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    Trofeo Perrel-Faip: avanza Vavassori

    Oggi in campo Zeppieri, Cobolli e Nardi

    La seconda giornata del torneo bergamasco ha portato a cinque il numero di italiani in tabellone. 

    Andrea Vavassori ha superato alla distanza il francese Valentin Royer (4-6 6-3 6-2) e il sorteggio gli ha dato in dote un match non semplice contro il cileno Nicolas Jarry, ex top-40 ATP che si sta lentamente ritrovando.

    Niente da fare per Giovanni Oradini, che presso la Palestra Italcementi si è arreso in due set al turco Altug Celikbilek (7-5 6-2 lo score).

    Nel frattempo è scattato il tabellone principale: il primo a festeggiare gli ottavi è stato il ceco Vit Kopriva, bravo a battere in rimonta l’esperto Dimitar Kuzmanov.

    Ma c’è già grande interesse per un martedì che si preannuncia straordinario, con nove match di singolare, l’esordio di Fernando Verdasco e tre italiani in campo.

     Sulla resina Slam Court del PalaIntred scenderanno in campo Giulio Zeppieri (chiamato all’impresa contro Zhizhen Zhang, n.3 del tabellone), Flavio Cobolli contro Jan Lennard Struff, che torna a Bergamo a otto anni dall’ultima partecipazione, e Luca Nardi contro Tomas Machac.

    Il pesarese scenderà in campo alle 20, mentre Verdasco-Rodionov è prevista non prima delle 18.

    STRICKER ENTUSIASMA: SARÀ IL NUOVO RUNE?

    Qualcuno deve aver informato Dominic Stricker su quanto successo lo scorso anno al Trofeo Perrel-Faip di Bergamo. 

    Pochi giorni prima di spostarsi a Milano per giocare le Next Gen Finals, Holger Rune si è presentato al PalaIntred e ha rispettato fino in fondo il suo impegno, vincendo addirittura il torneo.

    Il giovane svizzero, nato esattamente un anno dopo Jannik Sinner (vincitore nel 2019) si è qualificato per il Masters Under 21 la scorsa settimana, ma ha scelto di venire ugualmente a Bergamo.

    E il match giocato a velocità supersoniche contro Tim Van Rijthoven (poco più di un’ora e mezza per tre set) ha certificato che per lui è un impegno vero, non un semplice rodaggio in vista di Milano.

    È un peccato che un match così bello si sia giocato al primo turno, ma l’urna è stata beffarda. Stricker si è imposto col punteggio di 3-6 6-4 6-4. Dopo un inizio da incubo, in cui è rapidamente finito in svantaggio 5-1, ha ripreso a esprimere il suo tennis funambolico, conquistandosi la simpatia – e a volte il tifo – dei circa 500 spettatori che hanno affollato il PalaIntred.

    Stricker è mancino e non ha la fluidità di Federer o la pesantezza di palla di Wawrinka, però sa fare tutto con la racchetta in mano e ha seguito i consigli dello stesso Federer, che in un paio di occasioni lo aveva ospitato a Dubai, consigliandogli di lavorare sul servizio.

    Dominic Stricker

    AVANZA ANCHE IL VETERANO EVGENY KARLOVSKIY

    Sul campo trasmette grinta e coraggio, fuori è un’altra persona. Parla a voce bassa, bassissima, esprimendo sorprendente timidezza.

    Classe 1994, Evgeny Karlovskiy fa parte di quella generazione di russi che si sono avvicinati al tennis negli anni d’oro della presidenza Eltsin e culminati con i due successi in Coppa Davis firmati da Evgeny Kafelnikov, Marat Safin e Nikolay Davydenko.

    Quando ha iniziato a giocare aveva quattro anni e ha tirato le prime palle con suo nonno, e per un po’ ha sognato di poter essere un degno erede dei fenomeni sopracitati. Tra i junior è stato numero 37 del mondo e ha vinto la Yeltsin Cup nel 2011.

    Lungo il percorso batté Aslan Karatsev, un anno più grande di lui, che poi avrebbe raggiunto una semifinale all’Australian Open. Lui non ce l’ha fatta: in dieci anni di carriera ha vinto un torneo Challenger (Winnetka 2018), e non è mai andato oltre il numero 211 ATP. “A volte è molto difficile tenere alta la motivazione – dice il moscovita – molte volte sei deluso e pensi di smettere di giocare. Ma io provo a fare del mio meglio, voglio capire fino a che punto posso essere forte. Ho pensato tante volte di dire basta, ma non c’è un momento che ricordi più degli altri. Capita dopo una brutta sconfitta o dopo una serie di risultati negativi. Mi domando perché vado avanti, se non guadagno soldi e a casa ho una famiglia che mi aspetta. Per fortuna ho il loro sostegno, a partire da mia moglie”.

    Già, perché Karlovskiy è sposato con Anastasia e la coppia ha già due figli (Nikita e Konstantin). Non lo hanno accompagnato a Bergamo, laddove ha centrato il tabellone principale del Trofeo Perrel-Faip.

    Dopo aver dominato alla distanza Francesco Maestrelli, ha estromesso un giocatore di qualità come Marius Copil, uno che in queste condizioni è arrivato a giocarsi la finale di Basilea contro Roger Federer.

    Evgeny Karlovskiy

    Primo Turno Singolare
    Vit Kopriva (CZE) b. Dimitar Kuzmanov (BUL) 4-6 6-2 6-1
    Jannik Hanfmann (GER) b. Zsombor Piros (UNG) 5-7 6-2 6-2
    Nuno Borges (POR) b. Jozef Kovalik (SVK) 7-5 6-3
    Dominic Stricker (SUI) b. Tim Van Rijthoven (NED) 3-6 6-4 6-4

    Turno di QualificazioneCem Ilkel (TUR) b. Illya Marchenko (UCR) 7-6(6) 6-2
    Alibek Kachmazov (RUS) b. Jason Kubler (AUS) 4-6 7-6(2) 6-1
    Altug Celikbilek (TUR) b. Giovanni Oradini (ITA) 7-5 6-2
    Andrea Vavassori (ITA) b. Valentin Royer (FRA) 4-6 6-3 6-2
    Otto Virtanen (FIN) b. Antoine Bellier (SUI) 7-6(4) 6-2
    Evgeny Karlovskiy (RUS) b. Marius Copil (ROM) 3-6 6-3 6-4

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