In un tabellone di qualità, il Torneo Internazionale Femminile delle montagne friulane arricchisce l’offerta turistica e conferma temperamento e qualità di una giocatrice dalle diciassette primavere
La nona edizione del torneo “Città di Tarvisio Tennis Cup- Gruppo Taboga”, gara Itf da 25mila dollari non smentisce la caratteristica di essere anche fucina delle promesse tennistiche femminili. Nel caso di Petra Marcinko sarebbe più opportuno parlare di talento acclarato, visto che la 17enne croata ormai ostenta una collana di successi che non lasciano spazio a molte titubanze previsionali. Per parlare unicamente delle tappe più significative della sua giovane vita agonistica val la pena ricordare nel campo Junior: il ranking raggiunto come n.1 del mondo, la vittoria a Melbourne nello Slam Australiano ed il successo nell’Orange Bowl under 18 in doppio e singolo nel torneo che attira i grandi marchi sportivi.
Nel campo professionistico, tra la stagione scorsa e quella in corso, oltre a buoni piazzamenti in diverse prove, ha trionfato in Aquitania vincendo l’$80.000 di Poitiers, due manifestazioni in Turchia da 25mila dollari, il freschissimo $60.000 di Roma, ed é storia di oggi la fermezza nel voler trionfare anche nell’appuntamento di Tarvisio.
Nel torneo della Valcanale è proprio la Marcinko ad occupare la prima posizione di un seeding di livello, forte del ranking n. 195, mentre sul lato opposto la romena Miriam Bulgaru n. 217, saluta subito la compagnia lasciando l’egemonia della parte bassa del tabellone a Katarzyna Kawa.
La trentenne polacca naviga a vele spiegate di due set ed arriva in semifinale dove trova l’italo tedesca Silvia Ambrosio, nata in Germania da genitori italiani, di fatto azzurra e componente del team padovano del CS Plebiscito. Nel suo cammino tarvisiano da menzionare l’eliminazione in due set della recente vincitrice del 60mila di Grado, Yuliya Hatouka.
L’incontro di semi é piacevole perchè mette di fronte due stili di gioco opposti: in continua spinta l’Ambrosio che trascina con sé l’impianto dell’impulso aggressivo, maturato sui campi sintetici dei College Usa, tra Indiana e Wisconsin e l’assetto da attenta regolarista dell’esperta giocatrice dell’Est.
Purtroppo per la 26enne residente ad Offenbach le percussioni veementi trascinano i relativi rischi, ingigantiti da una rivale che nel preciso rovescio e nel dritto di disimpegno disegna angolazioni estreme. Traiettorie che a fondo campo l’Ambrosio stenta ad addomesticare fino a cedere per 6-3 6-2.
Il match dell’altra semifinale ha il sapore di un derby (il terzo della serie) tra Marcinko e la connazionale Tana Lukas ed offre spunti di notevole interesse in particolare per il ritmo, a tratti forsennato, sostenuto dalle due croate.
Per tutto il primo parziale la giocatrice di Spalato si rivela essere avversaria ostica per la Marcinko, che deve dispiegare il suo composito repertorio per fronteggiare i colpi poderosi della 28enne avversaria. Ma è proprio davanti a queste impetuose fiammate che si intravedono le qualità fisico-tecniche della teenager, ovvero la capacità di replicare alle più disparate bordate, invertendo seccamente la pericolosità del colpo con fendenti risolutori, nonché la perizia nel ricorrere a destabilizzanti chop quando è necessario salvare il punto per poi riprendere velocemente l’assetto per lo scambio.
Stizza e nervosismo in crescendo si avvertono nei monologhi prolungati della Lukas, ma la giovane zagabrese ormai ha ben in pugno il pallino del gioco e timbra la contesa per 6-4 6-2.
Nel match clou la Marcinko ben centrata parte alla grande, libera il braccio, investendo di vincenti la Kawa che non riesce a depotenziare le sue profonde traiettorie, ma soprattutto non riesce a trovare nella mischia il tempo per le sue schermaglie tattiche. Subisce il 6-1 e va sotto fino al 0-2, ma trova il verso, mentre la rivale rifiata fin troppo rassicurata, di tessere la sua tela fatta di colpi ragionati con il rovescio angolato che sembra una sentenza, mentre le gambe mulinano bene a coprire gli angoli.
Un ribaltone imprevisto che alla giocatrice, nata nella parte meridionale della Polonia, ma cresciuta tennisticamente a Poznan vale un insperato 6-4 e la gratificazione di guadagnare il terzo parziale.
Ma il momento magico per lei è finito perché la croata, rianimata anche dai discreti suggerimenti del padre Vseko, riprende a martellare con la purezza e l’efficienza dei suoi colpi. Risoluta serve bene, guadagna spesso campo, concretizza la brillantezza del suo gioco a tutto campo e chiude la pratica con il definitivo 6-2 che le vale il titolo tarvisiano.
Per la Kawa, ex 112 Wta, un torneo comunque positivo, mentre per la Marcinko un’altra perla da riporre nel capiente scrigno dei successi, per entrambe la possibilità d’incontrarsi nuovamente nell’imminente 60mila capitolino.
Alle premiazioni come rammentato dal direttore del torneo, l’inesauribile Piero Tononi, soddisfazione per l’andamento delle gare, per l’alta qualità delle partecipanti e per la soddisfazione di aver visto una sua concittadina, la triestina in Sara Ziodato (college Usa in Texas e Virginia) superare, prima fra tutte le regionali, un turno del main draw. Piena sintonia su quanto espresso da parte del presidente del circolo Giuseppe Montanaro, del presidente Fitp Antonio De Benedittis e dell’assessore del comune Mauro Mueller.
fausto serafini