Il CEO della WTA, Steve Simon, ha detto di essere contrario a bandire atleti da eventi sportivi a causa di una “leadership autoritaria”.
Sia nel Tour ATP che in quello WTA i tennisti russi e bielorussi possono sì giocare, ma non in qualità di rappresentanti del proprio paese – scritte e bandiere vengono infatti rimosse.
In molti l’hanno percepita come una presa di posizione troppo morbida, in particolar modo se paragonata per esempio a quanto fatto nel badminton o nell’atletica, tra gli altri, in cui gli atleti russi e bielorussi sono stati interdetti dal competere a livello internazionale.
Alla Russia è stata vietata la partecipazione alla Coppa Davis e alla Billie Jean King Cup, impedendole così di difendere i titoli conquistati, e, stando a Simon, è improbabile che allo stato attuale verranno adottate misure più dure.
“Non si sa mai cosa porterà con sé il futuro” – ha detto a BBC Sport. “Ma posso dirti che non abbiamo mai proibito a degli atleti di prendere parte al Tour come risultato di posizioni politiche che le loro leadership possono prendere”.
Per cui servirebbe qualcosa di molto, molto significativo perché ciò cambi, ma lo ripeto, non sappiamo come andrà a finire tutto questo”.
Tutti gli eventi ATP e WTA in Russia sono stati sospesi. Oltre a ciò Russia e Bielorussia non ospiteranno alcun torneo della Federazione Internazionale Tennis. Resta sempre la possibilità che dei singoli governi vietino ad atleti russi e bielorussi l’entrata nei loro paesi e ciò potrebbe forzare la mano alle associazioni tennistiche. Simon ha aggiunto: “Ci costringerebbe a cambiare la nostra posizione, siccome ovviamente dobbiamo seguire le regole del governo”.
“Credo fermamente che, lo ripeto, dei singoli atleti non dovrebbero essere penalizzati per le decisioni di una leadership autoritaria che sta chiaramente facendo cose terribili, riprovevoli. Ma se dovesse succedere, come parte di una strategia più ampia volta a far pagare alla Russia e ai cittadini russi le conseguenze delle decisioni che il loro governo ha preso, allora non sarà qualcosa che supporteremo”.
“Siamo speranzosi che si eviti una cosa del genere perché ritengo che trascinerebbe con sé moltissime altre questioni. Non penso si possa prender di mira solo gli atleti. Cosa faremo con i profughi (russi) che arriveranno? Gli si tratterà in maniera diversa dagli atleti? Spero si continui con le sanzioni, si vada avanti a fare qualunque cosa in nostro potere per ottenere la pace, ma ancora, queste persone sono vittime innocenti di tutto ciò, e essere isolati come risultato di queste decisioni non penso sarebbe giusto”.
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