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    TennisTalker MagazineTennis TTCompetizioniAll'ASPRIA Tennis Cup la prima giornata delle qualificazioni ha dato belle soddisfazioni ai colori italiani

    All’ASPRIA Tennis Cup la prima giornata delle qualificazioni ha dato belle soddisfazioni ai colori italiani

    Bene Serafini, Caruso, Oradini, Iannacone e Andrea Arnaboldi

    Archiviata la peggiore stagione in carriera, Salvatore Caruso si sta lentamente rilanciando. “Voglio rivivere l’aria dei grandi tornei. Ho ritrovato il piacere della lotta sul campo da tennis. Quando prepari una partita importante e ti viene la pelle d’oca, senti le vibrazioni, le sensazioni, le emozioni… ti rendi conto che c’è ancora tanta benzina in corpo”.

    Basta una frase, in fondo, a sintetizzare lo spirito di Salvatore Caruso. Raggiunta la soglia degli “enta”, il siciliano è ripartito dai bassifondi dopo la profonda crisi vissuta nel 2022.

    Era piombato quasi fuori dai primi 400, oggi si presenta all’ASPRIA Tennis Cup – Trofeo BCS (73.000€, terra battuta)da numero 265, prima testa di serie delle qualificazioni.

    Ha esordito con un convincente successo contro Lorenzo Rottoli, evitando di complicarsi la vita nel finale: sul punteggio di 6-0 5-1, il comasco si è avvicinato fino al 5-4 ma Caruso ha chiuso la pratica quando ha servito per la seconda volta per il match.

    Per accedere al main draw dovrà battere il ceco Michael Vrbensky. “La stagione sta andando sempre meglio – racconta Caruso – risultati a parte, mi sono ritrovato. Mi sto divertendo, sono a mio agio nella lotta e per uno con il mio tennis è una bella notizia. Per come è stata la mia carriera, era difficile sperare in un rientro col botto. Diciamo che sto facendo gli stessi step di qualche anno fa, ma con maggiore velocità”.

    Numero 76 ATP nel 2020, Caruso si è costruito passo dopo passo, arrivando a giocare sui campi più importanti dopo essere partito dal basso.

    La voglia di rivivere quei momenti è la fiamma che alimenta la sua motivazione. “Sarei bugiardo se dicessi di essere pienamente soddisfatto di quello che ho fatto – racconta – se lo fossi, non sarei qui a lottare nelle qualificazioni di un Challenger. Ho fame. Ho tanta fame di giocare partite importanti e rivivere quel brivido prima di scendere in campo. E poi sarebbe una grande soddisfazione arrivarci per la seconda volta. Una volta può essere un caso… due volte no”.

    Pur mantenendo la giovialità che lo ha sempre contraddistinto, il Caruso del 2023 è una persona diversa rispetto a qualche anno fa. Certamente più maturo, anche più riflessivo. 

    “Sono nel tour da 12-13 anni e ho accumulato tanta esperienza che provo a mettere in campo. Si può migliorare su tutto: per me la gestione dei momenti è un aspetto su cui sono cresciuto molto, ma posso ancora migliorare. A livello tecnico potrei giocare qualche slice in più, utilizzare una prima di servizio più lavorata, magari adottare qualche serve and volley perché gli emergenti lo stanno facendo. Avere delle varianti è sempre positivo, ma la cosa più importante è aver ritrovato un Salvo Caruso che lotta e vuole vincere”.

    Una sfida con se stesso, senza pensare troppo agli altri, anche se è inevitabile pensare a una sorta di competizione tra quelli della sua generazione e i giovani emergenti. “Ovviamente sono concentrato su me stesso, ma qualche giorno fa mi è capitato di scherzare con Gianluca Mager. Ci siamo detti che eravamo lassù, poi siamo scesi e abbiamo tutti più o meno la stessa classifica. Penso anche a Gaio, Giannessi, Travaglia… siamo un gruppo di amici che sono tornati indietro ma stanno provando a risalire”.

    E i giovani? A parte Sinner e Musetti, tra i ventenni del tennis italiano c’è qualcuno che ti piace particolarmente? 

    “Sono tanti e con stili diversi – dice “Sabbo” – Arnaldi sembra davanti a tutti, Passaro sta vivendo un periodo un po’ così… dovessi fare un nome dico Flavio Cobolli. È un ragazzo molto simpatico, più sensibile di quanto possa sembrare… credo e spero che possa fare veramente bene”.

    La prima giornata delle qualificazioni ha dato belle soddisfazioni anche ad altri azzurri.

    Ci sono ben sette rappresentanti al turno decisivo, in virtù di una domenica che ha regalato tre vittorie contro pronostico.

    In mattinata, Marcello Serafini ha alimentato la crisi di risultati di Chun Hsin Tseng. Soltanto sette mesi fa, il taiwanese era a Milano per giocare le Next Gen Finals, adesso è uscito addirittura dai top-300 ATP, in virtù di un 2023 che gli ha visto vincere appena otto partite. Era comunque la seconda testa di serie del tabellone cadetto e vanta una certa esperienza, sebbene debba ancora compiere 22 anni.

    Marcello Serafini – Foto Francesco Peluso

    Nel pomeriggio, Giovanni Oradini ha firmato una bella impresa contro Carlos Taberner, che soltanto dodici mesi fa era tra i top-100 ATP ma ha patito un infortunio che lo ha bloccato per quattro mesi: Milano è soltanto il secondo torneo dopo il rientro, e forse l’ha pagata in una sfida di tre ore contro il roveretano, che aveva bisogno di un risultato di rilievo dopo quattro eliminazioni di fila al primo turno.

    Bella vittoria anche per Federico Iannaccone: il molisano è arrivato nella serata di sabato da Bergamo, laddove era giunto in semifinale nel locale torneo ITF, e ha gradualmente sgretolato la resistenza di Marius Copil, a disagio sulla terra battuta e liquefattosi nel caldo milanese (la temperatura ha oscillato per tutta la giornata intorno ai 30 gradi). 

    La sua vittoria ha garantito l’unico derby al turno decisivo, poiché se la vedrà con Andrea Arnaboldi.

    Oggi si completeranno le qualificazioni, poi si giocheranno i primi cinque match del tabellone principale: attesa per l’esordio del numero 1 del tabellone, l’argentino Facundo Diaz Acosta (opposto alla wild card Gianmarco Ferrari), mentre in Casa Italia c’è curiosità per il derby tosco-ligure tra lo spezzino Alessandro Giannessi e il pisano Francesco Maestrelli, oltre all’esordio di Edoardo Lavagno, che avrà un test impegnativo contro Gauthier Onclin.

    (Fonte: Ufficio Stampa ASPRIA Tennis Cup – Trofeo BCS)

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