Dominic Thiem è stato intervistato al podcast Business of Sport dove ha spiegato tutti i costi e i guadagni necessari per poter vivere di tennis
“Il tennis sta diventando uno sport per ricchi? Sì! – ha detto Dominic Thiem in un’intervista al podcast Business of Sport. L’affermazione non stupisce certo chi il tennis lo segue o pratica da tempo, ma non sempre sono chiare le cifre concrete che servono per poter inseguire il sogno di diventare un tennista professionista.
I costi durante l’adolescenza
L’austriaco, ritiratosi esattamente un anno fa a Vienna, ha spiegato in maniera dettaglia le difficoltà che tutti i giovani aspiranti giocatori devono affrontare per potere accedere al circuito: “La formazione è molto costosa. Ad esempio, nella nostra accademia cerchiamo di aiutare le famiglie con meno risorse in modo che se un ragazzo o una ragazza ha talento, possa comunque allenarsi e inseguire il suo sogno. Ma il tennis è molto costoso. Dai 13 ai 18 anni, o fino al momento in cui il ragazzo o la ragazza inizia a guadagnare, bisogna pagare tra gli 80.000 e i 100.000 euro all’anno. Quindi parliamo di quasi un milione di euro in totale , una cifra incredibile che praticamente nessuno può permettersi. Anche se aiutiamo i genitori e troviamo sponsor o investitori per finanziare la loro carriera, è comunque molto costoso.“
Thiem ha poi fatto l’esempio di un ragazzo che fa parte della sua Accademia, spiegando come non guadagni quasi nulla dai tornei pur viaggiando come un professionista vero: “Abbiamo un giocatore di 17 anni che gareggia agli US Open Junior (l’intervista è stata realizzata un mese fa ndr.) ed è molto bravo, ma quando hai 15 o 16 anni e inizi a giocare nei Junior Grand Slam, viaggi quasi come un professionista: 30 o 35 settimane all’anno. E non c’è premio, soldi, quindi spendi e basta. Hai bisogno di supporto, qualunque cosa accada.
L’ex numero 3 al mondo ha poi spiegato come esistano degli aiuti privati che permettono ad alcuni talenti di ricoprire le ingenti spese e che lui ne ha usufruito nel suo percorso. Dai 18/19 anni si è poi fatto aiutare inoltre da un consulente finanziario per gestire i suoi soldi.

Le tassazioni dei montepremi
L’austriaco ha infine rivelato anche come i montepremi sono tassati molto nel paese di appartenenza, riducendo di conseguenza i guadagni che non sono quindi così grandi come appaiono.
Un tema che in Italia è stato affrontato molto riguardo alla discussione sulla residenza di molti tennisti a Montecarlo, come Sinner, Musetti o Rune. Proprio il danese aveva chiarito come i tennisti pagano sempre le tasse nei paesi dove giocano, e le cifre in alcuni stati, come il Regno Unito, sono molto grandi. “Durante il tour, le cifre pubblicate sembrano enormi, ma su un assegno di, diciamo, 65.000 sterline a Wimbledon, si perde facilmente il 60%: prima le tasse nel paese in cui si gioca, poi nel proprio, e poi i costi di allenatori, fisioterapisti, viaggi e attrezzature” – ha detto Thiem, aggiungendo che anche con gli sponsor bisogna pagare altre tasse – “Con gli sponsor si devono pagare le tasse in base ai giorni trascorsi in paesi come il Regno Unito o gli Stati Uniti, perché la propria immagine appare in televisione con i loro vestiti o il loro logo”.
I tennisti sono nati ricchi? Molti, ma non i più vincenti
Recentemente anche Stefano Travaglia aveva spiegato come fosse difficile vivere nel tennis, così come Taro Daniel, ma anche Novak Djokovic è stato spesso onesto sul tema dei pochi guadagni per i professionisti al di fuori dei primi 100. La prospettiva offerta da Thiem sul tennis giovanile svela però come sin da piccoli si è costretti ad una carriera piena di sacrifici. Del resto nel tennis rispetto ad altri sport come il calcio, in pochi vengono da condizioni sociali difficili. Dall’altro lato è interessante notare come alcuni di quelli che hanno avuto difficoltà di questo tipo, come Djokovic e Serena Williams, siano poi diventati fra i migliori di questo sport.