Rafa Nadal è stato intervistato durante l’America Business Forum a Miami, dove ha anche ricevuto in regalo le chiavi della città
Rafa Nadal non è stato solo un semplice campione di tennis, ma un vero e proprio modello soprattutto per le sue qualità umane oltre che tennistiche, come ha dimostrato in occasione dell’America Business Forum di Miami, evento a cui hanno preso parte figure illustri del mondo dell’economia, della politica e dello sport. Nadal ha infatti rilasciato parole tutt’altro che banali a proposito di temi come il successo, il fallimento, ma anche l’importanza della famiglia e dell’isola di Maiorca durante l’arco di tutta la sua carriera.
L’importanza dei genitori per la crescita di Nadal
Uno dei fattori fondamentali per la crescita del 22 volte campione Slam, è stata la presenza costante ma mai invadente dei suoi genitori. “Penso che la mia famiglia ha avuto un impatto molto importante nella mia vita da quando ero piccolo. Ho avuto la fortuna di crescere in una famiglia ben strutturata, con dei ‘pilastri’ e dei riferimenti che mi hanno accompagnato dall’inizio fino a oggi. Per me, sentire sempre quella sensazione di avere un posto dove tornare e sentirsi sicuro, avere supporto, e sentirmi il Rafa di sempre, mi ha dato sempre la tranquillità per crescere come persona” – ha detto lo spagnolo.

“I miei genitori non fingevano di essere niente più che genitori. Mi appoggiavano in quelli che erano i miei sogni e mi spingevano a svolgere quegli obblighi quotidiani, come la scuola per poter poi essere in grado di aspirare a divertirmi, ad allenarmi o fare altre cose che non erano obbligatorie. In questo senso hanno lasciato mio zio ad avere la preminenza di cui aveva bisogno per poter aiutare ad allenarmi come tennista”
“Gli esempi sono più potenti delle parole”
“Credo che uno cresca un po’ con ciò che vede. Se uno vede nella sua casa persone che si sforzano, che lavorano ogni giorno per crescere, che ti servono come specchio positivo…in qualche modo sono sempre stato convinto che gli esempi sono più potenti delle parole“ – ha continuato Rafa parlando dei suoi modelli di vita.
Le difficoltà come motore di crescita
Durante l’intervista è stato anche ripercorso il momento in cui la carriera di Nadal stava per finire sul nascere: all’età di 19 anni gli venne diagnosticata infatti al piede la sindrome di Müller-Weiss. “Direi che questo è stato il momento più difficile della mia carriera” – ha detto lo spagnolo – “Principalmente perché stavo iniziando e perché la mia vita era destinata ad essere quella di diventare un tennista professionista ed avere una carriera più o meno lunga e all’improvviso, quel sogno ti cade completamente. Fortunatamente dopo mesi che cercavamo soluzioni, né è stata trovata una – che non è mai stata una cura perché il mio piede ha una malattia che non ha una cura – ma che mi ha permesso di continuare la mia carriera grazie ad una soletta che mi ha salvato. Ma fino a quel momento la situazione era dura”.
“E’ ovvio che ho avuto una limitazione, ma, contrariamente a quello che si può pensare, credo che questo mi ha permesso di godermi di più, e dare molto più valore, a tutte le cose belle che mi sono successe, che sono state tantissime”
Il successo per Nadal
Un altro momento interessante è stato quando allo spagnolo è stata posta questa domanda: “Per qualcuno che ha successo economico, sportivo, familiare, cos’è il successo per te?” Questa è stata la risposta sincera di Rafa: “Ci sono molte forme di successo, il successo finale è avere una vita felice. Questa è la realtà. Alla fine uno può avere successo sportivo, economico, sociale, ma alla fine il successo più grande è sentirsi bene con se stessi, essere circondato di persone che ti aiutano ad essere felici e ad avere una vita migliore. In questo senso per me il successo è stato l’aver avuto la soddisfazione personale di aver fatto uno sforzo sufficiente per perseguire i miei sogni. Poi alcuni li ho ottenuti, altri no, però a questo punto della mia vita, dopo aver terminato la mia carriera posso dire che ho la tranquillità e la soddisfazione personale per aver dato il massimo per conseguirli. Per me questo è il mio successo professionale, più che i titoli”.
“Ho mantenuto le mie radici a Maiorca dove ho vissuto tutta la vita e questo mi ha dato la capacità di non perdere mai la prospettiva di cos’è la vita reale... non mi sono mai sentito più speciale degli altri semplicemente perché giocavo a tennis” – ha detto in conclusione il 22 volte campione Slam, evidenziando come anche il rapporto con la sua isola e i suoi abitanti sia stato fondamentale nella sua crescita.
Le chiavi di Miami e la battuta di Rafa: “Ho perso cinque finali qui ma mi prendo le chiavi della città”
Alla fine dell’intervista, a Nadal sono state consegnate le chiavi della città di Miami per tutto ciò ha rappresentato. Il maiorchino ha scherzato: “Ho perso cinque finali, non ho mai ottenuto una vittoria, però mi prendo le chiavi della città, quindi grazie mille!” . Il torneo di Miami è stato infatti proprio uno dei pochissimi tasselli mancanti della sua carriera leggendaria.



