Andre Agassi – Costretto ad allenarsi fin da quando aveva quattro anni da un padre dispotico ma determinato a farne un campione a qualunque costo, Andre Agassi cresce con un sentimento fortissimo: l’odio smisurato per il tennis. Contemporaneamente però prende piede in lui anche la consapevolezza di possedere un talento eccezionale. Ed è proprio in bilico tra una pulsione verso l’autodistruzione e la ricerca della perfezione che si svolgerà la sua carriera sportiva. Con i capelli ossigenati, l’orecchino e una tenuta più da musicista punk che da tennista, Agassi ha sconvolto l’austero mondo del tennis, raggiungendo una serie di successi con pochi precedenti nella storia del tennis.
Il padre pugile, va a vivere a Las Vegas e sogna i figli come campioni di tennis. Il quarto gli da maggiori soddisfazioni. Il padre era un geometra ossessionato dalla perfezione.
Crea per il figlio un mondo tennistico. Un milione all’anno di palline lanciate all’anno.
Continua a ripetere: se mio figlio riuscirá a rispondere a un milione di palline lanciate in un anno, allora sarà un campione. Ecco la breve, ma intensa, intervista:
Il libro – Andre Agassi
Andre Agassi ne parla anche nel suo libro, OPEN, L’opera è stata accolta positivamente dalla critica, conseguendo un ottimo successo commerciale. Il libro è stato inserito da Alessandro Baricco tra le cinquanta migliori letture degli ultimi dieci anni nella sua rubrica Una certa idea di mondo, pubblicata su Repubblica.[1][2] È stato definito dal Corriere della Sera «un’opera sulla caduta e sulla redenzione»[3] e dal Riformista «una grande epopea dal sapore letterario», si legge su Wikipedia.
Nella sua carriera ha vinto 60 titoli ATP e 8 tornei dello Slam, detenendo il primo posto nella classifica ATP per 101 settimane e guadagnando in carriera più di 31 milioni di dollari in premi e 150 milioni di dollari in sponsorizzazioni.
Avete letto il libro? Lo consigliereste? Noi di Tennistalker ve lo consigliamo, in quanto parla di un atleta che ha vissuto combattuto tra il desiderio di vincere e l’odio smisurato verso uno sport che non sentiva completamente suo.
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Fonti: wikipedia & youtube