Intervista a Carlo Alberto Caniato, recente vincitore del torneo ITF J200 di Prato
Innanzitutto come ti devo chiamare? Carlo o Carlo Alberto?
In tanti mi chiamano solo Carlo, tranne mia mamma che le piace chiamarmi con il mio nome per intero. Ho però anche tanti soprannomi. Per esempio il mio maestro di Ferrara mi chiamava Litos che deriva da Carlitos. Ora invece qualche volta mi chiamano Charles
Hai appena vinto il torneo ITF under 18 J200 a Prato, titolo che negli anni passati se lo sono aggiudicati Murrey, Federer, Medvedev, solo per citare alcuni nomi importanti. Che effetto ti fa?
Quando ho visto questi nomi nell’albo d’oro è stato davvero emozionante poter aggiungere anche il mio sul trofeo. Mi dà molta speranza e fiducia per il futuro, per continuare ad andare avanti nel percorso che sto facendo con tanta determinazione e speriamo di – non dico di raggiungere i loro livelli – ma di andarci vicino
Per arrivare a questo traguardo c’è sicuramente stato tutto un percorso, che nasce da dove?
Sono di Ferrara e ho iniziato a giocare a tennis a 4 anni contro la porta di casa. Prendevo racchetta e pallina e giocavo ovunque, anche in cucina. Come puoi immaginare mia mamma non era molto contenta! Jacopo Ceccarelli, il mio primo maestro che oggi purtroppo non c’è più, mi ha fatto fin da subito allenare con ragazzi più grandi di me. Poi verso i 10/11 anni mi sono trasferito al Cus Ferrara con il maestro Ferdinando De Luca. Anche a lui devo molto perché ha fatto tanto per me nel periodo della mia crescita, sia dal punto di vista tennistico che a livello umano. Ad agosto del 2021 ho scelto di andare ad allenarmi nell’accademia di Forlì e quindi a 15 anni e mezzo sono uscito di casa. Mi trovo molto bene con il mio maestro Alberto Casadei che ringrazio perché è sempre in giro con me. Insieme a lui ci sono il preparatore atletico Luca Raffelli e il mental coach Franco Faoro che mi aiutano molto, soprattutto nei momenti difficili
Mi sembra quindi di capire che con il tennis ci sia stato un amore fin da subito
Sì, ho scelto il tennis fin da subito e non ho mai pensato di fare un altro sport. Sia mio papà che mio nonno hanno giocato ad un buon livello. E’ un po’ una tradizione di famiglia e sono contento di portarla avanti
Ci racconti com’è è la tua giornata tipo?
Mi alzo abbastanza presto quasi tutte le mattine perché alle 8 vado in palestra. Dalle 9 entro in campo e gioco a tennis un paio d’ore o di più. Poi c’è la pausa pranzo. Dopo pranzo non riesco quasi mai a riposare perché devo spesso incordare le racchette. E’ un lavoro che faccio io perché, per risparmiare, ho comprato una macchina portatile e mi incordo le racchette da solo. Alle 15 ricomincio l’allenamento, prima facendo atletica e poi tennis. Dalle 18 alle 19.30 ho scuola. Faccio una scuola online e alla fine di ogni anno devo sostenere l’esame d’idoneità
Sei in piena crescita e sei già alto 1,90m. Hai qualcuno che ti segue per l’alimentazione?
Sono cresciuto molto nell’ultimo periodo quindi so che devo stare attento agli infortuni. Fortunatamente ne ho avuti pochi e sicuramente uno dei fattori importanti che possono condizionare il fisico è proprio l’alimentazione. Sono seguito dal mio preparatore fisico che è anche esperto in nutrizione ed alimentazione. Quando sono a casa riesco a mangiare meglio perché posso decidere cosa mangiare e quanto. Invece durante i tornei, soprattutto quelli all’estero, ci sono delle volte in cui trovi la pasta scotta e si mangia male in generale. Bisogna comunque adeguarsi anche a queste situazioni. Però una volta a settimana sgarro! Una pizza al sabato sera con gli amici, non è vietata.
Come gestisci le sconfitte? Come reagisci ai momenti di sconforto?
In questo sport ci saranno sempre molte sconfitte e momenti di sconforto. Ne ho già avuti e ce ne saranno altri. Bisogna riuscire a superarli con pazienza e con fiducia nei propri mezzi. In campo cerco sempre di dare il massimo fino all’ultimo punto. Quando perdo, ma so di aver lottato fino all’ultimo punto, sono comunque contento.
Adesso sei numero 80 della classifica ITF Junior, ti sei dato un obiettivo per fine anno?
Con la vittoria di Prato ho fatto un bel balzo in classifica e sono entrato per la prima volta in Top 100. Per me è un grandissimo risultato perché fino ad un anno e mezzo fa non avevo neanche la classifica. Sicuramente uno dei prossimi obiettivi è giocare Wimbledon Juniores e dopo vediamo. Se riuscirò a giocare a Wimbeldon allora poi proverò a giocare anche qualche torneo a livello Pro, ovvero gli ITF 15.000$ e 25.000$ per cominciare a vedere com’è il livello. E’ un ambiente differente rispetto agli Juniores
Che rapporto hai con i social? Li usi spesso?
Utilizzo tantissimo whatsapp per messaggiarmi con la mia famiglia e per sentirli, soprattutto quando sono via per i tornei all’estero. Instagram lo uso solo per guardare se ci sono delle novità. Non ne abuso perché so che non fa bene. A ridosso dei match non va bene stare troppo attaccati allo schermo
A quale giocatore ti ispiri? Mi dici un nome italiano e uno straniero?
Mi ispiro a Jannik Sinner. Mi rivedo molto in lui soprattutto a livello fisico, perchè sono anch’io alto e magro. Mi hanno detto che anche come tipo di gioco siamo simili. Purtroppo non ci ho ancora giocato insieme, ma speriamo nel futuro. Invece uno straniero che fin da bambino è stato il mio idolo è Rafael Nadal. L’ho sempre ammirato per la sua grinta e tenacia in campo
Potendo esprimere un desiderio, cosa ti piacerebbe chiedere?
Il mio sogno nel cassetto è quello di vincere uno Slam e di arrivare tra i primi giocatori del mondo. Ma penso sia un sogno che hanno un po’ tutti i ragazzini che giocano a tennis. È un obiettivo bello tosto da raggiungere, ma secondo me se si lavora e si crede nei propri mezzi ci si può arrivare. Penso sia difficile, ma non impossibile
Finchè scriviamo, Carlo Alberto è a Milano per giocare il Trofeo Bonfiglio dove è entrato direttamente nel tabellone principale grazie ad una Wild Card che gli è stata assegnata dal circolo organizzatore. In bocca al lupo da parte di tutto il Team di TennisTalker!
Articolo stupendamente vero e con una visione positiva e risoluta. Carlo lo incontriamo spesso negli Itf U18 ed è sempre un piacere. Educato, sorridente, energico e professionale. Gli auguriamo tutti il successo che merita!