Il debutto a Wimbledon è stato abbastanza ostico per Novak Djokovic. Il sudcoreano Soonwoo Kwon non solo gli ha strappato il 2° set, ma anche nei restanti è sempre riuscito a mettere il serbo con le spalle al muro – gli ha rubato il servizio al 1° e ha costretto l’attuale n.3 al mondo a difendere un break point nel 3° e ben tre break points nello stesso game al 4°. Alla fine Djokovic è riuscito a restare in carreggiata e a portare a casa la vittoria col punteggio di 6-3, 3-6, 6-3, 6-4. Al secondo turno se la vedrà col partner di Kyrgios nel doppio, l’australiano Thanasi Kokkinakis (n.79). Queste alcune delle sue dichiarazioni nella conferenza stampa successiva alla partita con Kwon.
Tema della domanda: com’è stato tornare a giocare nel Centrale. “Fantastico. È sempre una partita parecchio unica la prima sull’erba da campione in carica. A parte quest’anno, che Wimbledon ha cambiato e ci si può allenare prima dell’inizio del torneo, era sempre scendere in campo sull’erba intonsa ed è davvero sensazione unica e speciale. È bello essere tornato. È stata una buona vittoria contro un giocatore molto talentuoso, che ha qualità sia nel dritto che nel rovescio. Non ho giocato al mio meglio, ma quando dovevo trovare il colpo giusto l’ho fatto. Il servizio mi ha tolto dai guai in qualche momento decisivo. So di poter far meglio ma per la prima partita sono soddisfatto e ora si continua”.
Tema della domanda: quali statistiche personali si va a rivedere per valutare come sta andando l’adattamento all’erba. “A essere onesto guardo più alle statistiche del mio prossimo avversario che alle mie. È più una questione di come mi sento in campo, dei movimenti, del timing, e semplicemente in generale di cercare di avere un ritmo migliore a ogni colpo. Così come su ogni altra superficie, ma in particolare sull’erba, hai bisogno di giocare più partite in modo da rodare le giocate, perché è completamente diverso giocare dei punti in allenamento e scendere in campo sul Centrale e disputare una partita ufficiale.
“Entrano in gioco i nervi, e poi nei turni iniziali i tuoi avversari non hanno molto da perdere quindi se la giocheranno più a viso aperto, credendo di poter prendere il tuo scalpo, e poi naturalmente dal tuo punto di vista cerchi di entrare in ritmo, perché prima di Wimbledon non ho partecipato ad alcun torneo o partita ufficiale per cui nelle prime due partite ci sarà un po’ di ruggine. Sono contento di questa vittoria oggi, contro un avversario che dalla linea di fondo se la cavava piuttosto bene. Fare in modo che la pallina lo oltrepassasse non era semplice, era sempre lì, giocava piatto, la pallina arrivava veloce e bassa: mi ha davvero fatto lavorare per vincere”.
Tema della domanda: McEnroe ha assistito alla partita e si chiedeva se, tra la sconfitta allo US Open e quel che è successo in Australia e dopo, dal punto di vista umano non ti senta sfiancato da tutto questo. “Sì e no. Sì perché in Australia ho vissuto qualcosa che non avevo mai vissuto prima in vita mia, e quindi questo periodo di diversi mesi nel dopo Australia per me emotivamente è stato una sfida per via di parecchi fattori. Ma in termini della mia motivazione in campo, del compiere il mio lavoro quotidiano e provare a vincere più titoli e a essere uno dei contendenti per altri Grandi Slam, non è cambiato molto a essere onesto, perché col team abbiamo cercato di tenere tutto insieme restando attaccati alla routine che sappiamo funziona per noi. Ma naturalmente la sensazione al tornare in campo in particolare nei primi tornei del dopo Australia era diversa, non molto piacevole, ma adesso non ne sento più gli strascichi, sono andato avanti, la prendo torneo per torneo e cerco di ricavare il meglio da quell’esperienza”.