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    TennisTalker MagazineBergamo, il Challenger dove nascono i campioni

    Bergamo, il Challenger dove nascono i campioni

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    Alla soglia dei vent’anni di storia, tra talento e sorprese, scopri quali futuri top player hanno mosso i primi passi verso il successo al Trofeo FAIP-Perrel

    Vincere a Bergamo significa entrare in una tradizione. Il Trofeo FAIP–Perrel, che dal 16 al 23 novembre celebrerà la sua XIX edizione nella prestigiosa cornice del ChorusLife Arena di Bergamo, è ormai un punto di riferimento assoluto del circuito ATP Challenger. Tra i più longevi al mondo, il torneo è stato recentemente inserito nel Challenger Heritage Programme, riconoscimento che premia i tornei con una storia e un contributo duraturo al tennis internazionale.
    Ma più che un semplice evento sportivo, Bergamo è diventata un laboratorio di talenti, spesso trampolino di lancio per giocatori destinati all’élite mondiale. E non mancano gli italiani nell’albo d’oro di un torneo che ha saputo raccontare, anno dopo anno, il futuro del tennis.

    Gli inizi: il duello Bolelli-Santoro e la prima gloria azzurra

    Il primo vincitore, nel 2006, fu Alex Bogdanovich, britannico di origini serbe, che approfittò del ritiro di Simone Bolelli in finale (6/1 3/0). L’anno successivo, nel 2007, fu invece Fabrice Santoro – il “mago” del doppio rovescio – a imporsi ancora su Bolelli con un netto 6/2 6/1.

    Bolelli però non era un semplice comprimario: già allora rappresentava la nuova linfa del tennis azzurro e tutti sappiamo quanto sia diventata lunga la sua carriera e quante soddisfazioni gli abbia portato.
    Ma quelle prime due finali perse lasciarono un conto aperto con Bergamo, un conto che Simone avrebbe saldato qualche anno dopo.

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    Seppi, il primo trionfo italiano

    Il 2008 fu l’anno del primo trionfo azzurro, firmato Andreas Seppi, che in finale superò Julien Benneteau (2/6 6/2 7/5).
    Giocatore elegante, costante, capace di vincere titoli su tutte le superfici, Seppi è stato per anni il volto più solido del tennis italiano. Tre anni dopo, nel 2011, Seppi si ripeté battendo Gilles Müller (3/6 6/3 6/4), confermando la sua leadership e regalando all’Italia un secondo titolo bergamasco. Quella vittoria lo riportò tra i primi cinquanta giocatori del mondo e sancì definitivamente Bergamo come luogo del tennis di altissimo livello.

    Dal 2009 al 2013: l’era degli outsider

    Tra i protagonisti di quegli anni figurano Lukas Rosol (2009), Karol Beck (2010), Björn Phau (2012) e il polacco Michał Przysiężny (2013), tutti capaci di lasciare il segno in un torneo che ha sempre mescolato esperienza e talento emergente. In quegli anni, nomi oggi familiari come Jan-Lennard Struff iniziarono a scrivere le prime pagine di una carriera solida. Da sottolineare che oggi Struff è fra i convocati del Team Germania per le Finals di Coppa Davis che si giocheranno a Bologna in contemporanea con gli Internazionali di Bergamo.

    Il 2014: Bolelli chiude il cerchio

    Dopo due finali perse e tanta attesa, Simone Bolelli nel 2014 ha trovato la sua rivincita. Battendo proprio Struff (7/6 6/4), l’azzurro tornò al successo in singolare dopo uno stop di sette mesi, dichiarando: “Il Bolelli di oggi vale un 70%, ma equivale a un 100%. Vincere a Bergamo è un grande passo.”

    Gli anni dei francesi e dei grandi ritorni

    Nel 2015 fu la volta di Benoît Paire, eletto “Comeback Player of the Year” ATP proprio in quella stagione. Poi, nel 2016, un altro transalpino, Pierre-Hugues Herbert, conquistò il titolo battendo Egor Gerasimov (6/3 7/6), prima di completare negli anni seguenti il Career Grand Slam in doppio.
    Nel 2017, toccò al polacco Jerzy Janowicz, ex semifinalista di Wimbledon, prevalere sul francese Quentin Halys, confermando l’alto livello tecnico del torneo.

