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    Wimbledon: oltre al tennis c’è di più

    La gara, le tradizioni, le curiosità che rendono questo torneo il più ambito e desiderato da tutti

    l torneo che tutti i giovani tennisti sognano di vincere, ma che per un inglese è qualcosa più di un sogno (Gianni Clerici)

    Il torneo di Wimbledon è il più antico evento della storia del tennis. La prima edizione, solo maschile, risale al 1877 e il primo vincitore fu Spencer Gore, ricordato anche perché fu il primo tennista ad utilizzare la volée.

    Si dovette attendere il 1884 per veder gareggiare anche le donne e la britannica Maud Watson si aggiudicò il titolo vincendo contro la sorella Lilian. Stessa sorte capiterà molti anni dopo ad altre due giocatrici: Venus contro Serena Williams, le due sorelle dell’era moderna.

    La tradizione vuole che il torneo inizi sei settimane prima del primo lunedì di agosto e si gioca sui campi dell’All England Lawn Tennis Club, situato in Church Road nel sobborgo di Wimbledon che si trova a circa 10 km a sud est dal centro di Londra.

    Inizialmente però, la sede del torneo era in Worple Road, ma nel 1922 si decise il trasferimento perché la struttura non era più adatta ad ospitare l’evento che di anno in anno stava crescendo di importanza e che attirava sempre più pubblico.

    Oggi il torneo si gioca su 19 campi, incluso lo storico Centre Court che in origine poteva contenere 13.810 spettatori. Questo campo viene utilizzato solo durante le due settimane dello Slam, ad eccezione della partita che si è svolta il 17 maggio del 2009 al termine dei lavori di ristrutturazione.

    Per festeggiare infatti la nuova copertura contro la pioggia – fondamentale per proseguire gli incontri considerato, come stiamo vedendo proprio in questi giorni, l’instabile tempo inglese – e l’aumento della capacità dell’impianto a 14.979 spettatori, è stata organizzata un’esibizione di doppio misto fra la coppia Andre Agassi e Steffi Graff contro Tim Henman e Kim Clijsters.

    Tim Henman, Kim Clijsters, Andre Agassi e Steffi Graff – Foto BBC

    Durante l’anno, i prati di tutti i campi sono minuziosamente curati da 16 giardinieri, capitanati dal 2012 da Neil Stubley. Durante il torneo lo staff aumenta a 30 giardinieri.

    L’erba attualmente presenta il 100% di Perennial ryegrass (Lolium Perennial), mentre in precedenza si componeva del 70% di loglio e 30% di festuca perenne.

    Ogni mattina prima dell’inizio degli incontri, l’erba viene tagliata ad esattamente 8 millimetri. Le righe sono disegnate con un particolare tipo di gesso: quando i giocatori la colpiscono con la pallina, si vede chiaramente alzarsi una piccola nuvoletta bianca.

    Uno dei protagonisti del torneo è anche il falco Rufus che ogni mattina, prima dell’inizio dei match, sorvola i campi per tenere alla larga piccioni e altri uccelli che potrebbero infastidire i giocatori durante le partite.

    Il falco Rufus – Getty Images

    I colori ufficiali del torneo sono il verde e il viola. Fino al 1909 però i colori erano il blu, il giallo, il rosso e il verde, come quelli della Marina inglese. Il Board, cioè il Consiglio, decise quindi di modificarli adottando il verde per ricordare l’erba ed il viola per la presenza di 50 mila piante di petunie Calibrachoa che sono appunto di questo colore.

    Anche il trofeo per il vincitore del torneo maschile ha una particolare curiosità legata alla marina inglese. Potete trovare tutto nel nostro articolo del 2020: Perché c’è un ananas sul trofeo di Wimbledon.

    Tutto ciò che ruota attorno all’evento riporta i nuovi colori – verde e viola – tranne l’abbigliamento dei giocatori ai quali viene imposto invece il bianco.

