Le date cruciali per il “processo Clostebol” sono il 16 e il 17 aprile. Selezionato il presidente del collegio: è Jacques Radoux
La lunga attesa è partita. Il Tribunale Arbitrale dello Sport (TAS) ha fissato l’udienza per il procedimento arbitrale che contrappone l’Agenzia Mondiale Antidoping a Jannik Sinner nel “caso Clostebol”. I giorni da segnare sul calendario sono il 16 e il 17 aprile. Il presidente del collegio sarà un ex tennista lussemburghese.
DATA E COLLEGIO ARBITRALE – Il procedimento si svolgerà a porte chiuse – nessuna tra le parti ha fatto istanza per richiedere una seduta pubblica – presso la sede del Tribunale Arbitrale dello Sport a Losanna, nel Canton Vaud svizzero. Oltre alla data, il TAS ha indicato anche il giudice terzo, il presidente che completa il collegio arbitrale: si tratta di Jacques Radoux. Lussemburghese, classe 1969, Radoux è stato un tennista di livello non eccelso (il sito dell’ATP lo segnala al massimo alla posizione 458, best ranking ottenuto nel 1991), ma giurista di primissimo ordine, con rilevanti esperienze presso la Corte di Giustizia della Comunità Europea. Viene descritto come uomo riflessivo e ponderato, provvisto di grande sensibilità: il suo passato da tennista (oltreché da capitano della nazionale di Davis del suo paese, guidata tra il 2008 e il 2013) potrebbe essere importante ai fini delle prudenti e delicate decisioni che sarà chiamato a prendere.
I giudici di parte erano invece già noti: la WADA ha nominato Ken Lalo, giurista sessantaseienne dalla doppia nazionalità israeliano/statunitense e presidente della Federazione Israeliana Sport Equestri. Membro dell’elenco degli arbitri del TAS dal 2011, Lalo ha la fama di essere un duro, specialmente per quanto riguarda le vicende di doping, e qualcuno lo ricorda come il giudice che contribuì all’incrudimento della pena di Sara Errani ai tempi della positività al Femara nel 2017. L’arbitro scelto dalla squadra legale di Jannik Sinner è invece lo statunitense Jeffrey Benz. Riconosciuto professionista di alto lignaggio negli ambiti della giurisprudenza sportiva, Benz vanta moltissime apparizioni al tribunale di Losanna, specialmente perché nominato dai legali degli accusati. Membro della lista arbitri del TAS addirittura dal 2000, l’esperto giudice era stato nominato da Simona Halep nell’arbitrato che ha visto la squalifica della rumena ex numero 1 del mondo – risultata positiva a un controllo antidoping a causa di un integratore contaminato – essere ridotta da quattro anni a nove mesi.
IL CASO IN PILLOLE – Jannik Sinner è risultato positivo a un controllo antidoping durante lo scorso torneo di Indian Wells: nelle urine del numero uno del mondo era stata rinvenuta una quantità infinitesimale (meno di un miliardesimo di grammo) di Clostebol, uno steroide anabolizzante incluso nella lista delle sostanze proibite dall’agenzia mondiale antidoping, che in Italia viene venduto come farmaco da banco con il nome commerciale Trofodermin, disponibile in versione spray e pomata. La famigerata crema può essere utilizzata per la rigenerazione del tessuto cutaneo, in sostanza per agevolare la cicatrizzazione delle ferite, ed è proprio per questo motivo (un taglio al mignolo della mano sinistra) che il suo ex fisioterapista Giacomo Naldi ne avrebbe fatto uso, finendo per contaminare involontariamente Sinner durante un trattamento.
L’ITIA (International Tennis Integrity Agency) aveva scagionato il numero 1 del mondo lo scorso agosto, non ravvisando nella sua condotta colpa o negligenza, ma proprio questa valutazione è stata contestata dalla WADA, che è ricorsa al TAS: secondo l’agenzia antidoping Sinner avrebbe dovuto verificare l’etichettatura della pomata e prendere maggiori precauzioni per evitare il rischio di contaminazione. Oltre a ciò, l’agenzia contesta al team del giocatore la “mancanza di protezione nei contatti“: l’ex preparatore fisico Umberto Ferrara era il responsabile per conto dell’atleta dei protocolli antidoping, ma – sempre secondo la WADA – egli non avrebbe posto in essere misure sufficienti a evitare contaminazioni accidentali. Tale condotta evidenzierebbe la negligenza di Sinner, che avrebbe dovuto controllare meglio l’operato dei suoi collaboratori. Va specificato che WADA configura nel caso di Sinner non un’assenza totale, ma un’assenza significativa di dolo e negligenza: tuttavia, nel testo del ricorso l’agenzia antidoping sottolineava che la constatazione di “nessuna colpa o negligenza” contenuta nel verdetto dell’ITIA non fosse corretta ai sensi delle norme applicabili, chiedendo per il campione in carica dell’Australian Open un periodo di ineleggibilità di 1-2 anni.
Sinner potrà continuare a giocare fino al momento in cui verranno depositate le motivazione della sentenza e dunque, dei tornei previsti per la prossima primavera, salterà sicuramente solo il “nuovo” 500 di Monaco di Baviera in programma tra il 14 e il 20 aprile. Proprio la settimana in cui Jannik, accompagnato da team legale e testimoni, si presenterà nell’aula di Losanna per chiudere in un modo o nell’altro la vicenda.