Della sua imminente partenza per l’Australia Novak Djokovic aveva informato i fan ieri via social media. A permettergli di prendere parte agli Australian Open è un’esenzione medica che lo dispensa dall’obbligo di vaccinazione. Oggi, atterrato all’aeroporto di Tullamarine, il serbo si troverebbe al momento costretto a rimanere a bordo dell’aereo a causa di una svista burocratica alla dogana. A bloccare la procedura d’ingresso nel Paese sarebbe stata, secondo le fonti locali, un erronea scelta del tipo di visto da richiedere – il modulo compilato e presentato sarebbe quello per un visto che non ammette eccezioni quali l’esenzione medica ottenuta da Nole.
Questo è solo l’ultimo risvolto di una vicenda che si trascina da mesi (una vicenda particolarmente sentita in Australia), il cui nodo centrale è l’assegnazione stessa dell’esenzione, vista da alcuni come un mero favoritismo.
Facciamo un passo indietro e analizziamo più a fondo la questione.
Tutti gli aspiranti partecipanti al torneo devono o essere del tutto vaccinati, o fare domanda e ottenere un’esenzione speciale per ragioni mediche. Come funziona questa seconda opzione?
Tennis Australia ha spiegato che l’esenzione è assegnata attraverso un processo suddiviso in due fasi: prima la richiesta è vagliata da una commissione di esperti interni a Tennis Australia, dopodiché un ulteriore accertamento è condotto dallo Stato di Vittoria.
Craig Tiley, CEO di Tennis Australia, ha ribadito che quella ricevuta da Djokovic è la stessa esenzione medica che chiunque altro può ottenere in base alle linee guida dell’Australian Technical Advisory Group on Immunisation (ATAGI). “ […] ATAGI ha stabilito linee guida molto chiare che devono essere seguite di modo per te da essere inserito nell’Australian Immunisation Register e, se vieni inserito in quel registro, allora sei esentato dal vaccinarti e puoi venire in Australia”.
Tiley ha poi aggiunto che “per i giocatori di tennis si è trattato di un processo che è andato ben oltre quanto sperimentato da chiunque altro in arrivo in Australia, semplicemente perché noi avevamo un’ulteriore commissione, la quale, attraverso un controllo anonimo, valutava ogni domanda e poi assegnava l’esenzione in caso di idoneità.
Il CEO di Tennis Australia riconosce il fatto che l’arrivo di Djokovic susciterà turbamento data la sua posizione sui vaccini anti-Covid, tuttavia chiarisce che sta al serbo decidere se rendere nota o meno al pubblico la ragione alla base della sua esenzione. In ultimo ha assicurato che tutti – dagli organizzatori dell’evento, alle autorità dello Stato di Vittoria, fino a quelle federali, – faranno tutto il possibile per garantire a chiunque pari opportunità di entrare in Australia.
A proposito di autorità politiche, nel pomeriggio di oggi anche il ministro dell’Interno, Karen Andrews, è intervenuta dicendo la sua. Andrews ha rimarcato in un comunicato come se è vero che stava a Tennis Australia e al governo del Vittoria decidere se un giocatore non vaccinato potesse prendere parte agli Australian Open sarà tuttavia “il governo federale a far rispettare i nostri requisiti alla frontiera australiana”.
A ruota è arrivato un commento da parte del primo ministro, Scott Morrison, che sullo sbarco di Djokovic ha detto: “Se non è vaccinato deve fornire prove soddisfacenti che non può essere vaccinato per ragioni mediche. Se le prove risultassero insufficienti, allora non verrà trattato diversamente da tutti gli altri e se ne andrà a casa sul primo aereo. Non ci devono essere regole speciali per Novak Djokovic”.
A dispetto delle rassicurazioni arrivate da Tennis Australia sulla legittimità dell’esenzione medica, e nonostante l’inflessibilità contenuta nella affermazioni di figure di spicco della politica, permane in parte della popolazione australiana un sentimento di indignazione nei confronti di quella che è percepita come una presa in giro, un’eccezione ancora troppo torbida – malumori puntualmente espressi via social media.
Anche alcuni colleghi di Nole si sono mostrati dubbiosi riguardo la situazione venuta a crearsi. All’ATP250 di Sidney è stato chiesto agli australiani James Duckworth e Alex de Minaur di commentare l’accaduto. “Guarda, io non conosco i criteri per le esenzioni. A quanto pare c’è una commissione indipendente. In qualche modo deve essere rientrato nei criteri” ha detto Duckworth. Al che de Minaur ha replicato: “È molto politicamente corretto da parte tua. Penso solo che sia molto interessante. Non dirò altro”.
Fonti: https://www.theguardian.com/sport/2022/jan/05/appalling-message-outrage-over-novak-djokovics-medical-exemption-to-play-australian-open