    Questa abitudine risale fin dalla prima edizione del 1877, quando vi partecipavano solo aristocratici e ricchi che potevano permettersi abiti sempre puliti e profumati.

    Inoltre il bianco era stato scelto perché non faceva vedere i poco eleganti aloni di sudore.

    Nel 1963 questa caratteristica diventò una vera e propria regola per arrivare fino al 2014 quando l’Ordine del Gran Slam d’Inghilterra ha imposto che “anche le suole delle scarpe, gli accessori e l’intimo devono essere completamente bianchi”.

    Unica eccezione di colore è ammessa sul collo e sulle maniche, ma per un’estensione che non deve superare il centimetro di spessore. Più ovviamente un piccolo spazio per i loghi degli sponsor che non apprezzerebbero l’esclusione.

    Ed è proprio di quest’anno l’ultima modifica apportata al regolamento. E’ stato deciso infatti di permettere alle giocatrici donne di indossare pantaloncini di un colore diverso dal candido bianco per ovviare ad eventuali problemi durante il ciclo mestruale.

    Una piccola rivoluzione femminista che ha portato a cambiare la regola del total white sui campi di Wimbledon.

    La notizia è stata accolta positivamente dalla maggior parte delle giocatrici, ma non da tutte che hanno sottolineato come, indossare l’underwear di un altro colore, evidenzi proprio il fatto di avere le mestruazioni.

    E se le regole sono fatte per essere infrante, anche il motto Never on Sunday e la tradizione della Middle Sunday non hanno resistito.

    In Inghilterra la domenica era storicamente dedicata solo agli sport minori e ai campionati dilettantistici. Perfino nel calcio la prima partita professionistica giocata l’ultimo giorno della settimana risale agli anni Settanta.

    Infatti fino al 1982, la finale maschile di Wimbledon veniva disputata di sabato e quella femminile di venerdì. Da quella data in poi si decise di cambiare e di spostare l’ultimo atto del torneo maschile alla domenica.

    Ma la tradizione di non giocare la domenica di mezzo – Middle Sunday appunto – ha resistito fino al 2022, meteo permettendo! A causa della pioggia ci sono state tre edizioni in cui si è contravvenuto alla regola (l’ultima nel 2004) e gli organizzatori, per non far slittare troppo il programma degli incontri, hanno permesso di giocare anche di domenica.

    Dallo scorso anno però, il direttore del torneo Ian Hewitt, ha rotto la tradizione e ha aperto le porte del tennis anche alla domenica di mezzo.

    Sicuramente avranno appreso la notizia con gioia tutti i rivenditori di fragole con la panna e di Pimm’s (il liquore tipico inglese inventato nel 1823 da James Pimm), che pullulano fra i campi dell’All England Lawn Tennis Club.

    Si stima che durante le due settimane del torneo vengano consumate in media 27.000 kg di fragole e 8.000 litri di panna.

    Se volete saperne di più sulla tradizione delle fragole con la panna a Wimbledon, potete leggere il nostro articolo scritto nel 2020: Fragole con panna – Il torneo di Wimbledon.

    Sicuramente le fragole sono apprezzate anche dai 250 raccattapalle, i famosi ballboys o ballpersons come si dice oggi, che quotidianamente corrono da una parte all’altra dei campi per “servire” i giocatori.

    Per raggiungere il traguardo di poter passare una pallina a Djokovic o a alla Swiatek, i ragazzi devono innanzitutto superare una rigida selezione e la loro preparazione è frutto di un allenamento di 5 mesi che prevede flessioni, salti, scatti e la corretta postura nel passare le palline.

    E se un giocatore durante un match rompe una corda? Nessun problema, il team di incordatori è composto in media da almeno 20 persone, ognuna altamente specializzata e in possesso di un Master di incordatore.

    Solo al termine di una selezione che prevede varie prove pratiche si può sperare di essere ammessi nel team. E c’è anche chi detiene il record della racchetta incordata più velocemente: 14 minuti.

    Wimbledon non è solo il tennis giocato!

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