Intervista ad Andreas Seppi
In vista della 30esima edizione degli Internazionali di tennis di San Marino (in programma dal 30 luglio al 5 agosto), prosegue la serie di interviste – realizzate dall’ufficio stampa del torneo – ai giocatori italiani che si sono aggiudicati il torneo: dopo Paolo Canè, vincitore della prima edizione nel 1988 a Serravalle, e Potito Starace, l’unico ad aver scritto tre volte il proprio nome nell’albo d’oro (oltre a due finali), è la volta di Andreas Seppi, campione nel 2009 sul Titano.
Nell’agosto del 2009 ha rispettato fino in fondo il ruolo di principale favorito, onorando nel migliore dei modi la wild card concessagli dagli organizzatori così da scrivere il suo nome nell’albo d’oro.
Andreas Seppi è uno dei sei giocatori italiani vincitori degli Internazionali di tennis di San Marino e quell’edizione è rimasta impressa nella memoria degli appassionati – non troppo giovani – per l’avvincente derby tricolore in finale con Potito Starace, in un Centrale gremito in ogni ordine di posti.
Anche se accreditato della prima testa di serie (da n.48 del ranking mondiale in quel momento) non fu comunque una passeggiata di salute quel torneo per il tennista nato a Caldaro il 21 febbraio 1984.
Costretto al terzo set nell’ordine dagli argentini Gaston Gaudio (ex vincitore del Roland Garros, nel 2004) e Sebastian Decoud, poi, dopo l’affermazione in due partite sull’altro “albiceleste” Sergio Roitman nei quarti, anche dall’ostico austriaco Daniel Koellerer in semifinale e proprio dal giocatore campano nel match clou, chiuso con lo score di 7-6(4) 2-6 6-4.
“Sì, fu una battaglia quella sfida, come spesso capitava con Potito – afferma Seppi riavvolgendo il nastro della memoria – Il ricordo di quella settimana è rimasto impresso dentro di me, anche perché si tratta del primo challenger vinto sulla terra battuta, secondo in ordine di tempo in carriera dopo il successo sul veloce indoor a Bergamo nel 2008.
Ho ancora davanti agli occhi il pienone di pubblico sulle tribune e la bellissima atmosfera che si respirava in campo, a rendere speciale quella situazione. Anche perché quando ti presenti a un challenger da n.1 del seeding l’obiettivo è quello di arrivare in fondo e conquistare il titolo, a maggior ragione nel territorio della Penisola, con tanti tifosi che salivano a San Marino la sera a seguire gli incontri.
L’esserci riuscito è stata dunque una soddisfazione non da poco, accresciuta dal vedere il mio nome in un albo d’oro di un torneo ricco di storia e prestigioso, accanto a quelli di numerosi campioni della racchetta. Sinceramente un motivo d’orgoglio per il sottoscritto”.
Seppi, capace di mettere in bacheca tre trofei ATP, nel 2011 sull’erba di Eastbourne (primo azzurro a riuscire in tale impresa su questa superficie), poi l’anno seguente sulla terra rossa a Belgrado e sul cemento a Mosca, diventando il primo giocatore italiano a vincere su tre differenti superfici, con quell’affermazione si prese anche una rivincita personale su Potito Starace, che cinque anni prima lo aveva stoppato nei quarti sul Titano sulla strada del primo dei tre trionfi del tennista di Cervinara nell’antica Repubblica.
“Anche nel 2004 giocai con una wild card ed eliminai al 1° turno Francesco Piccari e poi al 2° in tre set il ceco Bohdan Ulihrach. La mia prima partecipazione a San Marino risale comunque all’anno precedente – spiega Andreas, che vanta un record personale di numero 18 al mondo nel 2013 – quando uscii al 1° turno per mano dello slovacco Dominik Hrbaty, numero 1 del tabellone.
Devo riconoscere che mi è sempre piaciuto disputare questo torneo, sia per le condizioni di gioco, in leggera altura, sia per la bellezza della location e dell’impianto, con quel centrale con le tribune che girano attorno al campo, che per l’organizzazione di qualità, paragonabile a un Atp Tour.
