La notizia secondo cui Juan Martin del Potro avrebbe partecipato al 250 di Buenos Aires e al 500 di Rio de Janeiro aveva riacceso la speranza di un ritorno al tennis del gigante argentino. Poi, quattro giorni fa, la conferenza stampa richiesta dallo stesso Delpo per annunciare al mondo che, con tutta probabilità, la sua carriera si sarebbe chiusa lì, nella capitale argentina, davanti alla sua gente – troppo lancinante il dolore al ginocchio per pensare di proseguire. Stanotte, a partita finita (persa 6-1, 6-3), ha parlato nonostante tutto della volontà di “lasciare una finestra aperta”, ma quello andato in scena contro il connazionale e amico Delbonis è stato quasi certamente l’atto conclusivo di una straordinaria carriera tennistica. Aveva la carica emotiva di un atto conclusivo – si pensi alle lacrime prima di iniziare quello che avrebbe potuto essere, e si è poi a tutti gli effetti rivelato, l’ultimo game del match – una carica emotiva diventata straripante attraverso il dialogo empatico col pubblico nel post-partita; e ne aveva la ritualità – mi riferisco alla bandana messa con bacio sulla rete, gesto a cui il telecronista argentino ha commentato proponendo tra il serio e il faceto di lasciarla lì per sempre.
E adesso quale modo migliore di ripercorre quest’emozionante uscita di scena, se non con le parole dello stesso Del Potro, espresse con grande commozione in entrambe le occasioni.
L’annuncio quattro giorni fa in conferenza stampa – “È uno dei messaggi più difficili che mi tocca dare… tutti sanno e sperano che ritorni a giocare a tennis… è possibile che non sia così, può darsi sia più un addio che un ritorno… ho fatto troppi sforzi per andare avanti, e il ginocchio mi sta facendo vivere un incubo, è già da molti anni che tento alternative e trattamenti e medici e diverse maniere di trovare una soluzione, ma fino a oggi non ci sono riuscito… però mai avrei immaginato di ritirarmi dal tennis in un modo che non fosse giocando sul campo, e non c’era miglior torneo di quello di Buenos Aires per farlo… e credo che nelle prossime settimane Dio dirà quel che ne sarà del mio futuro però quel che sì ho chiaro è che oggi devo scegliere di vivere come una persona di trentatre anni cercando di non avere dolori e non come uno sportivo professionista, che è come mi sono sentito fino ad oggi e la ragione per cui non mai mollato… è una decisione difficile e ve la volevo comunicare”.
L’intervista sul campo nel post-partita – “La verità è che è un momento che non avrei mai voluto arrivasse… perché non era qualcosa che volevo, ma è la salute che mi porta a dover prendere un decisione, sono poco convinto ma credo di aver fatto troppo sforzi in questi due anni e mezzo per poter fare un altro miracolo come ho fatto col polso o altre volte… a volte provavo a spiegarlo a chi mi sta vicino che a volte anch’io posso perdere, e a volte non ho la forza che tutti pensano io abbia per andare avanti… stavolta è questo che sento… ce l’ho messa tutta… oggi è un giorno che come ho detto speravo non arrivasse mai, ma al tempo stesso un giorno del genere lo ricorderò per tutta la vita e credo che ancora non ho trovato un posto nella mia vita in cui mi sento più felice che qua dentro (indica con la mano il campo) e per questo volevo giocare, e sedici anni, durante la mia carriera, ho guardato questo torneo alla televisione e non c’era miglior opportunità che farlo qui a Buenos Aires… e davanti a mia mamma che è la prima volta che mi vede giocare… penso di aver realizzato tutti i miei sogni col tennis e la cosa più difficile da ottenere non è alcun trofeo, alcuna coppa, non è il ranking, ma l’amore e l’affetto della gente e io penso di esserci riuscito e me lo porto nel cuore”.
“Oggi ho dato tutto quel che avevo fino all’ultimo punto e adesso sono tranquillo con me stesso perché quella che forse è stata la mia ultima partita è stata sul campo e non tenendo una conferenza stampa e l’ho potuto fare davanti a tutti voi… e lo ricorderò sempre”.
“Ho dato tutto fino all’ultimo punto e la verità è che oggi desidero poter dormire senza dolore alla gamba dopo due anni ed è quel cercherò di ottenere a partire da domani perché è molto difficile fare questo sport con i fastidi che ho… la verità è che oggi sento di avere tutta la vita davanti e voglio vivere in pace”.
“Sì, ho realizzato tutti i sogni che mi sono preposto, mi è rimasto il sassolino dell’essere il numero uno, che ci sono andato vicino però sì, riuscire in tutto quel che ho fatto in questa èra significa molto per me e penso che al di là di tutti questi successi e trofei che ho in casa e vedo tutti i giorni… in tanti hanno di queste cose ma non hanno questo premio che ho io che è l’amore della gente ed è senza prezzo… e niente, voglio solo dire grazie, me lo porterò custodito nel cuore, probabilmente non ci rivedremo più qui (sul campo), ma lo ricorderò sempre e mi avete reso molto felice stanotte”.