è costato recuperare il livello, ma mentalmente me la sono cavata bene, nei limiti di quel che potevo.
    • D. Un altro dei momenti delicati dell’anno è stato a Tokyo, con l’isolamento e il ritiro ai quarti di finale dopo un gran torneo… È un sassolino che ti è rimasto nella scarpa? Pensi a Parigi 2024?
    • R. L’ho vissuto male perché avevo molte aspettative. Mi ero preparata bene, stavo giocando bene, puntavo a vincere una medaglia e il tutto è stato fuori dal mio controllo. Si è trattato di una cattiva gestione dell’organizzazione che alla fine ho pagato io. La verità è che sì, mi è rimasto quel sassolino nella scarpa e non mi resta altro che mettere gli occhi su Parigi, una città in cui mi piace giocare: il Roland Garros, l’atmosfera… Desidero che arrivino (i Giochi Olimpici a Parigi) perché i Giochi quest’anno sono stati una bella esperienza, qualcosa di molto speciale. Mi piacerebbe prima o poi farli bene.
    • D. La tua ultima partita è stata in semifinale alle WTA Finals contro Garbiñe Muguruza. Entrambe avete fatto la storia per il tennis spagnolo, vi si è paragonato a Arantxa e Conchita.
    • R. La verità è che è un orgoglio che ci si paragoni alle grandi della storia del tennis spagnolo, e poter condividere questo con una grande giocatrice come Garbiñe mi da molta gioia.
    • D. Ti ci vedi a lottare con lei (Muguruza) in finali dei Grand Slams il prossimo anno?
    • R. Be’ mi piacerebbe. È il mio sogno. Sto lottando, lavorando e cercando di migliorare ogni giorno proprio per questo, è la verità. 
    • D. Quando l’hai vista vincere un Grande Slam la prima volta (Roland Garros 2016) ti immaginavi di giocare anni dopo contro di lei le semifinali di un grande torneo?
    • R. La verità è che l’ho sempre ammirata moltissimo, l’ho presa come esempio tanto per i suoi trionfi quanto per il suo stile di gioco. E adesso poter condividere tutto questo con una grande campionessa come lei per me è un sogno diventato realtà e una gioia, non posso negarlo. Sono orgogliosa di essere arrivata fin qui.
    • D. Campionessa a Indian Wells, arrivata ai quarti di finale al Roland Garros e ai Giochi Olimpici, semifinalista alle WTA Finals, nella top-10 del ranking… Ti senti sotto i riflettori, senti che ti arriva più affetto dalla gente e più attenzioni dai media?
    • R. Sì, sento molto l’affetto della gente. Sono felice, e aiutare le bambine piccole che stanno giocando dando l’esempio, anche questo è qualcosa di molto speciale. Cerco di fare il meglio che posso nel mio sport, e l’ho detto a Indian Wells: so che c’è gente in Spagna che si alza alle 2/3 della mattina e già questo fa sì che io dia il massimo in partita, perché lo sforzo vale la pena.           

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