Dopo la maratona con Alcaraz, Jannik si racconta in conferenza stampa: tra stanchezza, gratitudine e consapevolezza, il tennista azzurro si appoggia alla famiglia e agli amici
La delusione è evidente, la stanchezza anche. Ma Jannik Sinner, dopo aver perso la finale del Roland Garros contro Carlos Alcaraz nella partita più lunga della storia del torneo, si presenta in conferenza stampa con la sua solita dignità e lucidità come solo i grandi campioni sanno fare.
“Non si può paragonare questo gioco ad altri giochi”, esordisce l’altoatesino. “Fisicamente stavo abbastanza bene, ma è stato un match durissimo dal punto di vista mentale e fisico. Questo sport è fatto così e non si può cambiare.”
Cinque ore e ventinove minuti in campo, emozioni infinite e un esito che pesa, ma Sinner cerca di non abbattersi: “Sono comunque felice di far parte di questo sport. È stata una partita ad altissimo livello, molto lunga. Oggi è successo a me di perdere, domani potrà essere diverso.”
Come sempre, lo sguardo è rivolto al futuro: “Cerco di lasciarmi alle spalle la sconfitta, di prendere il positivo e continuare. Non c’è altra strada. Le persone che mi sono vicine, la mia famiglia, mi aiuteranno a farlo.”
E proprio sulla famiglia si sofferma con un sorriso malinconico, ma carico di affetto: “Siamo una famiglia semplice. Mio papà non era qui, stava lavorando. Nulla cambia questo. È stato bello avere mia mamma sugli spalti. Credo che mio padre abbia seguito la finale in TV, se ha avuto tempo.”
Poi, un momento di riflessione sulla sua carriera: “Prima di iniziare, non avrei mai immaginato di essere qui. Non era neanche un sogno, era troppo lontano. E invece mi ritrovo a giocare la finale più lunga nella storia del Roland Garros.”
Chiude con una frase amara, ma vera: “Fa male, sì. Ma non puoi restare fermo. Devi andare avanti. Succede.”