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    Attraverso quali fattori passa la conquista del punto?

    Attraverso quali fattori passa la conquista del punto?

    Esistono elementi diversi in grado di ruotare intorno alla stella polare del gioco: il regolamento. Questi sono essenzialmente le continue evoluzioni ambientali, alle quali ogni giocatore è chiamato di volta in volta ad adattarsi, per cercare una risposta funzionale per la conquista del punto.

    Cosa significa giocare bene a tennis? – Luca Bottazzi

    E’ una frase, o se vogliamo un luogo comune, che si sente spesso dire nell’ambiente. Ebbene, se conosciamo la materia tennis, sappiamo come questo pensiero non si deve correlare alla dotazione di una mirabile destrezza. Altrimenti i giocolieri del circo sarebbero tutti tennisti, o se vogliamo calciatori, tra i primi al mondo. L’interrogativo significa, invece, più semplicemente saper individuare la soluzione funzionale al risultato rispetto alle richieste ambientali e alle proprie caratteristiche.

    Difatti, il miglior colpo del mondo giocato dove l’avversario è pronto a ribattere è meno efficace di un colpo modesto ma imprevisto, per fare un semplice esempio pratico.
    Del resto, il gioco del tennis non è come la disciplina dei tuffi dove il gesto tecnico costituisce l’intera prestazione, data la presenza di una giuria che esprime un voto. Per vincere a tennis basta trovare la maniera per superare l’avversario di turno, non certo stabilire di volta in volta un record del mondo.

    Mulinare braccia e gambe in modo forsennato senza il sostegno di un piano di gioco compiuto è del tutto inutile. A tutti gli effetti, se una partita viene vinta in funzione della destrezza, il fenomeno accade solo perché sul campo si misurano giocatori appartenenti a categorie molto distanti. In altre parole, per essere competitivi nel gioco del tennis, a parità di livello o di categoria, è necessario restare sempre con i nervi saldi e il cervello acceso fino all’ultimo punto.

    In quanti modi allora è possibile conquistare il punto? – Luca Bottazzi

    Non vi è dubbio alcuno come sia necessario conoscere i modi attraverso i quali è possibile conquistare ogni “quindici”. Dal punto di vista tecnico le maniere sono innumerevoli, dal punto di vista strategico, le vie sono essenzialmente tre.
    1- L’errore gratuito, quando uno dei contendenti sbaglia da solo
    2- L’errore procurato, quando un giocatore viene costretto a sbagliare
    3- La giocata vincente, quando l’avversario non tocca la palla

    Ebbene, l’esatta proporzione tra questi tre fattori conferisce ad una partita, giocata sul piano dell’equilibrio, lo status di qualità. Solo quando le giocate vincenti arrivano al 40% si è in presenza di una super prestazione. Una circostanza che accade raramente anche tra i primi giocatori del mondo. Del resto, se pensiamo a un primo turno dove il numero uno mondiale incrocia possibilmente un qualificato, anche se la contesa è senza storia, lo sfidante riesce comunque a produrre dei colpi vincenti. Ciò che invece non riesce assolutamente a fare è trovare una strada per far sbagliare il campione.

    A tutti gli effetti, è proprio l’errore procurato il segreto vincente che si nasconde dietro ai più clamorosi successi

    Il fattore capace di logorare la psicologia dell’avversario. Il colpo vincente resta nella maggior parte dei casi, la cosiddetta ciliegina sulla torta, regina incontrastata degli “highlights” televisivi. Un effetto! Il quale ha poco a che fare con la vera causa della vittoria.
    Nel tennis dilettantistico, invece, la situazione a cui bisogna assolutamente prestare grande attenzione è l’errore gratuito. Un fattore che a seconda del livello amatoriale varia dal cinquanta al novanta per cento dei punti giocati in un incontro. Un aspetto che dovrebbe far profondamente riflettere e quindi suggerire di lasciar perdere la voglia matta di mirare alla riga, alla ricerca del colpo da campione.

    Di fatto, proprio il campione, è quel tennista che per primo cerca di evitare sistematicamente rischi inutili. Lui sa come l’azzardo vada affrontato solo se strettamente necessario. Così, il grande tennista non cerca la luna, lui sa farsi bastare le stelle. Chissà per quale ragione, allora, molti amatori giocano (si allenano e competono) per trovare sia la luna che le stelle! Mistero del tennis o voglia pazza di “highlights”.

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