Contro i connazionali Jannik è imbattuto: sedici vittorie su sedici, quattro soli set persi. A Vienna sfida il decimo avversario azzurro, Flavio Cobolli
Nel tennis, il derby non è una festa. È un cortocircuito di prossimità: si parla la stessa lingua, ci si conosce da anni, spesso si è condiviso un campo d’allenamento o una stanza d’albergo. Per questo, a differenza del calcio, non c’è pubblico da accontentare o bandiera da sventolare. C’è solo il rischio, sottile e fastidioso, di vedersi smontare da uno che conosce le proprie abitudini e i propri tempi morti.
Jannik Sinner questo rischio lo ha sempre neutralizzato con la freddezza di chi osserva e archivia. Sedici vittorie su sedici contro i connazionali via via trovati in torneo, quattro set persi in tutto: una statistica che non urla ma pesa. La prima fu contro Stefano Travaglia, Melbourne 2021, partita ordinata, senza sbavature. L’ultima contro Lorenzo Musetti allo US Open, tre set in un’ora e mezza, sette giochi concessi al carrarino, come un verbale d’udienza già scritto in anticipo.
Nel mezzo, un campionario di colleghi noti — Sonego, Berrettini, Arnaldi — affrontati e sistematicamente superati. Nessun trionfalismo, solo la sensazione che in campo Sinner riesca a mantenere una distanza di sicurezza, professionale più che emotiva, da chi gli sta di fronte. È forse questa la chiave: nel suo tennis l’applicazione lascia molto raramente spazio a tracce si sentimentalismo.
Ora a Vienna lo aspetta Flavio Cobolli, decimo italiano diverso della serie. È giovane, irriverente, sta scalando con un sorriso largo la classifica e il suo 2025 fin qui è stato spumeggiante. Il suo è un gioco ancora in costruzione, eppure già consapevole. Per lui sarà un test, per Sinner un’altra verifica di continuità. Tutto lascia pensare che anche stavolta andrà come sempre: poche concessioni da parte dell’ex numero uno del mondo, molto controllo, nessuna emozione di troppo. Perché nei derby, come in certe conversazioni tra colleghi, il silenzio vale più delle parole. Nella lounge, dopo la partita, amici come prima.