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    Intervista esclusiva a Marco Cassetta, un campione di padel e di vita

    Marco Cassetta si racconta a TennisTalker. Amico di Vavassori, amante dello sport e della maglia azzurra, con un sogno nel cassetto: le Olimpiadi

    Un’intervista esclusiva a Marco Cassetta, giocatore della Nazionale italiana e numero 93 del mondo di padel. Il torinese è stato il primo italiano nella storia ad entrare nella top 100 mondiale FIP ed è stato Campione Italiano nel 2022. Ora sogna le Olimpiadi.

    La sua storia

    Cass nasce nel 1999 e fin da piccolo segue le orme sportive della sua famiglia, in particolare del papà, che è stato un ottimo giocatore di tennis. Il suo amore per gli sport di racchetta scatta subito e dal campo da tennis passa, all’età di 18 anni, a quello da padel. Un vero colpo di fulmine.

    Marco è un portento di energia positiva e vivacità: tutto quello che fa lo fa sempre con il sorriso e gratitudine, in particolare verso la sua famiglia e verso la Nazionale. Il suo sogno? Rappresentare l’Italia alle Olimpiadi. Possiamo affermare con certezza che il suo cuore è di colore Azzurro!

    Riviviamo il suo percorso, dai Mondiali Juniores quasi “per caso” alla vita da vero e proprio professionista della disciplina, attraverso racconti inediti e grandi amicizie, come quella con Andrea Vavassori.

    Lo sport in generale e lo sport di racchetta in particolare è sempre stato parte della mia vita, dato che provengo da una famiglia di tennisti. Mio padre è stato un gran giocatore di tennis e mi portava tutti i giorni al circolo dove giocavo, il DLF di Torino, dove passavo tutte le giornate e tutti i weekend.

    Non mi ha mai obbligato a giocare e l’unico sogno di mio padre, come dei genitori in generale, era solamente quello di vedermi felice. Sono stato io a scegliere il tennis, un ambiente che mi ha sempre reso felice eche mi diverte. Il tennis è sempre stato una grande passione fino ai 17/18 anni, quando sono arrivato seconda categoria, ma sicuramente niente di paragonabile al padel.

    A fine 2017 il tennis però non mi divertiva più così tanto, e al DLF avevano costruito un campo da padel dove ho iniziato a giocare. Nonostante avessi appena cominciato a giocare, mi è arrivata la possibilità dì andare alle pre-convocazioni dei Mondiali Juniores .L’idea di poter rappresentare l’Italia indossando la maglia della Nazionale mi ha illuminato gli occhi. Ho una passione viscerale per lo sport in generale, ma soprattutto per l’Italia e per la Nazionale.

    Erano i primi Mondiali Juniores di padel a cui l’Italia avrebbe partecipato. Quando mi hanno convocato, per me era già un sogno incredibile, del tutto inaspettato, perché fino a quel momento non avevo mai preso una lezione di padel, non ne sapevo praticamente nulla. Dopo quell’esperienza, però, ho capito subito: voglio diventare un giocatore professionista di padel. È stata la scintilla che ha acceso la mia passione. Così, dall’inizio del 2018, ho deciso di dedicarmi completamente al padel, lasciando il tennis e concentrandomi solo su questo sport.

    Marco Cassetta vittoria torneo internazionale Kaunas
    Marco Cassetta vince torneo internazionale a Kaunas / foto dal profilo Instagram ufficiale Puma

    Mi definisco un tennista sicuramente atipico perché mi piaceva il serve and volley, giocare di tocco e soprattutto in doppio. Ero un giocatore da competizione a squadre e lì davo il meglio di me, più che nei tornei individuali. Il padel, essendo uno sport di doppio, ha unito proprio queste caratteristiche che mi piacevano di più nel tennis. Io sono sempre stato un ragazzo molto vivace fuori e dentro il campo, sono dinamico, salto e mi tuffo dappertutto.

    Ho iniziato a giocare a padel a sinistra, e così è stato fino all’anno scorso. Poi ho deciso a livello internazionale di giocare a destra, senza perdere l’allenamento comunque dall’altro lato. Infatti, ora sono tornato a giocare a sinistra, visto che il mio nuovo socio è mancino e, come sapete, il mancino gioca sempre a destra.

    Ritengo sia fondamentale saper giocare su entrambi i lati perché, secondo me, arriverà un giorno in cui, come avviene nel tennis, almeno sul servizio, si sceglierà di adottare la formazione australiana. Al momento, nel padel si mantiene sempre la stessa posizione in campo, ma credo che presto questa dinamica cambierà.

    Non essendo mai stato giocatore professionista di tennis, ma solo agonista, è tutto differente. Adesso mi alleno tutti i giorni, anche in palestra, curo l’alimentazione, la parte fisioterapica, il recupero e la mente con un mental coach E’ un allenamento a 360 gradi, come un professionista deve fare.

    Grazie alla mia famiglia mangiavo in modo sano, certo, ma non con la precisione di oggi: ora seguo una dieta calibrata al grammo, adattata alle mie esigenze, in base a come mi sento e a quando ho una partita o un allenamento.

    Marco Cassetta padel Italia
    Marco Cassetta, giocatore professionista di padel

    Sono davvero felice di aver raggiunto un obiettivo che mi ero prefissato: entrare nella top 100. Non penso tanto al fatto di essere stato il primo italiano a riuscirci, quanto alla soddisfazione personale di avercela fatta. Questo traguardo mi ha dato la spinta per puntare sempre più in alto. È stata una sensazione fantastica, resa ancora più speciale da un torneo straordinario disputato quella settimana: io e il mio socio abbiamo raggiunto la semifinale di un evento molto prestigioso in Messico, dove il livello di gioco era davvero alto.

