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    Il Segreto meno custodito del Tennis

    La Tessera Gold della FITP dovrebbe essere nel portafoglio di ogni appassionato? Io dico di sì e vi spiego perché

    Siamo al Tie-break finale, dopo tre ore e nove minuti di partita ai limiti dell’esperienza extrasensoriale. Jannik è di fronte a me, dall’altra parte del campo, pronto a servire sul 6-2. Nole invece è di spalle, pronto a rispondere, ci saranno al massimo venti metri in linea d’aria fra lui e me, tre in altezza. Impugno il mio telefonino in modalità video, pronto a immortalare con un video lo storico momento, proprio come gli altri quindicimila spettatori presenti qui al Pala Alpitour di Torino per la sessione serale della terza giornata di ATP Finals. Servizio da destra a uscire, media velocità, diritto profondo sulla risposta e discesa, smash incrociato a chiudere. Non sentivo un boato simile dal rigore di Fabio Grosso nel 2006 in Piazza Duomo, il palazzetto esplode e io ho modo di vedere coi miei occhi l’espressione del ragazzo diventato campione, e l’inclinazione della testa del campione che forse per la prima volta davvero si domanda se è arrivato quello che lo farà smettere di giocare.

    Sinner VS Djokovic

    Uscendo dalla Tribuna Autorità ripenso alla giornata appena trascorsa, e a quello che ho visto. Rivedo mentalmente il percorso fatto subito dopo l’ingresso nel recinto interno, dopo un po’ di tempo passato a godermi il Fan Village. L’ingresso dei giocatori, dove non ho resistito al primo scatto di una lunga serie di selfie, la Sala Stampa pronta per le interviste di fine partita, l’ingresso sul campo subito dietro la sedia del Giudice, con Goran che fa cenno al suo staff per assicurarsi che Nole – poco dietro – possa provare con calma l’uscita di diritto in lungolinea, e il mio sguardo che abbraccia le tribune che si vanno riempiendo.

    Poi la palestra dei giocatori e soprattutto gli spogliatoi, con la gigantografia dell’occupante sulla doppia porta, non mi decido se posare davanti a quello del ragazzo italiano o della divinità serba. Sono tutti gentilissimi con me, mi trattano davvero con cortesia e simpatia, dall’Addetto alla Sicurezza che mi controlla il Vip Pass alla Hostess che mi fa accomodare nella fila nove della Tribuna dedicata alle Autorità.

    Alle ATP Finals con la Tessera Gold

    Lato lungo, dietro i giocatori, così vicino da sentire bene quello che dicono e anche il reale rumore che esce dalla racchetta dopo il colpo. A questa distanza, la partita giocata da due Pro smette di essere spettacolo televisivo che tutti guardiamo e si trasforma nella sublimazione artistica dello sport che noi stessi pratichiamo a casa: un’esplosione di varietà nelle traiettorie, nella velocità dei movimenti, nella qualità del gesto tecnico. Dall’ultimo anello dello stadio percepisci la visione d’insieme, da qui capisci quanto spazio c’è fra il tuo diritto e quello di un professionista, o anche di un seconda. Sono estasiato, mi sento come Adso da Melk ne “il Nome della Rosa” di Umberto Eco, quando viene iniziato ai segreti della Biblioteca dell’Abbazia da Guglielmo da Baskerville.

    Senza però lo stesso stupore. Già, perché posso sì dire di essere estasiato, ma non di essere un completo esordiente in questo Tour ai limiti della magia all’interno del torneo più importante dell’anno, e del mondo. E non lo posso dire perché nel corso degli ultimi cinque hanno ho – andando rapidamente indietro nel tempo con la memoria, fatto un’intervista col Capitano di Davis Filippo Volandri (nel senso che … era lui a intervistare me) mentre stavo per guardare Sinner (ancora lui) battere De Minaur (sempre lui) alle NextGen Finals del 2019 (anche lì, Tribuna Autorità). Poi ho parlato di BJK Cup con Tathiana Garbin nella Lounge Vip del Foro Italico, dopo essermi mangiato con gli occhi lo straordinario percorso che dall’area giocatori porta fin sotto al Pietrangeli, incluso Felix Auger-Aliassime che mi cede il passo davanti alla porta, Iga Świątek che mi fa ciao con la mano mentre pedala sulla cyclette dopo la partita, e Coco Gauff che mi tira un’occhiataccia perché passo in sala stampa proprio mentre sta parlando. E oltre a questo, so che da qui a qualche giorno potrò incontrare Lei e quasi baciarla o perlomeno abbracciarla. Lei, non Elodie (che canta solo per noi), ma la Coppa Davis, esposta sul palco dei Supertennis Awards cui sono stato invitato e che mi danno la possibilità di salutare nell’ordine Max Giusti, Filippo Volandri, Melissa Satta (splendida), Lucrezia Marziale di Supertennis e molti altri.