    Il tricolore torna a sventolare: Berrettini e Sinner

    Nel 2018 il trofeo tornò tricolore con Matteo Berrettini, che sconfisse in finale Stefano Napolitano (6/2 3/6 6/2).
    Berrettini, che l’anno prima aveva ricevuto una wild card, tornò da testa di serie numero 1 per imporsi come uno dei tennisti più solidi del panorama azzurro. Quella vittoria lo proiettò nella top 100 e rappresentò un passaggio simbolico verso la grande carriera che l’avrebbe portato fino alla finale di Wimbledon 2021.

    Poi, nel 2019, arrivò la magia di Jannik Sinner. All’epoca aveva solo 17 anni, una wild card della FITP e il numero 546 ATP accanto al nome. Nessuno lo considerava tra i favoriti: l’attenzione era tutta per Lorenzo Musetti, fresco vincitore degli Australian Open junior.
    E invece, con il suo tennis silenzioso e spietato, Sinner travolse tutti, fino a dominare in finale Roberto Marcora (6/3 6/1).

    Fu una settimana magica, non solo per il titolo – che lo rese il più giovane italiano di sempre a vincere un Challenger – ma per i dettagli che oggi fanno parte della sua personalità.
    Durante i quarti di finale, la suola di una scarpa si staccò, ma Sinner voleva continuare comunque a giocare con quelle. Il direttore del torneo, Marco Fermi, racconta: “Mia moglie le portò di corsa da un calzolaio in città. Le riparò nella notte tra venerdì e sabato. Il giorno dopo Jannik vinse e non se ne separò più.

    Anche fuori dal campo, colpì tutti per l’umiltà: “Era l’unico che non si lamentava mai degli orari degli allenamenti. A volte si allenava alle sette del mattino, pur di trovare un campo.”

    Nell’intervista della premiazione, davanti a 2.500 spettatori, il ragazzo di Sesto Pusteria si presentò timido, quasi imbarazzato: “Sono più teso adesso che durante la partita,” disse tra le risate del pubblico, prima di complimentarsi con Marcora: “Tu e il tuo team siete sulla strada giusta” senza considerare che all’epoca Marcora aveva circa 30 anni e non era certamente ad inizio carriera…

    (Roberto Marcora oggi è co-conduttore del podcast di TennisTalker: PLAYERS LOUNGE)

    Dopo la pandemia: nuovi campioni in rampa di lancio

    Cancellata l’edizione 2020 a causa del Covid, Bergamo tornò nel 2021 con un altro giovanissimo vincitore destinato al vertice: Holger Rune, oggi top 10 ATP, che batté il turco Cem İlkel (7/5 7/6).
    Nel 2022, toccò al finlandese Otto Virtanen, vittorioso su Struff (ancora finalista, e per la terza volta sconfitto a Bergamo).
    Il 2023 incoronò il britannico Jack Draper, oggi top 10 mondiale, che sconfisse David Goffin in finale, chiudendo la 18ª edizione con un successo simbolo di talento e costanza. Draper definì quel successo “una tappa obbligata per crescere”, confermando il valore del torneo come banco di prova per futuri top player.

    Nel 2024, la sede provvisoria di Rovereto accolse un nuovo trionfo azzurro: Luca Nardi, classe 2003, che con quella vittoria conquistò l’accesso diretto al main draw dell’Australian Open 2025.

    Verso la XX edizione

    Oggi, il Trofeo FAIP-Perrel torna a casa, a Bergamo, nella prestigiosa sede del ChorusLife Arena. Diciannove anni dopo quel primo servizio di Bogdanovich, Bergamo è ancora qui, pronta a incoronare un nuovo nome in un albo d’oro che ha già visto passare tanti campioni.

    E chissà che anche quest’anno non sia ancora un italiano a scrivere la prossima pagina di questa straordinaria storia di tennis e passione!

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