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    TennisTalker MagazineEditorialiPerché (non) deve fare notizia che Sinner si dica “orgoglioso” di essere italiano?
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    Perché (non) deve fare notizia che Sinner si dica “orgoglioso” di essere italiano?

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    Una riflessione sul valore dell’identità e sull’importanza di riconoscere Jannik Sinner prima come persona, poi come simbolo nazionale

    Jannik Sinner ha dichiarato in una recente intervista a Sky Sport di sentirsi “orgoglioso di essere italiano”, sottolineando come la forza del nostro Paese risieda proprio nelle sue differenze. Una riflessione giusta e matura, ma che cosa aggiunge davvero al personaggio e all’atleta che già conosciamo?

    Probabilmente niente o poco. Perché Jannik è un cittadino italiano (anche se qualcuno a volte stenta a capirlo), nato e cresciuto in Italia: doveva sentirsi orgoglioso di essere monegasco o tedesco, ossia qualcosa che non è? Eppure la sua frase è stata accolta con grande entusiasmo da molti, come una sorta di risposta a quei tanti o pochi – non è importante – critici, che lo accusano di essere un “italiano riluttante” o di essere “austriaco” – come se il provenire dall’Austria fosse un’offesa.

    In realtà le sue parole non rappresentano una presa di posizione politica, ma una risposta logica alla domanda ricevuta: “Se fossi nato 50 km più a sud, riceveresti meno critiche?”. Una domanda del tutto lecita, atta ad evidenziare i tanti attacchi ricevuti soprattutto negli ultimi mesi. Sinner ha inizialmente provato a sorvolare: “Non lo so, è un po’ come dire: perché oggi c’è il sole? non poteva piovere? “. Ma, visto il contesto, ha sentito il bisogno di aggiungere qualcosa.

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    Se analizziamo meglio la sua risposta, questa rientra nel suo abituale stile comunicativo: conciso, talvolta anche scontato, ma allo stesso tempo di forte impatto mediatico.  Ed è proprio questo il punto: perché dovrebbe fare notizia il fatto che Sinner sia orgoglioso di essere italiano? Ora che lo ha detto è aumentata la sua ‘italianità’? È davvero necessario una sua risposta a delle critiche?

    La verità è che Jannik è un campione globale, amato ovunque: dall’Australia alla Cina. E la sua natura cosmopolita lo porta lontano da certi dibattiti provinciali. Sinner rappresenta valori che appartengono al mondo e non ad un paese: il lavoro, la dedizione, il rispetto e la serietà.

    Sinner abbraccia il team e i Fans allo US Open 2024 (foto the indipendent)
    Sinner abbraccia il team dopo la vittoria allo US Open 2024 (foto the indipendent)

    Nonostante ciò è indubbio l’impatto di Sinner sul Belpaese, che si può testimoniare però attraverso numeri e non con parole retoriche. Prendiamo due recenti studi a proposito.

    Un sondaggio Ipsos rileva che l’82,5 % degli italiani lo riconosce immediatamente e che, come ha osservato Paolo Lorenzi, “una partita di Sinner in Italia è come una partita di calcio… e questo non accadeva da 30 anni”.  Inoltre, secondo una ricerca di Susini Group STP, il brand Sinner ha generato un impatto positivo di 8,1 miliardi di euro sull’economia italiana. Il tutto, attraverso un’immagine non finta, ma coerente con la sua personalità. Chi segue l’azzurro da anni può confermare infatti che la sua mentalità è la stessa da sempre, ed è proprio questa che andrebbe evidenziata piuttosto che il suo amore verso il tricolore.

    P.S. In queste ore è diventato virale un video in cui, dopo una partita a Parigi, Sinner firma 139 autografi e si presta a decine di selfie, con grande educazione e gentilezza. Davvero ciò che conta è la sua “italianità” e il suo “orgoglio italiano”? O ciò che importa è la sua “persona”, che trasmette valori di cui tutti gli italiani dovrebbero essere fieri?

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