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    TennisTalker MagazineTutti i record di Valentin Vacherot

    Tutti i record di Valentin Vacherot

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    Grazie al rumoroso successo di Shanghai il carneade monegasco ha accumulato numeri discretamente importanti, vediamo quali

    Certe storie non chiedono permesso. Si presentano, sfondano la porta e costringono gli almanacchi ad aprire un capitolo che nessuno aveva pensato di scrivere. Valentin Vacherot è una di quelle. Fino a un mese fa sembrava destinato a incastrarsi tra i Challenger come certi attori di talento intrappolati nei ruoli da comprimari. Invece ha deciso che il Masters 1000 di Shanghai poteva diventare il suo palcoscenico. E non solo per un’apparizione fugace: per occuparlo definitivamente; ché anche tra cinquant’anni, quando qualcuno solleverà l’orrendo coppone puntuto dedicato al vincitore, qualcuno si ricorderà di lui.

    Il ventiseienne monegasco — classifica numero 204 fino a domenica mattina, oggi miracolosamente top 40 — fino alla scorsa settimana aveva vinto appena un match in tutta la carriera nel tabellone principale di un “Mille” (lo scorso aprile, sui campi di casa del Country Club, contro Jan-Lennart Struff), e mai aveva messo piede nella Top 100 ATP. Può dire di essersi rifatto, il buon Valentin, con una scorpacciata di primi cento in dieci giorni: nell’apparato digerente di Vacherot sono via via finiti Laslo Djere, Alexander Bublik, Tomas Machac, Tallon Griekspoor, Holger Rune, Novak Djokovic e in finale pure suo cugino Arthur Rinderknech, sconfitto al terzo nel derby in famiglia della finalissima, appropriata, e anche coerente, coda di un torneo la cui sceneggiatura è sembrata scritta da un regista in stato confusionale.

    Se guardiamo ai prodromi dell’impresa, il copione è ancora più ilare: a metà settembre, dopo le due vittorie in Coppa Davis che avevano condotto Il Principato alla vittoria nell’insidioso tie contro Cipro, Vacherot era saltato in macchina e aveva percorso i 130 chilometri in direzione sud-est verso Saint-Tropez dove, al primo turno del locale Challenger, era stato sconfitto dalla wild card francese Robin Bertrand, numero 311 delle classifiche mondiali. Era il 15 del mese. 27 giorni dopo, Vacherot si trova a tracolla il badge da maestro. Davvero strana la vita.

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    La clamorosa cavalcata trionfale nella megalopoli cinese – peraltro cominciata da ventiduesimo alternate e ancora in bilico fino al giorno prima della partenza del torneo, quando il ritiro di Luca Nardi ha aperto al monegasco le porte delle qualificazioni – effettivamente ha portato a strascico una serie di record che il ragazzo potrà vantare nei circoli di tutto il mondo: Valentin è il giocatore con il ranking più basso ad aver vinto un Master 1000 da quando la categoria è stata istituita nel 1990; il primo tennista proveniente dal Principato di Monaco a vincere un torneo ATP e uno dei due protagonisti della terza finale “1000” della storia tra due giocatori sprovvisti di testa di serie: l’altro attore in scena, Arthur Rinderknech, non aveva e non ha mai sollevato a sua volta alcun trofeo nel circuito maggiore.

    Ma sono altri i numeri a far girare la testa: come abbiamo altrove scritto, grazie al trionfo cinese Vacherot ha infatti scalato in dieci giorni 164 posizioni nel ranking (da 204 a 40) e intascato un assegno da un milione, 124 mila e 380 dollari. Se pensiamo che in tutta la carriera il ragazzo aveva messo insieme complessivamente 594 mila bigliettoni verdi in montepremi possiamo azzardare un commento: se è vero che i soldi non fanno certo la felicità, di sicuro, in casi come questo, contribuiscono a dare la misura di un’impresa.

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