La schiena è spesso sottoposta a forti sollecitazioni nella maggior parte degli sport e fino al 20% di tutti gli infortuni sportivi comportano lesioni alla parte bassa della schiena o al collo, inoltre nel tennis le ripetute rotazioni del busto ed il differente utilizzo dei due arti superiori provoca danni anche alla zona toracica del rachide, tanto che gli studiosi mostrano come quasi il 40% dei tennisti mostra (o ha mostrato) un dolore al dorso tale da compromettergli almeno una competizione nella vita.
Gli studi a riguardo mostrano come il dolore alla schiena sia correlato ad una scarsa mobilità del rachide, all’aumento eccessivo e rapido dei carichi di allenamento, all’elevato volume dell’allenamento stesso, ai movimenti ripetitivi, ai traumi diretti o indiretti (come un colpo di frusta dopo un servizio vigoroso) ed a disturbi terzi
che possono influenzare le posture del rachide stesso a risposo o in partita (come dolori alla caviglia, al gomito, alla spalla ed al ginocchio tipici del gioco del tennis).
Prevenire tale disturbo però è, in molti casi, possibile! Gli studiosi mostrano in una loro ricerca come, attraverso un aumento del ROM della colonna sul piano sagittale in flesso-estensione, una aumento della mobilità in rotazione sul piano trasverso della zona lombare, una buona muscolatura (con capacità elastico-tensiva) dell’intero CORE, in particolar modo del trasverso dell’addome, quadrati dei lombi, retto
dell’addome, pavimento pelvico e muscolatura profonda della schiena, un maturato equilibrio e controllo dei quattro arti, sia possano prevenire in modo significativo dorsalgie e lombalgie.
Discorso diverso la prevenzione delle cervicalgie che richiede una consapevole gestione della zona riguardante le prime 7 vertebre e muscolatura appendicolare annessa, raggiungibile attraverso esercizi mirati e specifici svolti con gradualità, lentezza e coscienza di movimento.
Lo stesso tipo di lavoro può essere svolto anche da chi già soffre in modo blando (anche cronicizzato) dolore alla schiena. Nel caso di forte dolore persistente invece sarà necessario rivolgersi ad un medico specialista così da poter definire una diagnosi chiara, in modo da potersi affidare ad uno specialista del movimento, così
da poter creare una prescrizione motoria seria, graduale, adattata alla persona e specifica al singolo caso (ernia, protrusione, listesi…).
Quindi cosa aspetti? Non soffrire in silenzio!