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    TennisTalker MagazineNews“Sistema inaccettabile”: la madre di Rune esplode contro l’ATP dopo il grave infortunio del figlio
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    “Sistema inaccettabile”: la madre di Rune esplode contro l’ATP dopo il grave infortunio del figlio

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    Holger Rune si è rotto il tendine d’Achille a Stoccolma: stop di almeno sei mesi. Aneke Rune accusa il calendario “disumano” e chiede la fine dei tornei obbligatori

    Brutte notizie per Holger Rune dopo la conferma della rottura completa del tendine d’Achille, procuratosi durante la semifinale dell’ATP di Stoccolma. Il danese, numero 10 del mondo, ha dovuto ritirarsi in lacrime dopo aver sentito un “crack” improvviso al tendine.

    L’operazione, effettuata in questi giorni, è andata a buon fine, ma i tempi di recupero saranno lunghi: almeno sei mesi di stop, con il rischio concreto di rivederlo in campo solo nel 2026 inoltrato o addirittura nel 2027. Rune dovrà dunque dire addio alle Nitto ATP Finals di Torino e, probabilmente, anche a gran parte della prossima stagione.

    È dura. Il mio tendine d’Achille è completamente rotto, dovrò operarmi e poi iniziare la riabilitazione. Mi mancherà l’energia del campo, ma tornerò più forte”, ha scritto Rune sui suoi profili social dopo l’intervento.

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    E a confermare l’esito dell’operazione è stata la stessa madre del tennista che ha pubblicato una foto del figlio dopo l’intervento:

    Aneke Rune contro l’ATP: “È inaccettabile che non si tuteli il benessere dei giocatori”

    A scatenare il dibattito sono state però le parole durissime della madre del giocatore, rilasciate al quotidiano danese BT. Aneke Rune non ha risparmiato critiche al sistema ATP, accusandolo di sovraccaricare i tennisti con un calendario “disumano” e “punitivo”:

    Ci sono troppi tornei obbligatori. I giocatori sono costretti a partecipare per evitare pesanti penalizzazioni economiche, anche quando non sono in perfette condizioni fisiche. Non hanno tempo di recuperare adeguatamente durante la stagione.”

    Aneke ha poi sottolineato come l’attuale struttura del Tour non lasci spazio né al riposo né agli allenamenti mirati: “Quello che potrebbe essere una settimana di recupero diventa una settimana di partite e impegni mediatici. Non c’è riposo fisico né mentale. È un sistema che porta i giocatori al limite e che, nel caso di Holger, ha finito per distruggerlo.”

    E ancora: “Le sanzioni economiche per chi salta un torneo sono sproporzionate. Se vogliono ridurre i premi, che lo facciano in modo proporzionale alle partite giocate. Ora Holger è solo l’ultima vittima di un sistema che ignora completamente la salute dei tennisti.

    “Una pressione irrealistica sui giocatori”

    Secondo Aneke Rune, la pressione imposta dal calendario non solo mette a rischio l’integrità fisica degli atleti, ma può spingerli verso “metodi sbagliati” pur di restare competitivi: “Si esercita una pressione irrealistica sui giocatori, che nel peggiore dei casi può portarli a ricorrere a metodi inadeguati per reggere i ritmi. È un meccanismo di punizione antiquato, senza posto nel tennis moderno.”

    La madre del tennista ha aggiunto che, durante l’infortunio, Holger non percepirà redditi da tornei: “Fortunatamente ha gestito bene le sue finanze, ma non tutti i giocatori possono permettersi lunghi stop. La ATP dovrebbe pensare anche a questo.”

    Roddick: “Questo calendario non fa bene a nessuno”

    Anche Andy Roddick ha commentato duramente la vicenda nel suo podcast: “Non dico che l’infortunio di Rune sia colpa diretta del calendario, ma di certo questo sistema non aiuta la salute di nessuno. Sarebbe da sciocchi non chiedersi se non sia il momento di cambiarlo.”

    La lista si allunga

    Ma il malcontento della madre di Rune non è isolato. Già in passato diversi giocatori avevano sollevato critiche sul calendario troppo fitto: da Swiatek a Alcaraz, passando per Fritz e Coco Gauff, le proteste non sono mancate. Da spettatori, si potrebbe pensare, forse in modo un po’ egoistico, che valga la regola del the show must go on, ma la realtà dei fatti indica che ATP e WTA dovrebbero rivedere il calendario. Forse meno tornei significherebbero meno introiti e meno spettacolo, ma consentirebbero maggiore serenità agli atleti. E chissà che, paradossalmente, a beneficiarne non sia proprio lo spettacolo stesso, con giocatori più riposati, motivati e capaci di dare il 100% in campo.

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