Il fatto è che come data in calendario gli Internazionali di San Marino coincidevano sempre con la tournée americana sul cemento, in particolare il Masters 1000 canadese e Cincinnati, appuntamenti che per tante stagioni consecutive grazie alla mia classifica sono riuscito a giocare in tabellone”.
A onor del vero, prima di chiudere nell’autunno scorso una carriera da applausi nella quale ha superato il ragguardevole traguardo delle 800 partite in singolare nei tabelloni principali del tour, con il record italiano di settimane complessive (810) di permanenza nella Top 100 e quello di presenze (per il nostro Paese) negli Slam, 67 disputati di cui 66 consecutivi, l’altoatesino è stato sul punto di tornare nell’antica Repubblica dodici mesi fa.
“Ero intenzionato a giocare a San Marino in quella che era la mia ultima stagione da professionista nel circuito e avevo anche parlato con il presidente federale Christian Forcellini, poi però un paio di settimane prima mi sono infortunato a Umago e non ho potuto tener fede a questo proposito…”, conferma Seppi.
Il quale a metà luglio del 2020, in vista della ripartenza dei tornei dopo il lockdown, ha fatto una fugace apparizione sul Centrale di Montecchio, con Federico Bertuccioli a fargli da sparring.
“In quel caso ero a Milano Marittima con la famiglia e ho sentito Giorgio Galimberti, che all’epoca dirigeva la sua Academy ancora a San Marino, per un allenamento insieme a qualcuno dei suoi allievi. Mi aveva fatto piacere e avevo apprezzato anche i nuovi campi realizzati nel Centro Tennis rispetto alla mia precedente presenza”.
Già, la famiglia. Dopo tante stagioni in giro per il mondo con racchetta e borsone, ora la moglie Michaela e i figli Liv (3 anni) e Hugo (1 anno), nati entrambi in Colorado dove nel 2017 si è trasferito (a Boulder), sono la priorità dell’ex azzurro.
“Fino a maggio siamo stati negli Stati Uniti e ho fatto praticamente il babbo a tempo pieno, occupandomi dei bambini. E devo dire che a volte è stato più faticoso che allenarsi cinque ore al giorno…
Proprio il fatto che sono ancora piccoli rende impossibile al momento il fatto che io possa ricoprire il ruolo di allenatore, che comporta lo stare fuori casa tante settimane all’anno.
Adesso cerco di godermi tutto il tempo in loro compagnia, per il futuro si vedrà, anche se mi piacerebbe rimanere nell’ambiente. Non a caso gioco ancora la Bundesliga Over 30 e proprio in questo week-end abbiamo le finali a Monaco.
Mi trovo ad affrontare tanti giocatori più giovani di me e ancora in attività, come ad esempio Giannessi o Verdasco, però nella mia squadra ci sono pure Baghdatis e Almagro ed è bello ritrovarsi dopo tanti anni di frequentazione comune nel circuito”.
Seppi ha comunque anche un nuovo progetto che sta per partire.
“Insieme a mia moglie e un amico del college vogliamo portare i tifosi nei più grandi tornei del mondo, ovvero gli Slam e i Masters 1000: organizziamo tutto per loro. È per coloro che vogliono più di una semplice visita al torneo e di vedere le partite. Li faremo anche giocare sugli stessi campi dei campioni e scoprire quindi anche il dietro le quinte dell’evento.
Abbiamo appena completato la pagina web per far conoscere al meglio questa opportunità. Partiremo con gli US Open, abbiamo in mente qualcosa di speciale da far vivere agli appassionati: io sarò lì con loro e racconterò cosa capita ai giocatori durante le partite per offrire il punto di vista di chi di solito è in campo.
Vogliamo fare dei gruppi di massimo otto-dieci persone – conclude Andreas – così da poter garantire ai presenti la migliore esperienza possibile”.
(Fonte: San Marino Open Tennis Ufficio Stampa)