Tutte le curiosità sul torneo più innovativo ed amato dai giovani
Manca poco all’edizione 2022 delle Next Gen ATP Finals che si svolgeranno dall’8 al 12 novembre all’Allianz Cloud di Milano.
Il torneo si è disputato per la prima volta nel 2017 e la formula così innovativa aveva fatto storcere il naso a molti puristi del tennis.
Ma cos’ha di così diverso dai tornei classici?
Il torneo prevede la partecipazione dei migliori sette giocatori under 21 della stagione, più una wild card locale. Regola però non più confermata dal 2021 quando Hugo Gaston è entrato direttamente a far parte della pattuglia dei migliori giocatori per meriti di classifica.
Le partite si disputano in cinque giorni, con due gironi all’italiana, seguiti dalle semifinali e dalla finale. Non assegna alcun punto valido per la classifica mondiale eppure tutti fanno a gara per qualificarsi.
Le prime due edizioni si sono giocate nei padiglioni della Fiera Rho-Pero e in seguito all’Allianz Cloud.
Si gioca su un solo campo sprovvisto di corridoi e le partite si disputano con un formato più breve: tre set su cinque dove ogni set ha solo 4 games con il tie-break sul 3 pari. Proprio come nei rodei.
C’è chi sostiene che questo tipo di formula sia stata ideata per necessità televisive: incontri ipoteticamente più brevi e maggior numero di partite nell’arco della giornata. Ipoteticamente, perché, per fare un esempio, nel 2021 Lorenzo Musetti e Hugo Gaston hanno disputato un match durato ben 2 ore e 33 minuti. Il toscano se l’è aggiudicato con il punteggio di 4/3(4) 4/3(6) 2/4 3/4(7) 4/2.
Vero o non vero, inizialmente non tutti hanno apprezzato le novità introdotte, ma già al termine della prima edizione tutti aspettavano il ritorno delle Next Gen ATP Finals, giocatori e spettatori.
Il riscaldamento inziale passa da 4 ad un minuto soltanto. E per accelerare ancora di più i tempi, sono stati aboliti i vantaggi e sul 40 pari si gioca il temuto killer-point: chi fa punto conquista subito il game.
Il cambio campo avverrà ogni 3 games e a alla fine di ogni set. La pausa però dura un po’ di più, 90 secondi.
Se sul servizio la palla tocca il nastro, vale la No-Let Rule e il giocatore non può ripetere il servizio, ma si continua a giocare come durante uno scambio. Meglio comunque sempre chiedere scusa se succede.
Le partite non sono arbitrate dai giudici di sedia, ma da Hawk-Eye Live, l’occhio di falco elettronico che impedisce così di poter contestare qualsivoglia pallina, segno, in o out.
Gli allenatori possono fare coaching. Nelle prime edizioni il giocatore comunicava con l’allenatore tramite delle cuffie stereo, oggi si parlano direttamente a voce per la gioia degli spettatori che possono carpire i preziosi consigli. I coach sono muniti di tablet e attraverso il sistema TennisViz possono controllare tutte i dati e le statistiche dell’incontro in tempo reale.
E guarda caso dall’11 luglio di quest’anno e fino a fine stagione anche l’ATP ha ufficialmente aperto, in via sperimentale, le porte agli allenatori con il permesso di fare coaching.
E’ consentita la “libera circolazione” degli spettatori sugli spalti, tranne che nelle prime file dietro la linea di fondocampo perché potrebbero disturbare il giocatore al servizio o alla risposta.
Il medical time-out può essere chiamato dai giocatori solo una volta durante l’incontro e ha una durata massima di tre minuti. Sono comunque sempre permessi i trattamenti durante i 60 secondi del cambio campo.
La pausa per la toilette può durare massimo 3 minuti compreso il tempo per andare e tornare. The show must go on!
Lo Shot Clock segnala i 25 secondi di pausa fra un punto e l’altro, ma una nuova regola prevede che se chi serve fa doppio fallo, oppure ace o ha ottenuto il punto grazie ad un errore gratuito in risposta, il tempo si abbassa a 15 secondi. Lo shot clock dei 25 secondi è stato adottato anche dagli altri tornei del circuito. Una sperimentazione che è piaciuta e che grazie anche al consenso dei giovani protagonisti è diventata ufficiale.
Del resto le Next Gen ATP Finals sono proprio una sorta di test per verificare l’apprezzamento di alcune nuove regole, sia da parte dei giocatori che da parte del pubblico. Si tratta sicuramente di un torneo innovativo e coraggioso dove i protagonisti sono esclusivamente i giovani.
E non potrebbe essere altrimenti considerando anche l’allestimento moderno e super tecnologico dell’Allianz Cloud: luci di tutti i tipi, musica con il dee-jay, scritte che appaiono e scompaiono per segnalarci i set point e i match point nel caso in cui ci fossimo distratti.
Ma chi sono i giocatori che fino ad oggi hanno partecipato alle Next Gen ATP Finals?
Dieci i giocatori che hanno giocato negli anni passati e che sono in seguito diventati top ten: Sinner, Medvedev, Tsitsipas, Rublev, Khachanov, Ruud, Hurkacz, Shapovalov, Alcaraz e Ruud. Nomi che, almeno per qualcuno, quando hanno giocato a Milano non dicevano assolutamente nulla, dei perfetti sconosciuti, ma che si sono poi rivelati i campioni che oggi tutti conosciamo.
Una curiosità. Matteo Berrettini non ha mai giocato questo torneo perché per partecipare nel 2017 aveva bisogno della wild card e per aggiudicarsela ha dovuto giocare le qualificazioni dove è stato sconfitto da Filippo Baldi. Quell’anno l’ottavo posto venne conquistato però da Gianluigi Quinzi che nel 2013 aveva fatto sognare tutta l’Italia vincendo Wimbledon Juniores.
Sempre per l’edizione del 2017 aveva conquistato un posto fra i migliori sette Zverev, ma era già qualificato anche per le ATP Finals (all’epoca si giocavano a Londra) e a Milano giocò solo un’esibizione.
L’albo d’oro delle Next Gen ATP Finals
2017
- Vincitore: Hyeon Chung
- Finalista: Andrey Rublev
- Partecipanti: Karen Khachanov, Denis Shapovalov, Borna Coric, Jared Donaldson, Daniil Medvedev e Gianluigi Quinzi
2018
- Vincitore: Stefanos Tsitsipas
- Finalista: Alex de Minaur
- Partecipanti: Frances Tiafoe, Taylor Fritz, Andrey Rublev, Jaume Munar, Hubert Hurkacz e Liam Caruana.
2019
- Vincitore: Jannik Sinner
- Finalista: Alex de Minaur
- Partecipanti: Frances Tiafoe, Casper Ruud, Miomir Kecmanovic, Mikael Ymer, Alejandro Davidovich Fokina e Ugo Humbert
2021
- Vincitore: Carlos Alcaraz
- Finalista: Sebastian Korda
- Partecipanti: Lorenzo Musetti, Brandon Nakashima, Juan Manuel Cerundolo, Sebastian Baez, Holger Rune e Hugo Gaston
I QUALIFICATI PER L’EDIZIONE 2022:
(Carlos Alcaraz – non partecipa)
(Jannik Sinner – non partecipa)
- Holger Rune Q
- Lorenzo Musetti Q
- Jack Draper Q
- Brandon Nakashima Q
- Jiri Lehecka Q
- Chun Hsin Tseng Q
- Francesco Passaro Q
- Dominic Stricker Q
(Matteo Arnaldi alternate)
Who will be the NEXT?