Cosa ne pensi della frase: ‘Lo sport è un bene essenziale?’ Si può secondo te trasformare una criticità in un fattore di opportunità?
Risulta indispensabile partire dalla sfida del cambiamento, un cambiamento soprattutto di mentalità.
“E’ importante concentrarci sul passaggio dalla fase 1 (emergenza sanitaria)alla fase 2 (convivenza con il virus ed emergenza economica).
Necessario è anzitutto considerare la differenza esistente tra la paura e il panico
– spiega il professore Giorgino, docente presso l’università Luiss e anche giornalista–
poiché nel primo caso siamo solo in presenza di una consapevolezza di pericoli e rischi per sé e per gli altri, nel secondo caso, in un’accezione evidentemente negativa, ci confrontiamo con una reazione collettiva. Reazione a breve termine, che paralizza processi decisionali e mortifica il bisogno di relazioni sociali”.
Il docente propone un approccio al mondo del tennis che metta tutti in condizione di trasformare una criticità in un fattore di opportunità.
In particolare, parla a tutti coloro che volessero avvicinarsi a questo sport degli aspetti comunicativi e sociologici del tennis ai tempi del Coronavirus.
Il tennis – Lo sport é un bene essenziale?
Il tennis ricordiamolo è uno sport sicuro perché è uno sport individuale, non di contatto, ed è il primo tra gli sport individuali per numero di tesserati e tra i primi tre in senso assoluto, appena dopo il calcio. Il sistema tennis è pronto a far giocare bambini, adolescenti, giovani ed adulti in condizione di sicurezza, con accorgimenti particolari e alla giusta distanza, distanza che appartiene alle caratteristiche intrinseche di questa disciplina sportiva.
Su queste basi e in questo momento il messaggio che è arrivato dal mondo del tennis è proprio questo, uno sport sicuro. E se questo significasse riuscire ad interessare altre persone che potrebbero avvicinarsi a questo sport, ne risulterebbero ancora più diffusione e coinvolgimento e nuovi soci per tutti i circoli che stanno affrontando ad oggi numerosissimi sacrifici.
Il nuovo coronavirus è destinato a restare. Gli scenari delineati dai modelli previsionali per i prossimi mesi e anni sono vari, ma tutti concordano che il Covid-19 non se ne andrà tanto presto. E che molto di ciò che accadrà dipenderà dalle scelte dei governi e delle persone.
Adattarsi alle nuove regole e imparare a conviverci sarà perciò fondamentale
I ricercatori che lavorano nei punti più caldi della pandemia stanno studiando l’utilità di questi comportamenti. All’Università Anhembi Morumbi di San Paolo, in Brasile, il biologo computazionale Osmar Pinto Neto e i suoi colleghi hanno realizzato oltre 250.000 modelli matematici di strategie di distanziamento sociale definite come costanti, intermittenti o “calanti” – con restrizioni ridotte per gradi – oltre a interventi sul comportamento, come indossare la mascherina e lavarsi le mani.
Il team ha concluso che se il 50-65 per cento delle persone adotta precauzioni nei luoghi pubblici, ridurre le misure di distanziamento sociale ogni 80 giorni può contribuire a evitare altri picchi di contagi nei prossimi due anni. “Abbiamo bisogno di cambiare il nostro modo di interagire con gli altri”, spiega Neto.
Lo sport é un bene essenziale
Ma ritornando ad oggi possiamo semplicemente dire che lo sport qualunque esso sia è un bene essenziale. Ci fa piacere citare l’appello degli sportivi alla politica: lo sport è un bene essenziale, firmato da molti sportivi e di cui vi riportiamo giusto l’incipit:
“Il mondo dello sport è consapevole del momento di grande difficoltà che il nostro Paese sta vivendo e ha strenuamente dimostrato il proprio senso di responsabilità attraverso la capacità di seguire le regole, di tutelare la propria e l’altrui salute, di fare squadra, di lavorare per obiettivi. Tutti argomenti che ben conosce chiunque pratichi una disciplina (termine non casuale) o sia entrato in uno spogliatoio….”.
Vi é piaciuto questo articolo? Secondo voi lo sport é un bene essenziale? Fateci sapere nei commenti qual é la vostra posizione, sempre qui su Tennistalker!