Sakkari e Swiatek si sono assicurate un posto in semifinale grazie alle rispettive vittorie ieri su Sabalenka (6-2,6-4) e Garcia (6-3,6-2), mentre oggi Kasatkina ha tenuto vive le speranze di qualificazione superando 7-6(6), 6-3 Gauff, che diventa così la prima eliminata matematicamente dal torneo.
Il punto della situazione è dunque il seguente:
Gruppo A
- Swiatek 2
- Garcia 1
- Kasatkina 1
- Gauff 0
Gruppo B
- Sakkari 2
- Sabalenka 1
- Jabeur 1
- Pegula 0
Gauff è a 0 punti e automaticamente fuori perché al prossimo turno lo scontro diretto tra Garcia e Kasatkina assegnerà a una delle due il punto decisivo per la qualificazione. Così non è però nel gruppo B, dove Pegula resta ancora in gioco, dal momento che Sabalenka-Jabeur si è già disputata e dunque non ci sarà alcuno spareggio tra le due all’ultimo turno. Dette questo, gli scenari possibili per il gruppo B sono i seguenti:
- Se Sakkari e Sabalenka vincono, Sakkari passa come prima e Sabalenka come seconda.
- Se Sakkari vince in due set e Pegula pure, allora Sakkari 1ª e Pegula 2ª.
- Se Sakkari vince in due set e Pegula in tre allora il secondo posto sarà assegnato in base alla percentuale di giochi vinti.
- Se Sakkari vince in tre set e Pegula vince, allora Sakkari 1ª e Jabeur 2ª.
- Se Jabeur vince in tre set e Sabalenka vince in due set, allora insieme alla Sakkari passa la Jabeur.
- Se Jabeur e Sabalenka vincono entrambe in tre set, passa come seconda Jabeur.
- Se Jabeur vince e Pegula pure allora Jabeur passa come 1ª e Sakkari come 2ª.
Andiamo ora a vedere le interviste fatte in campo al termine delle ultime due partite: Swiatek – Garcia e Gauff – Kasatkina.
Quando hanno chiesto a Swiatek come avesse gestito la pressione generata dall’aggressività della Garcia la n.1 al mondo ha scherzato: “Non piangendo?”.
“Perché sì, lei metteva parecchia pressione e imprimeva una gran velocità alle palle. Ero pronta per questo”.
Tutto finora è filato liscio per la polacca, che si sente motivata, concentrata e pronta a dare il massimo: “Certamente sto cercando di concentrarmi di più. È il mio obiettivo in questo torneo, perché a San Diego ho avuto la sensazione che avessi avuto bisogno di perdere un set per ottenere un livello diverso di concentrazione, forse perché ero stanca (delle quattro partite con le quali si è aggiudicata il titolo, tre le ha vinte 2-1). Ma qui sento di poter dare tutto”.
“È l’ultimo torneo della stagione e non ho niente da perdere. Non devo preoccuparmi di cosa farò dopo. Di sicuro mi impegnerò al 100% sia fisicamente che mentalmente”.
Garcia dal canto suo ha raccontato parte del suo piano di gioco e le impressioni che si hanno al giocare contro la classe della mattatrice di quest’annata: “Il punto è che devi toglierle il ritmo. Devi essere aggressiva, fare in modo che non sia a suo agio. Ma il più del tempo lei se la cava meglio di te. È davvero forte, molto solida, non ti concede molti errori non forzati”.
“Non appena ottiene un po’ più di spazio o un’angolazione migliore ti fa sentire più lenta, che stai giocando male”.
Veniamo ora alla partita vinta dalla Kasatkina, che ha dichiarato: “È stata dura. All’inizio ero nervosa… Col ritmo della partita il nervosismo un po’ se n’è andato e ho cominciato a fare meglio. Sono molto contenta di affrontare il prossimo round essendo ancora in gioco”.
Lo scontro diretto per la qualificazione contro Garcia non le fa paura: “Questo è esattamente quel con cui abbiamo a che fare ogni settimana. Se vinci vai avanti, se perdi vai a casa. Essere all’ultimo torneo della stagione e affrontare questo tipo di situazione, sarà divertente”.
Certo è che queste seconde opportunità solitamente non ci sono, da qui la particolarità dell’evento: “Di solito se hai perso sei tipo ‘Ok, torneo finito’, quindi faccio le valigie e vado all’aeroporto. Qui è completamente diverso. Ho dovuto spingermi il giorno dopo ad allenarmi come se niente fosse accaduto per preparare la partita successiva. È stato interessante, insolito, ma sono piuttosto contenta di come ho gestito la situazione, che per me era abbastanza nuova”.