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    Il viaggio straordinario di Erik Crepaldi

    Quando il tennis diventa scuola di vita e ti offre una seconda possibilità

    Oggi voglio raccontarvi una storia di qualche anno fa, che ha lasciato un’impronta indelebile nel cuore di chi segue il tennis, a partire dal tennis italiano e dai tornei ITF e Challenger.

    Era il 16 settembre 2021 quando la vita di Erik Crepaldi è cambiata per sempre.

    Quel giorno, un incidente d’auto rischiava di mettere fine non solo alla sua carriera tennistica, ma anche alla sua stessa esistenza. Tuttavia la sua storia di resilienza, determinazione e rinascita ha catturato l’attenzione di tutti coloro che conoscono il suo nome.

    Erik Crepaldi, tennista professionista ex 282 ATP, ha affrontato la sfida più grande della sua vita dopo essere rimasto coinvolto in un grave scontro frontale in auto. I medici, inizialmente, non solo non erano ottimisti riguardo al suo recupero, ma gli davano poche possibilità di risveglio dal coma.

    Ricordo il primo colloquio con i medici, 24 ore dopo l’incidente. Le loro parole sono state distruttive, cito testualmente: “Preparatevi al fatto che Erik non si sveglierà più.”

    Il rischio di morire, quindi, era reale e, anche se avesse superato quel tragico momento, c’era il timore di danni gravi cerebrali.

    Il destino di Erik, però, non era affatto segnato.

    Mentre giaceva in coma, ha vissuto un viaggio mentale unico, esplorando luoghi mai visti sulla Terra e incontrando figure e persone mai incontrate prima. Un’esperienza che sfida la spiegazione razionale, ma che ha profondamente segnato Erik e le persone vicine a lui.

    Contro ogni previsione medica, Erik si è svegliato dal coma ricordando tutto ciò che aveva vissuto durante il periodo di incoscienza. Parlando di questo viaggio, ha descritto dettagliatamente gli scenari surreali e le connessioni umane che ha sperimentato.

    “Ricordo di aver visto dei paesaggi molto colorati. Mi ricordo di questo giardino verde, ma un verde diverso da quello che abbiamo noi qui sulla Terra. Era così luminoso, sembrava quasi che qualcuno avesse spruzzato sopra dell’acqua, che brillava con i raggi del sole”.

    La sua determinazione, forgiata negli anni di allenamento e competizione sul campo da tennis, è emersa come un elemento chiave nel suo processo di recupero.

    Nonostante le previsioni negative dei medici, Erik si è dedicato con tenacia alla sfida della riabilitazione. La sua forza d’animo, alimentata dalla passione per il tennis, lo ha spinto a superare le difficoltà che avrebbero potuto facilmente abbattere chiunque.

    “Il tennis è stata la mia scuola di vita. Mi ha insegnato a non mollare mai e credere nell’impossibile”. Con queste parole, Erik ci fa capire quanto sia vero il pensiero riportato dal campione di tennis Andrè Agassi, nel suo libro Open:Non è un caso, penso, che il tennis usi il linguaggio della vita. Vantaggio, servizio, errore, break, love. Gli elementi basilari del tennis, sono quelli dell’esistenza quotidiana, perché ogni match è una vita in miniatura”.

    Mentre molti temevano che il suo periodo di riabilitazione potesse durare mesi, Erik ha dimostrato la sua grande tenacia completando il processo in pochissimo tempo: due mesi. Una vittoria sorprendente che ha stupito chiunque lo conoscesse.

    Erik Crepaldi

    Il viaggio di Erik non è solo una storia di sopravvivenza, ma anche di rinascita e trionfo della volontà umana. La sua esperienza nel coma ha aggiunto uno strato inaspettato alla sua narrativa, lasciando aperte domande sulle dimensioni misteriose della mente umana.

    Oggi Erik vive la sua nuova vita come maestro di tennis ed è un esempio di determinazione e resilienza per tutti coloro che affrontano avversità nella vita.

    Il suo ritorno sul campo da tennis è un inno alla forza interiore che può emergere anche nei momenti più bui. La sua storia continuerà a essere d’ispirazione per molti, dimostrando che la vera grandezza risiede non solo nelle vittorie sul campo, ma anche nelle sfide che la vita ci riserva.

    Che cosa ricordi del risveglio?

    “Ricordo il tuo viso, Federica. I tuoi occhioni azzurri che mi fissavano. Questo è il mio primo ricordo.”

    Ricordi di aver visto delle persone in coma?

    “Si. Ho percepito per tutto il mio viaggio una presenza. Era estremamente confortante. Mi donava una pace incredibile e mi ha guidato durante tutti i passaggi da un Universo all’altro. A questa presenza facevo domande: gli chiedevo se andava tutto bene e Lui mi rispondeva che ero al sicuro e che se avessi voluto sarei tornato nella mia dimensione sano e salvo… La scelta era solo mia.”

    Emozionante. Dopo questa esperienza, c’è qualcosa che dici spesso ai ragazzi che alleni oggi?

    “Mi porto questa esperienza nel cuore. Suggerisco ai miei allievi di rimanere nel presente perché è l’unica cosa che conta realmente. Vivere il momento è ciò che ti annulla le paure e ti fa andare avanti senza mettere i freni della mente. Credo fortemente che noi esseri umani siamo degli esseri meravigliosi e pieni di risorse, molto più di quello che crediamo o che ci fanno credere. Io ne sono la prova. Quindi, quando i miei ragazzi colpiscono la pallina, li sprono a rimanere focalizzati esclusivamente sul colpo, che è realmente l’unica cosa che possiamo vivere. E poi dico sempre: MAI MOLLARE, nulla è già scritto, scegliamo noi il nostro cammino.”

    Giochi ancora qualche torneo?

    “Non per il momento. Sono diventato Maestro Nazionale a Dicembre 2023 e insegno alla MXP Tennis Academy, presso il Quanta Club a Milano. Mi trovo molto bene con tutti e continuo su questa strada, che mi rende molto felice.”

    Grande, in bocca al lupo e continua così, sono fiera di te!

    “Grazie a te e un saluto a tutti gli amici di TennisTalker!”

    Per chi volesse seguire la meravigliosa storia di Erik, vi posso anticipare che stiamo scrivendo un libro e che racconterà proprio tutto il percorso fatto da quel 16 settembre al 2021 ad oggi. Prometto che voi di TennisTalker sarete i primi ad essere informati appena sarà pubblicato!

    Federica Prati

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