    Per quanto riguarda i sacrifici, ce ne sono tanti: allenamenti dentro e fuori dal campo, lunghi viaggi, poco tempo per la famiglia e gli amici. Sei sempre in giro per tornei, ma non li chiamerei sacrifici veri e propri. Il vero sacrificio è stare lontano dalle persone care: la famiglia, la fidanzata, gli amici. Ma tutto ciò che riguarda il lavoro quotidiano—allenamenti, alimentazione, riposo, preparazione fisica e mentale—non lo vivo come un sacrificio, perché lo faccio con passione, con voglia, e non mi pesa affatto.

    Anzi, credo che il mio punto di forza sia proprio questo: affrontare tutto con entusiasmo, con il sorriso, divertendomi e con la voglia costante di migliorare. Se un giorno dovesse diventare un peso, forse significherebbe che è arrivato il momento di smettere, ma quella fine è ancora lontana.

    L’anno scorso, parlando dell’Italia, abbiamo fatto sicuramente una stagione fantastica tra Europei e Mondiali. Soprattutto agli Europei, dove abbiamo raggiunto il secondo posto, che era il massimo possibile dopo, ovviamente, la Spagna, che fa un altro sport. Ai Mondiali eravamo felicissimi di aver ottenuto un risultato storico che non aveva mai raggiunto l’Italia, cioè entrare tra le prime quattro.

    Da un paio d’anni gioco con un compagno non italiano, ma l’ultimo, con cui avrei dovuto concludere la stagione 2024, ha purtroppo subito un infortunio alla spalla. Da settembre, quindi, è stato particolarmente difficile. Nel padel, cambiare partner ogni weekend è una delle situazioni più complicate, soprattutto per chi, come me, punta molto sull’intesa in campo e crede fermamente in un progetto di squadra.

    Quando gioco per la Nazionale, da sempre sono in coppia con Simone Cremona e il feeling tra di noi è sempre ottimo.

    Sì, siamo siamo amici e abbiamo un bel rapporto. Oltre ad essere un grandissimo giocatore come tutti sanno, sia come singolarista che doppista, è una persona d’oro, una persona squisita, umile, è un grandissimo lavoratore.

    Il nostro rapporto è aumentato nel tempo grazie al fatto che dal 2/3 anni siamo seguiti dalla stessa agenzia, la Reset.

    Non abbiamo mai giocato insieme né a tennis né a padel, ma sicuramente organizzeremo qualcosa e ci vedrete dalla stessa parte del campo, soprattutto a padel. A tennis, meglio evitare! È decisamente più probabile che lui si cimenti nel padel piuttosto che io riesca a tenergli testa a tennis, almeno allo stesso livello.

    Sì! Lo consiglio a tutti, sia ai tennisti che non e di qualsiasi età. E’ uno sport aggregante, a differenza del tennis dove la maggior parte dei tennisti gioca il singolo. Si impara molto in fretta e ti diverti fin da subito, cosa che con il tennis è difficile e anche buttare di là una pallina in un certo modo diventa complesso, mentre il padel è nettamente più semplice.

    Ho tantissimi ricordi, ma uno dei più speciali è sicuramente la finale di un evento organizzato dal mio main sponsor, Kyrrex, a Milano lo scorso anno. In quell’occasione ho avuto il piacere di giocare con Antonio Cassano, un grande amico con cui ho un bellissimo rapporto. Dall’altra parte del campo c’erano Francesco Totti e il numero uno del mondo di padel, Coello.

    Di recente hanno parlato di questa incredibile partita nel programma ‘Viva il Football’. È stato un match spettacolare e combattuto, in cui Totti e Coello ci hanno battuti dopo una sfida tiratissima. Entrambi volevano che dessimo il massimo, mentre loro si prendevano in giro per tutta la partita, rendendo il tutto ancora più divertente e memorabile.

    Sicuramente un giorno si eguaglierà un po’ tutto tra Spagna, Argentina e gli altri paesi, sperando che il padel continui a crescere e ad andare avanti come il tennis. È vero che noi italiani cresciamo, ma anche i francesi, gli svedesi, i portoghesi e altre nazioni continuano a crescere, senza pensare anche ai giovani spagnoli e argentini. Quindi un giorno magari succederà però è ancora presto, ci vogliono almeno una quindicina di anni secondo me”.

    Questa è sicuramente la domanda più bella perché, come ho detto prima, quando si parla di quella maglia per me si ferma tutto. È veramente la cosa più bella che possa capitare ad uno sportivo e finché non la provi non si può spiegare e, anzi, anche dopo averla provata rimane inspiegabile.

    Sono un appassionato sfegatato di ogni sport. Ogni volta che giocava la Nazionale, di qualunque sport, e iniziava l’inno, io mi fermavo, lo cantavo e intanto mi scendevano le lacrime e mi venivano i brividi.

    Ho sempre sognato un giorno di poterla indossare e di poter rappresentare il mio Paese, e ci sono riuscito. È veramente l’emozione più grande che si possa provare come sportivo. Ecco, il mio più grande sogno è quello di poter partecipare con l’Italia alle Olimpiadi e spero che tutto questo accadrà molto presto”.

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