Perché venire a Torino quest’anno significa rendere omaggio a un momento storico
Se eravate fra quelli che si aggiravano timorosi e un po’ spauriti fra i pochi stand del Fan Village nella prima edizione delle ATP Finals, due anni fa, dovete venire. Se invece facevate parte del gruppo rinforzato dello scorso anno, dovete venire lo stesso.
A maggior ragione se avete vissuto l’epopea non troppo fortunata delle NextGen milanesi, magari a partire dal 2019 quando un giovanissimo Sinner totalizzò di fatto quello che è rimasto l’unico “tutto esaurito” dell’Allianz Cloud.
Insomma, se siete da sempre fra quelli che amano il tennis di quell’amore che fa apprezzare di più un secondo turno a Metz che un match dei gironi di Champions, allora quest’anno dovete venire a Torino. Perché vi sentirete ringraziati, e gratificati, in un modo che neanche immaginavate.
Il motivo non è legato all’eccezionale menù agonistico apparecchiato dal Caso per la prima volta da parecchio tempo nel Torneo dei Maestri. Una sfilata dei migliori giocatori in circolazione che quest’anno una classifica benevola ha portato a Torino distribuendoli negli otto giorni di competizione. In pratica, una cosa rara e una gioia per gli occhi dei fortunati possessori dei biglietti, al netto della sfortuna di Tsitsipas, che poi è anche quella di chi ha avuto in sorte la sua partita con Rune. Questa volta alle Finals ci sono proprio i migliori in assoluto, che coincidono con quelli che giocano meglio proprio adesso.
Ma non è per questo che le Finals 2023 sono un momento importante per voi romantici del Tennis. No, il motivo per cui dovete venire è un altro, e ve ne renderete conto presto, appena varcata la soglia del nuovo, enorme Fan Village.
Lo comincerete a intuire negli stand ricolmi di merci che mai si sono interessate al Tennis, e che ne scoprono sorprese gli appassionati. Il sospetto si svilupperà poco dopo guardando i ragazzi che tentano la prova di riflessi o si cimentano coi vari tipi di gaming sul tennis, mentre fino a poco tempo fa il massimo cui si poteva aspirare era una gara di velocità al servizio in uno stand così piccolo che al minimo errore di direzione si rischiava di assassinare il tizio con la birra in mano nel box di fianco.
Nella food area, il sospetto si trasformerà in certezza: qualcosa è cambiato, per sempre. Ripenserete con timido affetto, ma non rimpianto, all’indigeribile panino trangugiato al baracchino sul viale alberato di fianco al Pala Alpitour, nel gelo micidiale della notte torinese della prima edizione, unica alternativa a code infinite o al digiuno poco intermittente. E lo farete gustandovi magari l’ottimo pollo con riso e cocco dell’Healthy Stand, valida alternativa alle molte altre soluzioni disponibili, in uno spazio finalmente all’altezza delle esigenze alimentari di un pubblico affamato di tennis ma non solo.
La certezza sfocerà in un sorriso quando riconoscerete la gioia pura della street artist che sale sul palco degli eventi del Village, e che per una volta si esibisce senza doversi preoccupare del freddo, dei vigili o dei passanti frettolosi. E con un po’ di fortuna, lo capirete chiacchierando coi carota boys che seguono Sinner dovunque e che in realtà si chiamano (da ieri) Fox Boys. Ma questa è un’altra storia, bella, e ve la racconteremo a suo tempo.
E infine, giusto prima di avviarvi a prendere posto nell’impianto del Pala Alpitour, vi scoccherà la scintilla finale guardando la scritta bianca “Let’s go Sinner, let’s go” sulla maglietta rossa della bella ragazza mora con la treccia, seduta davanti a voi. Che poi è uguale a quella del ragazzo seduto tre sedie più in là, ma anche del brizzolato a sinistra e della bambina a destra, una macchia rossa che non avevate notato e che vi allarga il cuore.
Già, perché ormai lo avete capito, quello che state provando. È la consapevolezza che queste ATP Finals italiane, nate sfortunate e sviluppatesi in sordina ora sono finalmente qualcosa di più grande, e di diverso. E che un po’, è anche merito vostro che le avete assistite, animate coccolate e frequentate anche quando in pochi ci credevano.
Insomma, se verrete a Torino in questi giorni avrete molto di più che l’opportunità di godervi delle belle partite in un contesto finalmente all’altezza della manifestazione più importante dell’anno. Potrete vedere coi vostri occhi che il nostro sport è entrato in un’altra dimensione, in una nuova era, in cui “it’s all about tennis”, tutto è tennis, in una maniera e con una qualità che non si poteva neanche immaginare solo due anni fa, e che deve rendere orgogliosi tutti, gli appassionati che c’erano quando a guardare le Finals erano pochi, ma anche quelli che grazie ai nostri fantastici ragazzi si sono avvicinati allo sport più bello del mondo.
E mi raccomando non vi perdete il dolcetto azzurro a forma di … ATP Finals, da solo vale il prezzo del biglietto!!