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    TennisTalker MagazineConsigliQuanto sono importanti lo sweet-spot e la dimensione del piatto corde?
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    Quanto sono importanti lo sweet-spot e la dimensione del piatto corde?

    Ti ricordi la racchetta di legno con un piatto corde molto ridotto? 

    Grazie all’intuizione di Howard Head che inventò l’”oversize” (in Alluminio), con il progresso tecnologico e lo sviluppo dei materiali compositi a base di fibra di carbonio, leggeri ma resistenti è stato possibile realizzare design innovativi con ottimizzando l’area del piatto corde aumentando le prestazioni e facilitando il gioco. 

    Ma qual è l’ampiezza giusta per un piatto corde, e in che misura influisce sul gioco?

    Il piatto corde è’ la superficie dell’ovale della racchetta, espressa in pollici quadrati (in2) oppure in cm2

    L’area del piatto corde è uno dei fattori principali da cui dipende la velocità di uscita della palla e questo ha una relazione diretta con lo stile di gioco; maggiore è il piatto corde maggiore la velocità di palla e quindi la potenza della racchetta.

    Corde snauwaert
    corde snauwaert

    Al giorno d’oggi la maggior parte dei telai in commercio ha un piatto corde che va dai 95 ai 100 pollici quadrati (mid-plus); alcuni giocatori, generalmente di livello avanzato e dallo stile classico, alla ricerca della massima precisione e traiettorie filanti e potenti utilizzano racchette con piatto corde uguale o inferiore ai 93 in2 (mid-size); questi attrezzi sono tipicamente pesanti e più difficili da gestire in fase di impatto ma ripagano gli sforzi con una maggiore precisione. Con lo stile di gioco moderno, con rotazioni esasperate e velocità sempre più alte, ha ridotto di molto il numero di tennisti che utilizzano questi telai.   

    Racchette con misure del piatto corde superiori a 100 in2  e fino ai 105 in2 vengono utilizzate da giocatori e giocatrici, anche di livello avanzato, ma in genere alla ricerca di un aiuto in termini di spinta. 

    Al di sopra dei 105 in2 si può parlare a tutti gli effetti di oversize (anche se tecnicamente lo sono già al di sopra dei 100 in2) e queste racchette ad oggi sembrano essere destinati ad un pubblico senior o di tipo amatoriale anche se andando indietro con la memoria è bene ricordare che Agassi, Chang, Seles, Sabatini e molti altri utilizzavano racchette di questo formato con risultati non propriamente disprezzabili. 

    Un piatto corde più ampio consente di colpire più facilmente la palla. Ma oltre a “prendere” la palla, dobbiamo anche cercare di colpire la palla in quell’area del piatto corde che presenta la massima restituzione e che comunemente viene chiamato “sweet-spot” o meglio “sweet spot area”.

    Quello che si va ricercando in fase di progettazione è un comportamento il più omogeneo possibile su tutta la superficie del piatto corde e per ottenere questo risultato è possibile agire sugli spessori del fusto, sulla rigidezza e consistenza delle masse nonché sulla distribuzione delle corde in termini geometrici sull’ovale.

    L’area ideale di impatto è quella che massimizza la resa dell’attrezzo in campo e che consente di minimizzare la trasmissione dello shock da impatto e l’effetto torcente del telaio. Un telaio con una buona tolleranza è un telaio stabile capace di restituire in modo efficace e dinamico la palla anche se non colpita perfettamente al centro. 

    corde snauwaert
    corde snauwaert

    Una zona di impatto ampia produce più potenza percepita, più comfort e minore sforzo nel trovare profondità di palla rispetto ad una più piccola. Quindi in genere un piatto corde grande offre più “sweetspot” (zona di impatto utile), riduce il rischio di colpi decentrati e semplifica i colpi anche in recupero. 

    La dimensione di questa zona di impatto è determinata da varie caratteristiche (complesse ed interconnesse fra loro), fra le quali ovviamente l’ampiezza del piatto, la spaziatura delle corde e da come il piatto, per caratteristiche geometriche restituisca una distribuzione il più omogenea possibile delle rigidezze a contatto con la pallina. 

    In questo senso, quello che i progettisti ricercano da sempre in una racchetta, è che questa, grazie ad un ottimizzata distribuzione delle masse, posizionamento e spaziatura delle corde, consenta di avere un piano nel quale le rigidezze del piatto corde ed il coefficiente di restituzione (COR) siano più omogenei possibile in termini dinamici.

    I giocatori avanzati, che in genere sono in cerca di maggiore controllo e precisione, preferiscono racchette con superficie ridotta, mentre i principianti trovano piacevole e vantaggioso avere una superficie più ampia che agevola e semplifica l’impatto con la palla.

    Si dice che Roger passando da una racchetta 90″ ad una con piatto 97″ e con sweetspot più ampio, nonostante i dubbi e le incertezze iniziali si sia allungato la carriera di qualche anno… ed il numero di palline decentrate, facendo un confronto con il passato, parlano chiaro!

    I telai al giorno d’oggi cercano di ottenere uno sweetspot sempre più largo senza allargare il piatto corde ma facendo ricorso a soluzioni di tipo geometrico, meccanico e di tipo strutturale. Soluzioni complesse che devono armonizzare il comportamento statico e dinamico della racchetta cercando di ottenere un’ottimale combinazione di potenza, rotazioni e controllo come richiesto dal tennis moderno. 

    Queste soluzioni portano talvolta a particolari modifiche alla forma dell’ovale, con soluzioni spesso originali ed innovative, come possiamo riscontrare con racchette dei brand Snauwaert o Yonex.

    Quindi uno sweetspot più ampio porta a un maggiore comfort di gioco, ad una facilità della racchetta e ad una maggiore tolleranza nei confronti degli errori di tipo tecnico. 

    E il cosiddetto pattern (lo schema corde)? Pur essendo indicato sempre sui telai è spesso una caratteristica trascurata dagli appassionati, giocatori di vari livelli, anche buoni agonisti.

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