More
    TennisTalker MagazineCuriositàGiovani tennisti: la difficoltà di unire sport e studio
    Pubblicato in:

    Giovani tennisti: la difficoltà di unire sport e studio

    Il tennis é uno sport che, come avevamo detto qualche giorno fa sul nostro blog, si può iniziare a giocare attorno ai 5-6 anni. Ovviamente ci sono tennisti anche più giovani, probabilmente quelli che hanno sviluppato più rapidamente capacità motorie e di coordinazione.

    Per alcuni inizia come un passatempo e rimane tale, per altri invece diventa un vero e proprio sport praticato a tempo pieno. Questi giovani tennisti sono sottoposti ad un carico di stress non indifferente, avendo degli obbiettivi da raggiungere piuttosto alti.

    Tutto é possibile, ma costa sacrifici. Uno di questi é la scuola.

    Sono tantissimi infatti i giovani tennisti che hanno dovuto mollare gli studi per dedicarsi completamente al tennis. A qualcosa bisogna rinunciare, ma siamo sicuri che rinunciare alla scuola sia la strategia corretta?

    Il tennis é uno sport che si può giocare fino ad una determinata fascia d’età, oltre la quale non é più possibile gareggiare. In più, dato il sovraccarico a livello articolare, é uno sport che é soggetto spesso ad infortuni.

    Cosa scelsero i grandi campioni quando erano ancora giovani tennisti

    giovani tennisti

    Roger Federer ha lasciato gli studi a 16 anni, seguito da Boris Becker, che non andò oltre la terza media.

    Serena e Venus Williams studiarono invece a casa, privatamente, su decisione del padre.

    Vi sono anche coloro però che gli studi li proseguirono. Tra questi abbiamo Djokovic, Tipsarevic, John Isner, laureato in comunicazione, e James Blake, che studiò ad Harvard.

    Tenere in considerazione l’idea di preparare un piano B in vista di eventuali momenti futuri in cui ve ne sia necessità non é da sottovalutare.

    Come dicevamo prima, gli infortuni sono dietro l’angolo e non tutti diventano Federer e Nadal. In alcuni casi, quelli in cui il talento dell’atleta era lampante, l’azzardo ha avuto buon esito, ma purtroppo i progetti non va sempre come li si, per l’appunto, progetta.

    Ogni giocatore ha delle attitudini e delle preferenze personali, ma la cultura é importante. É un salvagente che può tornare utile in tantissime occasioni e mal che vada, resta comunque un bagaglio di esperienza personale insostituibile. “Chi salva i libri costruisce un futuro migliore”, dicono, e probabilmente é così.

    E voi? Ritenete corretto abbandonare gli studi per dedicarsi alla carriera sportiva? Fateci sapere la vostra opinione, sempre qui su TennisTalker!

    Commenti

    Newsletter

    Ti potrebbe interessare...

     

    Segui i tornei in collaborazione con TENNISTALKER MEDIA PARTNER

    più popolari