Battuti Goransson e Michelsen in due set. Per i tedeschi secondo titolo stagionale e un passo decisivo verso Torino
Dicono che nel doppio serva affiatamento, più ancora che talento. E allora Kevin Krawietz e Tim Puetz, compatrioti e complici, oggi hanno dato una dimostrazione da manuale: solidi come due cassaforti in ghisa, rapidi a colpire e ancora più rapidi a togliere l’aria ai loro avversari.
A Shanghai, nella finale del doppio maschile, i due tedeschi hanno steso Andre Goransson e Alex Michelsen in due set e poco più di un’ora di grande efficacia. Secondo titolo stagionale per loro, dopo quello vinto in giugno ad Halle contro Simone Bolelli e Andrea Vavassori, qui eliminati al primo turno, alla terza finale disputata nel 2025: curiosamente, nell’altro duello per il titolo giocato quest’anno, a Monaco di Baviera, il duo tedesco aveva trovato dall’altra parte della rete proprio Andre Goransson, che in quell’occasione aveva sollevato il trofeo facendo team con Sem Verbeek.
Il primo set è filato via come un treno regionale tedesco: puntualissimo e senza intoppi. Un unico break nel terzo game, difeso con autorevolezza fino alla fine. Servizio quasi intoccabile, zero fronzoli, facce da “questo è un lavoro, non un’esibizione”.
Nel secondo parziale il copione si è animato appena, ma con ordine teutonico. Altro break in apertura di Krawietz e Puetz e risposta immediata degli avversari nel sesto game, nell’ unica occasione concessa dalle terze teste di serie in tutto l’incontro. Giusto il tempo di registrare l’aggancio sul 3-3 che i tedeschi sono ripartiti nel gioco seguente, martellando in risposta e piazzando il 4-3 che ha fatto da sentenza anticipata.
Da lì in avanti, poco da raccontare e molto da applaudire. Krawietz e Puetz hanno gestito con freddezza anche gli ultimi scambi, chiudendo con la tranquillità di chi sa che questa vittoria pesa doppio: trofeo in bacheca e posto alle ATP Finals di Torino quasi matematico. Con 4605 punti i due sono ora sesti nella Race, e grazie al successo odierno hanno messo un cuscinetto quasi rassicurante tra sé e la coppia Nys/Roger-Vasselin, al momento nona e prima esclusa. Ce n’è abbastanza per considerare all’improvviso molto positiva un’annata fin qui non proprio prodiga di soddisfazioni.