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    TennisTalker MagazineCuriositàFlavio e Stefano Cobolli: l’amore tra coach-atleta e padre-figlio

    Flavio e Stefano Cobolli: l’amore tra coach-atleta e padre-figlio

    Il percorso di papà e figlio Cobolli. L’ottimo rapporto sta nel giusto equilibrio tra campo e fuori campo. Non solo tennis, nel cuore anche calcio: la Roma

    Nel tennis di alto livello sono tante le figure genitoriali a guidare i loro figli nel loro percorso di crescita come atleti professionisti. Vediamo Casper Ruud con papà Christian (12 titoli Atp), Ben Shelton con Bryan (due vittorie: Tokyo e Houston) e Sebastian Korda con l’ex numero 2 del mondo Petr, ma abbiamo anche un italiano in lista.

    Parliamo di Flavio Cobolli, seguito da papà Stefano, anche lui con un passato da ottimo giocatore (numero 236 Atp nel 2003). Un’altra collaborazione che sta dando grandi frutti.

    I loro ambiziosi obiettivi nascono al Tennis Club Parioli, dove Flavio è cresciuto da bambino. Come si può facilmente intuire, non è per nulla semplice gestire il dualismo coach-atleta in campo e padre-figlio a casa, ma loro ci stanno riuscendo alla grande.

    Le parole di Flavio, ad oggi numero 35 Atp, parla della tanta fiducia che ripone in suo padre e nel suo stesso allenatore, nonché dell’ottimo rapporto tra loro:

    Mio padre era un buon giocatore, ma si è ritirato quando era giovane, quindi aveva una classifica leggermente inferiore alla mia. Ora è un allenatore fantastico e abbiamo un ottimo rapporto. Quando ero giovane, volevamo tenere separati il tennis e la nostra relazione. Io giocavo molto a calcio e ne parlavamo, ma non parlavamo di tennis.”

    Continua: “Voleva che migliorassi da solo e poi mi ha detto che quando sarei stato pronto mi avrebbe aiutato. Abbiamo iniziato qualche anno fa e da allora abbiamo lavorato molto insieme e l’anno scorso è stato molto buono. Ora vogliamo fare di più. È difficile quando tuo padre è il tuo allenatore. Come ho detto, quando ero giovane parlavamo solo di calcio. Quando sono cresciuto e abbiamo lavorato insieme, abbiamo sviluppato un ottimo rapporto e ora lo ascolto più che mai. Penso che insieme possiamo fare grandi cose.

    L’importante, sottolinea, è non parlare di tennis quando si è fuori dal campo. Ciò che succede lì deve rimanere lì: ”A volte può essere dura in campo perché entrambi vogliamo avere ragione, ma lui è una grande persona e mi piace lavorare con lui”.

    Flavio Cobolli
    Flavio Cobolli ABN AMRO OPEN ATP500 Rotterdam, Netherlands. (Photo by Carlo Casalini) Credit: Carlo Casalini

    Le parole di papà Stefano nel 2019: la partenza per il lungo viaggio nel circuito Atp

    Queste sono le dichiarazioni di un Flavio Cobolli ormai maturo e ben inserito nel circuito Atp, ma risulta interessante ripercorrere gli albori della sua carriera attraverso le parole di papà Stefano nel 2019, che descrivono la crescita del loro rapporto/collaborazione attraverso particolari dettagli e difficoltà:

    I lunghi periodi di allenamento a Roma, durante i quali si possono verificare, ogni tanto, momenti di tensione: a volte sono costretto ad allontanarlo dal campo o a lasciare io stesso l’allenamento perché entrano in ballo normali dinamiche familiari non sempre facilmente gestibili. In alcune situazioni mio figlio è ancora un po’ piccolo, ma non sono preoccupato, maturerà anche sotto questo aspetto”.

    Com’è proseguita la crescita di Flavio come giocatore:”Flavio fa fatica a tenere alte l’intensità e l’attenzione per due ore consecutive di allenamento o di partita. Ultimamente sto analizzando i match, punto per punto, mettendo in risalto i momenti in cui regala o si assenta mentalmente. Stiamo lavorando, ci sono tante cose da migliorare, ma per velocità di palla e timing il livello è già molto buono”.

    Papà Stefano ha osservato molto bene il proprio ragazzo, con l’amore che solo un padre può dare.

    Nonostante ciò, un pizzico di competizione tra i due rimane:”Flavio spesso fa paragoni tra i suoi risultati e i miei dell’epoca, ma tutto in maniera scherzosa e divertente. Il nostro rapporto padre-figlio in campo, che inizialmente è stato difficile, sta migliorando sensibilmente nel corso del tempo”.

    Non solo tennis, ma anche calcio e… la Roma.

    L’amore per il calcio e per la Roma: papà e figlio uniti dalla maglia giallorossa

    Flavio era una promessa anche dal calcio, infatti era uno dei pupilli di Bruno Conti nelle giovanili della Roma. Racconta papà della passione viscerale che li accomuna e li unisce per la Roma infatti, quando sono in giro per tornei, trovano sempre il modo per guardare insieme le partite della loro squadra del cuore.

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