La rubrica di TennisTalker dedicata alle giocatrici qualificate per le Finals – “Le magnifiche otto” – prosegue con Amanda Anisimova, quarta classificata per Riyadh
Ci sono carriere che sembrano scritte da un romanziere più che da uno statistico. Quella di Amanda Anisimova, ventiquattrenne nata a Freehold, New Jersey, e cresciuta tra le palme di Miami, appartiene alla prima categoria. Dopo un periodo di silenzio e depressione, la tennista americana è tornata nel 2024 e quest’anno è stata una delle protagoniste indiscusse del circuito: due titoli WTA 1000, due finali Slam e la qualificazione alle WTA Finals di Riyadh.
Dalle origini ad un sogno infranto (e ricostruito)
Figlia di genitori russi, Amanda ha iniziato a giocare a tennis quasi per caso, seguendo la sorella maggiore Maria agli allenamenti. Da bambina osservava, imitava, sognava. Il suo talento era evidente, tanto che a soli 14 anni debuttò nel circuito professionistico, vincendo un match nelle qualificazioni degli US Open 2016.
Nel 2017 vinse il titolo juniores dello US Open battendo Coco Gauff in finale. Un preludio a una carriera destinata al vertice. Due anni dopo, a Roland Garros 2019, il mondo scoprì davvero chi fosse Amanda Anisimova: semifinale a soli 17 anni, vittoria contro la campionessa in carica Simona Halep, e l’etichetta – ingombrante ma inevitabile – di predestinata.
Poi, il buio.
Nel 2019 la tragica scomparsa del padre e allenatore, un dolore personale profondo che la tenne a lungo lontana dai campi. La morte improvvisa di papà Konstantin, probabilmente causata da un arresto cardiaco, è avvenuta nella loro abitazione negli Stati Uniti. Amanda, allora diciassettenne, si ritirò dagli US Open per lutto.
Nel 2020 ha ripreso a giocare, ma con risultati altalenanti e visibile fragilità emotiva. Nel 2023 ha annunciato una pausa dal tennis e durante questo periodo si è dedicata all’arte, alla pittura e ai viaggi, svaghi che l’hanno aiutata ad uscire dalla depressione in cui era caduta.
Il ritorno nel 2024
Dopo la pausa, Anisimova è tornata nel 2024 con nuove guide tecniche – Rob Brandsma e Rick Vleeshouwers – e uno spirito diverso: più maturo e soprattutto più sereno. Le semifinali e i piazzamenti costanti hanno preparato il terreno e messo le basi per quella che sarebbe diventata la stagione della rinascita, nel 2025.
Il 2025 di Amanda: il cammino verso le Finals
Il suo 2025 è stato il romanzo della rivincita caratterizzato dall’incredibile potenza del suo gioco. Ha vinto due titoli WTA 1000, a Doha e Pechino, ha raggiunto due finali Slam, a Wimbledon e US Open, superando campionesse come Sabalenka, Swiatek e Gauff in tre tornei diversi – un’impresa riuscita solo a lei quest’anno.
Ha completato la stagione con la finale a Londra (WTA 500), la semifinale a Charleston, e quarti e ottavi costanti nei tornei più prestigiosi.
Tutto questo le è valso l’ingresso per la prima volta tra le Top 10 del ranking WTA e il quarto posto nella Race to Riyadh.
Tornei vinti
- Doha (WTA 1000)
- Pechino (WTA 1000)
Finali raggiunte
- Wimbledon (Slam)
- US Open (Slam)
- Londra (WTA 500)
Migliori piazzamenti
- Semifinale: Charleston (WTA 500)
- Quarti di finale: Hobart (WTA 250), Berlino (WTA 500)
- Ottavi di finale: Miami (WTA 1000), Roland Garros (Slam), Montreal (WTA 1000)
- Sedicesimi di finale: Auckland, Cincinnati
- Trentaduesimi di finale: Australian Open, Dubai, Indian Wells, Madrid, Roma
Verso Riyadh: la favola continua
Ora, Amanda è una delle “Magnifiche 8” che chiuderanno la stagione alle WTA Finals 2025 di Riyadh. Una tra le migliori, ma anche una tra le più amate, perché dietro ogni suo colpo c’è una storia di dolore, caduta e rinascita. Il tennis, come la vita, sa dare seconde possibilità e Amanda Anisimova ha deciso di prendersi la sua!



