Il capitano iberico chiarisce i motivi della mancata convocazione: “Ha rinunciato due volte all’ultimo momento, non potevo rischiare ancora”
Dopo le polemiche sollevate da Alejandro Davidovich Fokina per la mancata convocazione alle Davis Cup Finals 2025, il capitano David Ferrer ha rotto il silenzio, spiegando pubblicamente le ragioni della sua scelta e confermando che dietro la decisione ci sono motivi che vanno oltre il semplice rendimento sportivo.
“Non è stato escluso per mancanza di livello, ma per una questione di fiducia e di disponibilità,” ha dichiarato Ferrer ai microfoni di El Partidazo de Cadena Cope.
Ferrer ha raccontato che Davidovich si è tirato indietro due volte all’ultimo momento, nelle sfide di qualificazione contro Svizzera e Danimarca, ufficialmente per “problemi fisici e stanchezza mentale”. Tuttavia, in entrambi i casi, il tennista è sceso in campo appena pochi giorni dopo in tornei ATP: a Dallas a febbraio e nella tournée asiatica a settembre.
“Dopo il ritiro prima della sfida con la Svizzera ho avuto difficoltà a rimpiazzarlo. Lo stesso è accaduto contro la Danimarca: mi aveva assicurato che ci sarebbe stato, poi mi ha chiamato dicendo che era troppo stanco. Ma il giorno dopo era di nuovo in campo. È stato un colpo difficile da gestire,” ha spiegato Ferrer.
Il capitano iberico ha poi aggiunto che, per la fase finale di Bologna, aveva pensato di tenerlo come quinto uomo, “ma lui stesso mi ha detto di non contare su di lui se non era tra i quattro titolari”. Alla fine, Ferrer ha preferito convocare Pablo Carreño Busta, premiando inoltre Munar e Pedro Martínez, protagonisti delle vittorie decisive nelle qualificazioni.
“Non ho nulla contro Davidovich. È un grande giocatore, ma devo pensare al gruppo e alla sua affidabilità. Se in futuro dimostrerà impegno, le porte resteranno aperte. Non porto rancore,” ha aggiunto Ferrer, che ha anche rivelato un tentativo di mediazione da parte del coach di Davidovich, Félix Mantilla, avvenuto a Parigi.
Un caso che riaccende l’attenzione sui difficili equilibri tra individualismo e spirito di squadra nella storica competizione a squadre.



