Uno dei protagonisti indiscussi di questo 2022 è stato sicuramente Holger Rune. Il danese classe 2003, che a inizio anno occupava il 103° posto della classifica ATP, attualmente è il n.11 al mondo a soli 17 punti di distanza da Hurkacz.
Da gennaio a oggi Rune è stato capace di aggiudicarsi un titolo Challenger – a Sanremo, battendo in finale Passaro 6-1,2-6,6-4 – e tre titoli ATP (i 250 di Monaco di Baviera e Stoccolma e il Masters 1000 i Parigi-Bercy, dove in finale ha superato niente meno che Djokovic). A ciò vanno poi aggiunte le finali raggiunte al 250 di Sofia e al 500 di Basilea.
Con una crescita tanto esponenziale non c’è da sorprendersi a sentir Rune parlare apertamente e senza troppe remore di voler diventare il n.1 al mondo. Vero è però che questa mentalità così ambiziosa il danese l’ha sempre avuta, come sottolineato da Patrick Mouratoglou, dal 12 ottobre diventato ufficialmente suo allenatore accanto a Lars Christensen: “Non c’è nulla di cui vergognarsi nell’avere grandi ambizioni. Holger punta tutto il tempo in alto, ed è per questo che riesce a fare grandi cose. Non si pone molti limiti e raggiunge i suoi obiettivi. È fantastico”.
“Numero 1 al mondo il prossimo anno, se è realistico? Perché no. Quando riesci in quel che ha fatto lui, tutto è possibile. Dovrà essere in grado di giocare tutto l’anno come ha fatto a Bercy, e specialmente negli Slam e nei Masters 1000, quando conta di più. Non è irrealistico. Sarà estremamente difficile, ma non è irrealistico”.
“Credo che se ti poni dei limiti poi finirai per non oltrepassarli mai, quindi fa bene a mettere l’asticella in alto. Per lui funziona”.
“Penso che a seconda della propria personalità si possano percepire le ambizioni come pressanti o, al contrario, come qualcosa che ti motiva enormemente. A Holger piacciono le sfide, dunque credo si sentirà a suo agio”.