La calda tifoseria di Joao Fonseca fa sempre più parlare di sé, e a Miami il tema è diventato centrale dopo alcune scene che non hanno fatto bene al tennis
Joao Fonseca è sicuramente uno dei prospetti più interessanti del panorama tennistico odierno, ma la sua tifoseria è “giovane” tanto quanto lui. Un Paese come il Brasile non vedeva un talento così cristallino dai tempi Guga Kuerten, ex numero 1 (2000) e tre volte vincitore del Roland Garros (’97, 2000, 2001). Per questo i fan si sono scatenati sin dalle prime vittorie del giovane Fonseca, nuova speranza del tennis carioca, fino a diventare un “problema”.
I tifosi di Fonseca hanno invaso, e disturbato, il Miami Open
Durante il torneo di Miami i fan, soprattutto brasiliani, del 18enne di Rio si sono resi protagonisti in negativo in più occasioni. Il loro tifo però non si è limitato a supportare il proprio beniamino, ma è sfociato in un incitamento più da stadio calcistico che da campo da tennis. Non che un’accesa tifoseria non faccia bene durante una competizione, ma il lignaggio e le tradizioni del tennis sono da sempre lontane da queste dinamiche.
Durante il 1000 di Miami i tifosi hanno, per esempio, boicottato il match di 2T fra Draper e Mensik, vinto da quest’ultimo con due tie-break. L’incontro fra Fonseca e Humbert, poi vinto dal brasiliano, sarebbe dovuto infatti iniziare sul Grandstand dopo il match di Draper, un annuncio ha però avvisato dello spostamento di Fonseca sul Centrale facendo infuriare i fan. Il cambio di programma, fra fragorosi fischi e Buu, ha causato lo svuotamento del Grandstand (con necessaria pausa del gioco) e una gran confusione nell’ingresso sul Centrale di un’ondata di tifosi brasiliani.
Ne sa qualcosa anche Alex De Minaur, autore di una grande rimonta proprio ai danni di Joao Fonseca. Durante il match di terzo turno fra il numero 10 del seeding e il teenager brasiliano, i fan hanno più volte disturbato i servizi del demone australiano ed esultato sui suoi errori. De Mianur è un ragazzo notoriamente calmo, ma a fine partita ci ha tenuto a sottolineare l’accaduto. Oltre a esultare in faccia al pubblico come mai in carriera, ha aggiunto la scritta “Rio Open” sulla telecamera a fine match.
Il tifo da stadio, in uno sport in cui il pubblico storicamente sta in religioso silenzio, prima era relegato solo alla Coppa Davis. Alcune eccezioni arrivano dai tornei Challenger, a causa dei minori controlli e della presenza di scommettitori che spesso disturbano i giocatori. Una cosa è certa, l’ATP dovrà prendere provvedimenti se vorrà evitare che la situazione degeneri. Il rischio è che l’esempio della tifoseria brasiliana faccia da apripista a un’era di confusione sugli spalti.