    La scena si ripete puntualmente con tutti gli amici tennisti quando racconto queste cose, e forse sta accadendo anche con voi lettori in questo momento. Incrociano il mio, sguardi imbrigliati in espressioni contese fra la sorpresa del “ma davvero hai visto questo?” e la curiosità del “come diavolo hai fatto”, con una spruzzata di malcelata diffidenza da “dì la verità, conosci qualcuno?”.

    Negli anni sono arrivato a sublimare tutte le risposte alle domande di cui sopra, che siano o meno verbalizzate, in una sola frase: “E’ che leggo molto”.

    Ne ho discusso volentieri con Enrico Antonelli, membro della Segreteria di Presidenza della FITP e insieme a Maria Argentieri attento esecutore strategia di crescita di questo progetto fortemente voluta dal Presidente Angelo Binaghi, nonché splendido anfitrione in tutte le esperienze cui io e altri pionieri della Gold abbiamo avuto accesso grazie a nient’altro che alla nostra Tessera. E mi sono convinto che la risposta “E’ che leggo molto” è corretta, oltre che sintetica, perché in realtà tutto quello che ho fatto per svelare il segreto meno custodito di tutto il Tennis Italiano è stato solo leggere (potete farlo qui https://www.fitp.it/Tesseramento-Gold) le attività aggiuntive rispetto ai normali vantaggi della tessera FITP cui da diritto lo status di Tesserato Gold, e poi chiedere di fruirne. Tutto qui. E stiamo parlando di:

    BIGLIETTI GRATUITI O UPGRADE PER I GRANDI EVENTI INTERNAZIONALI ORGANIZZATI DALLA FITP. Compero sempre il biglietto, e poi chiedo l’upgrade che mi porta molto vicino al campo (ovviamente non nelle giornate finali), con accesso alle relative aree riservate;

    INCONTRARE I CAMPIONI DEL TENNIS ITALIANO. A seconda delle disponibilità, si viene coinvolti in piccole cose organizzate coi campioni presenti. Nel mio caso, da ricordare una cena a Torino nella Vip Area con Nicola Pietrangeli nel ristorante stellato del villaggio giocatori;

    TOUR NEL DIETRO LE QUINTE DEGLI INTERNAZIONALI BNL D’ITALIA, DEL BNL ITALY MAJOR PREMIER PADEL, DEL GROUP STAGE DI DAVIS CUP O DELLE NITTO ATP FINALS. Il momento nel corridoio sotterraneo del Foro Italico in cui si trovano le fotografie di tutti i giocatori, e in cui tutti i giocatori (inclusa Caroline Wozniacki nel mio caso) passano per andare in campo, me lo ricorderò finché la racchetta non mi cadrà di mano per la vecchiaia.

    Agli Internazionali d’Italia con la Tessera Gold

    INVITO AI SUPERTENNIS AWARDS. Sapevate che Lucia Bronzetti in abito da sera non ha nulla da invidiare a una presentatrice televisiva? E che Matteo Berrettini visto dal vivo fa capire perché George e Brad con le loro macchinette del caffè siano ormai acqua passata? Passeggiare nel foyer degli Award per un tennista è come aggirarsi nell’Olimpo per un abitante dell’antica Grecia: non sai fin quando dura, ma intanto te la godi alla grande;

    VISITA AGLI STUDI TELEVISIVI DI SUPERTENNIS. Seduto nella cabina di regia, mi sono goduto tecnologia e simpatia della mia televisione preferita. Ho chiacchierato col Direttore Livio D’Alessandro, conosciuto le splendide presentatrici Lucrezia Marziale ed Elena Ramognino, preso il caffè alla macchinetta Mauro Ricevuti, incrociato nei corridoi Lorenzo Fares e Giorgio Spalluto. E, culmine della soddisfazione, nei momenti di pausa … mi hanno assegnato una scrivania in redazione tutta per me!

    GIORNATA DI FORMAZIONE CON L’ISTITUTO SUPERIORE DI FORMAZIONE “R. LOMBARDI”. Quest’anno la formazione consisteva nell’accesso al Seminario organizzato al Foro Italico subito prima dell’inizio del torneo, insieme ai maestri. Abbiamo ascoltato Emilio Sanchez, abbiamo visto una dimostrazione sul Pickleball (ne parleremo presto, anche qui “leggere” è una mossa intelligente) e soprattutto, abbiamo-ho avuto la possibilità di fare una cosa che mai-mai-mai-mai nella vita sarei riuscito ad ottenere: la partecipazione all’udienza papale nell’Aula Paolo VI, in Vaticano.

