Il numero uno d’India rischia di saltare l’Asia-Pacific wildcard playoff che qualifica all’Open d’Australia: “Il mio visto è stato rifiutato senza motivo”

Situazione paradossale per Sumit Nagal, attuale numero duecentosettantacinque del ranking e primo tennista indiano in classifica. Il ventottenne nato a Jhajjar dovrebbe volare a Chengdu per disputare l’Asia-Pacific wildcard playoff, in programma dal 24 al 29 novembre presso il Sichuan International Tennis Centre: in palio una wild card per il tabellone principale degli Australian Open 2026, l’unica strada verso Melbourne percorribile per il giocatore dato che l’attuale classifica non gli permetterebbe di entrare nelle qualificazioni del primo Major stagionale.

A una decina di giorni dal via, però, Nagal si è trovato davanti a un ostacolo imprevisto: il visto per la Cina respinto. Lo ha annunciato lo stesso giocatore sul proprio profilo X, con un messaggio diretto e accorato: “Sono Sumit Nagal, il numero uno dell’India. Devo partire per rappresentare il mio Paese ai playoff degli Australian Open, ma il mio visto è stato rifiutato senza spiegazioni. Qualsiasi aiuto tempestivo sarebbe molto apprezzato”.

La vicenda ha attirato l’attenzione anche a livello diplomatico. Interpellato sulla questione, il portavoce del Ministero degli Esteri cinese, Lin Jian, ha precisato che la Cina “rilascia visti agli atleti di tutti i Paesi, compresa l’India”, invitando Nagal a presentare la documentazione “urgentemente e in modo conforme ai requisiti consolari”.

Un botta e risposta che lascia sul tavolo un interrogativo semplice e urgente: senza un via libera formale, il tennista indiano rischia di non partire, e con questo di vedere svanire l’unica occasione per giocare a Melbourne nel 2026. Per ora, Sumit resta in attesa: il suo Slam è cominciato ben prima di colpire la prima palla.