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    Federico Gaio: da giocatore a vicedirettore, la nuova sfida al Piemonte Open Intesa Sanpaolo

    Intervista concessa in esclusiva dopo la conclusione del torneo ai microfoni di TennisTalker

    Pochi minuti dopo la superba vittoria in finale di Francesco Passero, ci siamo fatti raccontare il dietro le quinte del torneo da Federico Gaio, una figura chiave in questa seconda edizione del Piemonte Open Intesa San Paolo, Challenger di categoria 175, svoltosi dal 13 al 19 maggio sui campi del Circolo della Stampa Sporting a Torino.

    Gaio, insieme a Mario Ricevuti, ha assunto il ruolo di direttore tecnico del torneo, un cambiamento significativo rispetto all’anno scorso quando era finalista in campo. Questa nuova posizione è stata un’opportunità offerta da Paolo Lorenzi e Sergio Palmieri, che Gaio ha accettato con entusiasmo.

    Per approfondire cosa succede dietro le quinte di un torneo, abbiamo chiesto a Federico di raccontarci come ha vissuto questa esperienza, anche se al momento si tratta solo una parentesi nella sua carriera di giocatore, che continuerà dopo Torino.

    Per te è stata la prima volta in questa veste, senza dubbio differente dal vivere il torneo da giocatore. Come è stata questa esperienza dietro le quinte?

    Davvero molto bella, specialmente anche in questa cornice, in questo torneo, dove l’anno scorso sono arrivato in fondo, quindi sono molto contento di aver iniziato da qui. Un’esperienza diversa ma molto gratificante. È stata anche molto complessa! Oltre a essere la prima volta, data la pioggia e un insieme di cose, non è stato semplice, ma mi sono divertito molto. Mi sono goduto davvero tanto questa settimana, sono davvero contento.

    Siete comunque riusciti a recuperare benissimo le prime giornate perse a causa del maltempo. È stato sicuramente un lavoro difficile. Eravate preparati vista l’esperienza dell’anno scorso, oppure siete stati colti un po’ di sorpresa?

    Diciamo che in questi in questi casi è sempre molto difficile essere del tutto preparati, nonostante lo fossimo assolutamente. Avevamo due campi con i teloni di copertura, come in tornei come il Master 1000 di Roma. Si possono contare sulle dita di una mano i Challenger nel mondo ad avere questa possibilità. Quindi sì, eravamo preparati, ma non è mai semplice perché non si può sapere se la pioggia è continua, non è continua, ti lascia tregua per tre quarti d’ora o tre ore. Cambia molto da questo punto di vista, quindi alla fine sei preparato un po’ a tutto, ma non è mai semplice da gestire. Detto ciò, nonostante i primi giorni siano stati davvero molto brutti, siamo riusciti a giocare un torneo, da giovedì nel primo pomeriggio fino ad oggi, senza intoppi e la cosa è stata davvero molto bella e gratificante, dato che abbiamo potuto vedere molta gente sugli spalti e qualche raggio in più di luce in confronto alla prima parte della settimana.

    È stato un torneo che ha visto protagonisti davvero tanti ragazzi giovani, tra cui tanti italiani. È appena terminata la finale con la vittoria di Passaro, vi aspettavate questo risultato?

    Sicuramente c’erano tanti italiani e tutti quanti di un livello altissimo. Avevamo tre italiani nelle prime quattro teste di serie. Anche Francesco Passaro arrivava da una settimana davvero molto importante e bella a Roma. Lo stesso vale per Luciano Darderi, nonostante fosse la quinta testa di serie. Altri come Fabio Fognini, che tutti conosciamo. Quindi un evento ricco di italiani di altissimo livello, possiamo dire tranquillamente che, togliendo Jannik, era presente quasi tutta la squadra di Coppa Davis. Di conseguenza ci aspettavamo, o meglio  speravamo, che potessero fare davvero molto bene. Due semifinali tra quattro italiani, non so se sia mai successo nella storia. È davvero un traguardo bellissimo una cosa bellissima da poter organizzare. Abbiamo assistito a due semifinali e una finale molto belle. Quindi sono molto contento del tennis espresso.

