L’infortunio, improvviso e non provocato da eventi traumatici apparenti, sul due pari del secondo set. Il danese esce in lacrime. Humbert, che aveva perso i cinque precedenti, giocherà domani la decima finale della carriera
Holger Rune aveva appena messo un piede nel consueto copione. Semifinale a Stoccolma contro Ugo Humbert, cinque precedenti tutti vinti, vantaggio di un set già in tasca dopo aver rimontato da 2-4 e infilato quattro game consecutivi. Il danese sembrava in pieno controllo degli eventi, pronto a qualificarsi per la seconda volta in carriera alla finalissima del BNP Paribas Nordic Open, dopo quella giocata nel 2022 e vinta contro Stefanos Tsitsipas.
Poi, sul 2-2, 40 pari del secondo set, la scena è cambiata in un fotogramma. Durante uno scambio apparentemente innocuo Rune si è bloccato, ha lasciato andare la racchetta e si è seduto in panchina. Non c’è stata teatralità, né attesa: “Ho sentito una fitta al tendine d’Achille,” ha detto al fisio precipitosamente intervenuto. Traduzione tennistica: fine immediata del match e di ogni ragionamento tecnico.
Il ritiro è stato rapido, quasi pudico. Rune è uscito in lacrime, sostenuto dal fisioterapista, mentre Humbert osservava attonito e quasi imbarazzato nel dover incassare una passaggio del turno in quel modo. Il francese, reduce dai successi su Berrettini e Sonego, ha infatti conquistato la sua decima finale ATP, la sesta sul cemento indoor, terreno su cui ha costruito la parte più solida della carriera (campione uscente a Marsiglia, finalista a Parigi-Bercy nel 2023, in bacheca anche il trofeo di Dubai 2024).
A Rune, invece, resta solo la (magra) consolazione numerica: lunedì Holger rientrerà comunque in Top 10, ma dopo un evento del genere la reconquista conta il giusto. Appena pochi giorni fa il ragazzo aveva raccontato pubblicamente delle minacce di morte ricevute sui social. Oggi ci si è messo il fisico, e il messaggio è lo stesso: non tutto si governa col talento o col carattere.
Gli esami strumentali che verranno effettuati nei prossimi giorni probabilmente confermeranno ciò che si teme, ossia un guaio che richiederà un lungo periodo lontano dai campi. Humbert, dal canto suo, aspetta Ruud o Shapovalov, impegnati nella seconda semifinale di giornata.