    Papa Francesco

    Insomma, in sintesi a un costo massimo annuo corrispondente nel mio caso (ma il prezzo corrispondente al singolo caso può essere anche inferiore) di poche ore di tennis al coperto (non sempre debitamente riscaldate) a Milano, nel corso del tempo ho avuto la possibilità di fare un bellissimo passo dentro il tennis, non soltanto accedendo a spazi riservati e a situazioni esclusive, quello è splendido ma non è il centro della questione. Quello che in realtà la Tessera Gold mi ha messo a disposizione è la possibilità, in alcuni momenti dell’anno, di essere parte dello sport che amo di più al mondo, in compagnia delle persone che lo rendono ancora più bello con il loro lavoro. E in più, gadget per il quale sarà sempre grato, con a possibilità di scoprire che tutte ma proprio tutte sono persone in gamba, disponibili, appassionate di questo Sport bellissimo e maledetto.

    E allora perché?

    Perché quando si parla di Tessera Gold ancora oggi leggo post inveleniti e sento commenti ai limiti dell’insulto, e qualche volta oltre? Anche di questo ho parlato con Antonelli, e non solo, ricavandone una spiegazione molto chiara. La percezione della Tessera Gold presso il pubblico è – non a ragione – molto dipendente dalla restante parte dei vantaggi offerti dal suo status, e legati alla parte organizzativa. La quale parte organizzativa risponde all’intento di consentire ai molti giocatori in età lavorativa di poter conciliare le esigenze della competizione agonistica ufficiale con quelle dei propri impegni professionali, e di “godersela” in una maniera ancora più gradevole. Si tratta di:

    SCELTA FASCIA ORARIO DI GIOCO

    GIOCARE CON PALLINE NUOVE

    COACHING IN CAMPO GRATUITO IN OGNI TORNEO

    Ora, non sta a me entrare nel merito dell’effettiva esclusività o meno di questi servizi, o di come questi vengano o meno resi effettivamente fruibili dai Circoli che ospitano i tornei. Potrei dirvi che come giocatore, fin quando ho fatto tornei (*) ne ho usufruito e li ho trovati utili sebbene non determinanti, ma questo è un parere personale. Potrei aggiungere che ho visto in che modo la Fitp si accerta che quanto offerto sia effettivamente erogato, ma non è questo il punto.

    Il punto è che questi aspetti di campo, per me e spero adesso anche per alcuni di voi, sono decisamente secondari rispetto alla parte di eventi. I primi, sono interessanti, i secondi sono straordinari. E la Federazione, Enrico Antonelli in primis, ha lavorato per renderli progressivamente sempre migliori.

    Il Tennis, e penso anche per molti di voi, è una delle grandi gioie della mia vita, e con la Gold sono stato in grado di ampliare così tanto la mia stanza dei ricordi che neanche con Facile Ristrutturare e il Bonus 110.

    Quando riguardo le foto e i selfie scattati in questi anni, certe volte mi chiedo io stesso come sia stato possibile, poi mi ricordo che sì è stato tutto vero. Sicuramente, ma in Fitp lo sanno, la Gold ha patito e sta patendo un problema di Marketing che l’ha fatta identificare come uno strumento agonistico, quando invece è a tutti gli effetti una membership card che non ha nulla da invidiare alle Premium Card di Compagnie aeree o società emittenti di carte di credito. Con il pregio di non rendere necessario fare avanti e indietro nel mondo o spendere l’equivalente del PIL del Montenegro per ottenerle.

    Non sono certo la persona più qualificata al mondo per dispensare consigli di Marketing, ma come utente alla Fitp direi proprio di partire da questo, un riposizionamento di marketing … magari anche solo cambiando l’ordine in cui i vantaggi sono presentati sulla pagina del sito. Se nella prima riga di descrizione dei vantaggi c’è scritto “goditi Nole a cinque metri dal campo”, cosa importa del resto?

    (*) Piccola considerazione finale. Nel 2021 ho deciso di avere almeno una cosa tennisticamente in comune con (nientemeno che) Roger Federer: … l’anno del ritiro! Complici nuovi acciacchi fisici e una sopraggiunta incompatibilità col lavoro, ho dovuto consegnare ai posteri la carriera agonistica e il best ranking di 4.1, a pochi punti dal 3.5 (diciamo tutti così…).

    Ma la Tessera Gold l’ho rinnovata lo stesso. L’anno prossimo magari Jannik arriva a Torino da Numero Uno, non posso mancare…

    Paolo Porrati

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