    Francesco Passaro, che è partito praticamente dall’ultimo posto del tabellone (il 28esimo grazie a una wild card ricevuta dopo la sconfitta al terzo turno a Roma), è riuscito contro ogni pronostico a vincere il torneo. È stata una soddisfazione per voi vederlo alzare il trofeo?

    Assolutamente. Francesco, fino a qualche settimana fa, vale a dire prima di Roma, aveva una classifica che sicuramente non rappresentava la realtà del suo tennis (n. 240). Non rispecchiava esattamente il livello che ha espresso. Ha avuto lo scorso anno un periodo un po’ difficile, dopo che era stato molto vicino alla top 100 (n.d.r. 119 nel 2022). Con questo risultato tornerà intorno alla 130esima posizione. Di conseguenza siamo molto contenti per lui, ha espresso un bellissimo tennis sia qui che la settimana scorsa a Roma. Quando si vede del bellissimo tennis espresso da italiani, siamo tutti più contenti.

    C’è stata sicuramente un po’ di delusione per la sconfitta di Lorenzo Sonego in semifinale. Anche tu ti allenavi qui in questo circolo, quindi immagino foste anche molto amici.

    Sicuramente. Lorenzo si allena qui al circolo di Torino, vive letteralmente a due passi da qui. Senza dubbio c’erano molti suoi tifosi e molta parte del circolo che appoggiava Lorenzo. Non è mai semplice giocare in casa e non lo è nemmeno giocare derby contro altri italiani. Ha fatto comunque due ottime partite. Ovvio che, il circolo e i fans avrebbero preferito vederlo in finale, ma sono certo siano stati altrettanto contenti di aver visto altri due italiani giocare la finale.

    Speriamo che Lorenzo abbia trovato consolazione nella vittoria della sua squadra del cuore, il Torino, che proprio ieri sera qui nello stadio accanto al Circolo, ha portato a casa un 3 a 1 contro il Milan.

    Assolutamente. Speriamo.

    Tornando a te, sei stato 124 del mondo nel 2020, ora sei 265. Da domani ti vedremo impegnato in un ITF M15 a Cervia, dove sei la prima testa di serie. Il tuo obiettivo per quest’anno è tornare nei primi 200?

    Sì, adesso l’idea è quella. È riuscire a giocare bene la seconda parte della stagione, dare un po’ più di continuità, cosa che non ho avuto all’inizio di questa.

    Riprenderò a giocare a tornei Futures e Challenger insieme, tornei di livello un po’ più basso in confronto a quelli che ho giocato a inizio anno. L’idea è appunto giocare partite. E sì, l’obiettivo attualmente è rientrare nei 200 del mondo a fine anno. E poi vedremo, una cosa alla volta. Questa esperienza mi è piaciuta molto, adesso ho qualche altro mese in cui voglio assolutamente giocare e divertirmi. Dopo vedremo.

    Sei riuscito ad allenarti in questa settimana durante lo svolgimento del torneo?

    Il giusto… non troppo, ma mi sono ritagliato un po’ di tempo.

    Meno male anche perché a Cervia ti aspettano tanti giovani promesse del tennis italiano, come Forti, Rottoli, Castagnola, Pecci, La Vela, Bagnolini, Bondioli e tanti altri.

    Certo, ci sono tanti giovani. È un circolo che conosco, vicino a casa. Conosco gli organizzatori, conosco un po’ tutto, quindi sì, sicuramente ci sarà un bel livello, tante belle partite, tanti giovani e cercherò di dare il massimo.

    Federico Gaio sarà dunque l’uomo da battere a Cervia.

    Un grosso in bocca al lupo da tutto lo staff di TennisTalker!

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